Le barbarie del mondo sbarcano in Versilia

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Viviamo un mondo liquido e veloce dove le certezze di un tempo si sono sgretolate e di nuove non ne sono uscite. Viviamo di solitudini ma nello stesso tempo di competizione. Viviamo un tempo di aspettative infinite e difficili da realizzare che creano frustrazioni continue. Il consumismo frenetico, la necessità di apparire per affermare l’essere, hanno trasformato la già contraddittoria società capitalistica in un vortice di pulsioni e regressioni, di fughe in avanti e rocambolesche ricadute. Siamo nell’eterno presente; dove il passato non esiste, nemmeno come ricordo, in quanto la memoria è cancellata e dove il futuro non esiste in quanto la fantasia che lo faceva immaginare si è liquefatta. “Tutto e subito!” Ecco che la strage di Nizza, il golpe e contro golpe in Turchia, l’omicidio razzista di Fermo, gli attentati terroristici in Iraq, Bangladesh o qualsiasi altro paese del pianeta, il conflitto razziale negli USA ma anche il disastro ferroviario di Andria, il giovane precario suicida sotto un treno e il morto per overdose su di una panchina di periferia in una città di provincia fanno parte della stessa spirale galattica; che al centro ha un grande buco nero creatosi dall’implosione del nucleo del capitalismo collassato su se stesso. Il vecchio detto “socialismo o barbarie?” descriveva un bivio ormai già attraversato da tempo. Siamo nella fase degenere del capitalismo, lontani anni luce dal socialismo, e le barbarie sono ovunque ed esse stesse si sono fatte sistema. La violenza fine a se stessa dilaga nella vita quotidiana. Anche nella ridente Versilia. Ormai i casi di imbarbarimento, dovuti al regresso culturale all’egoismo sociale, sono tantissimi. Sui socialnetwork poi la gente si trasforma in leone da tastiera e commenta qualsiasi cosa convinta di pronunciare verità come l’oracolo. In realtà tira fuori solo frustrazioni e semina odio figlio di ignoranza e paura. Gruppi neofascisti cavalcano questi comportamenti in chiave xenofoba e razzista addossando le responsabilità di tutti i mali della nostra zona alla presenza di extracomunitari. In questo anche alcuni sindaci non sono da meno nell’alimentare propagande populiste. Le reti di Buratti a Forte dei Marmi e Mallegni a Pietrasanta sono la certificazione dell’inciviltà di queste amministrazioni. Il sindaco di Pietrasanta non contento poi continua ad esternare frasi sconnesse con il solo obbiettivo di alimentare la guerra tra poveri. I principali crimini compiuti in zona, però, non sono stati compiuti da extracomunitari ma da gente del luogo. Non dimentichiamo il feroce assassino compiuto in via Coppino in Darsena a Viareggio dove il povero Emanuele Iaconi è stato assassinato da alcuni ragazzi, di cui due minorenni, che lo hanno picchiato con un casco. E non dimentichiamo, sempre in Darsena, il fratricidio avvenuto tra due ristoratori dove gioco, debiti e litigi hanno fatto da contorno ad una drammatica vicenda. Ora è toccato a Lido di Camaiore salire alla risalta delle cronache per due episodi gravissimi. Lido di Camaiore, visto come un piccolo paradiso solo perché l’erba viene regolarmente tagliata e i locali stanno aperti qualche ora in più che a Viareggio, è stato al centro di due episodi di cronaca nera su cui riflettere. Il primo avvenuto, in via Buonarroti, il 13 luglio mattina dove un quarantenne, da poco divenuto padre, ha ucciso con un pugno il vicino di casa per una lite causata da un diverbio su di un parcheggio. Il secondo episodio, seppure finito a lieto fine per certi versi ancora più grave, è quello che ha visto protagonista un clochard senza un braccio e con problemi di deambulazione. Il pover’uomo è stato preso da alcuni ragazzi e messo in un pattino a largo in mare la notte tra il 16 e 17 luglio e solo l’intervento della capitaneria di porto all’alba ha evitato il peggio. Siamo di fronte a gesti di cinismo che ci dicono come la vita, ormai, per alcuni abbia perso di qualsiasi valore. Grave anche il commento di alcune persone sui socialnetwork che hanno liquidato il fatto come una bravata da ragazzi. Com’è possibile non distinguere una bravata da un atto criminale? Suonare un campanello e scappare è uguale a torturare psicologicamente e fisicamente un uomo? Chissà cosa pensano i genitori, se sono a conoscenza, del comportamento dei propri figli? Ma d’altro canto se i “viziati” sono in aumento la colpa è di chi vizia. Che qualcosa non va nel rapporto educativo genitori – figli. Lo si era capito anche da quella marea di ricorsi presentati dai genitori degli studenti bocciati all’istituto nautico di Viareggio. Siamo di fronte ad una decomposizione dei ruoli. Niente a che vedere con la contestazione sessantottina dove lo studente si ribellava all’autorità costituita per cercare libertà e nuove forme di partecipazione. Qui si mette in discussione l’insegnante e lo si fa con l’appoggio di un’altra autorità quella del genitore. Insomma all’interno della famiglia si riproducono ancora nepotismo, favoritismo, faziosità e difesa del privilegio. Il dialogo e anche il sano conflitto hanno lasciato spazio ad una ricerca di una vuota tranquillità che ricorda il “me ne frego” di fascista memoria. In molti si chiedono“Come siamo giunti a questo punto?” La risposta è complessa e deve tenere conto di una serie di fattori che in parte sono dovuti al modello vincente che è stato imposto a tutti. Il ruolo nefasto della “cultura dominante”, grazie ai media, ha fatto si che tronisti e veline siano più importanti di ricercatori e studiosi. La pubblica istruzione è stata attaccata frontalmente da anni di sedicenti riforme che rispondono agli interessi del mercato. Non si va a scuola per formarsi come cittadini o per aumentare la propria cultura ma per diventare mano d’opera per le imprese.E così nell’indifferenza generale persone malate devono aspettare mesi prima di un’analisi, famiglie con minori vengono buttate in mezzo alla strade. I politici da anni si comportano come maggiordomi dell’economia e in tutte le scelte sono funzionali ai profitti dei pochi. Il servilismo è l’altra vera piaga dei nostri tempi. Quanto è accaduto al Festival Pucciniano a Torre del Lago la dice lunga sul livello di servilismo. Mancando di rispetto, a chi aveva pagato il biglietto, il direttore d’orchestra Veronesi ha deciso di interrompere l’esecuzione della Tosca mescolando in un discorso delirante la tragedia di Nizza dove ci sono stati 85 morti con la commedia di Viareggio dove il TAR ha deciso di annullare le elezioni per irregolarità. Non credo bisogna aggiungere molti commenti a questo atto di servilismo verso il sindaco Del Ghingaro che esce di scena dopo avere fatto tante promesse e averle mantenute punte.

Vediamo quindi come la nostra Versilia non sia immune da violenze, razzismo, luoghi comuni, faziosità. Le barbarie sono giunte anche da noi ed è bene prenderne atto e non fare come lo struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia.

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