La Toscana contro il PD

Il governo Renzi marcia spedito nel suo programma di controriforme, che mirano a spazzare via i diritti dei lavoratori conquistati in decenni di lotte, e prosegue, con arroganza e demagogia, anche la trasformazione dello stato in senso autoritario demolendo la carta costituzionale.

Gli italiani, intanto, sempre più sfiduciati disertano le urne. I dati delle elezioni dell’Emilia Romagna, non solo, ci dicono che è finita la luna di Miele tra il premier e gli italiani ma che la distanza tra le istituzioni e i cittadini ha raggiunto un livello imprevisto. Nella regione simbolo della sinistra più di sei italiani su dieci resta lontano dalle urne dando un segnale chiaro. Quello che esce dalle urne sembra confermarci che al momento non esistono alternative al blocco di potere del PD e una rinascita della Lega di Salvini, la quale abbandona il federalismo e la secessione per sposare posizioni sempre più razziste e fscistoidi.

Tra qualche mese si voterà anche in Toscana e. dopo i dati dell’Emilia Romagna, il test della nostra regione potrebbe divenire determinante per gli assetti futuri. La nostra regione sembra vivere una dicotomia, come molte altre zone del paese, da una parte una vivacità nelle piazze come hanno mostrato lo sciopero sociale del 12 novembre, l’occupazione del comune di Carrara con un presidio permanente e la grande mobilitazione dei lavoratori di Livorno dall’altra la grande forza del governatore Enrico Rossi che rappresenta una saldatura tra la vecchia nomenclatura del PD e i nuovi Renzi Boys. Rossi molto probabilmente rivincerà le elezioni ma come questa vittoria avverrà non sarà indifferente. Ci sarà da capire, inoltre, se una sinistra autonoma e antagonista al PD riuscirà a ritagliarsi uno spazio. In tanto nelle città toscane il PD manifesta sintomi gravi di una crisi. Si va dagli scandali della banca di proprietà del PD nella città di Siena al commissariamento della città di Viareggio per default; dalla perdita dell’amministrazione comunale di Livorno dopo oltre 60 anni alla protesta di Carrara dopo la rottura dell’argine del torrente Carrione culminata nell’occupazione del municipio. Nei comuni medio piccoli la situazione non sembra essere molto migliore. A Pietrasanta, sconvolta dalla vicenda tallio nell’acqua, il sindaco Lombardi non sarà ricandidato per un secondo mandato. Il sindaco, però, s’è levato la soddisfazione di attirare il presidente della regione in un’imboscata. Rossi convinto di andare ad un incontro con il primo cittadino s’è ritrovato ad un’assemblea pubblica di cittadini che lo incalzavano e criticavano sulla vicenda dell’acqua inquinata. Il governatore, in chiara difficoltà, non trovava di meglio che apostrofare il primo cittadino come matto.

Tutto questo ci mostra un’incapacità del centrosinistra e in particolar modo del PD toscano ad amministrare le città. Per questi motivi è importante che nei prossimi tempi l’opposizione sociale cresca come mobilitazioni e proposte. L’emergenza abitativa, il dramma della disoccupazione giovanile, la crisi di ampi settori industriali, la salute e l’ambiente sono tutti temi che non possono avere risposte dentro un quadro di compatibilità con il liberismo. Per questo in Toscana ancora, più che altrove, è importante essere alternativi non solo alle destre becere e razziste ma anche al PD che è il vero deus machina delle politiche dia austerità e privazioni.

Alcune importanti mobilitazioni, come mostriamo nei video sotto, ci sono già state ma altre dovranno essere messe in cantiere per costruire una reale opposizione al PD e alle sue politiche liberiste.

Carrara non ci sta e occupa il comune

Toscana in piazza

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