Jova Beach Party al moletto di Viareggio, festa dell’ipocrisia ecologica e sociale.

“Ieri sera 23 agosto a Viareggio, nello spazio socio abitativo Leo Ciuti occupato, si è svolta una riunione tra varie associazioni del territorio tra cui il Comitato per la salvezza della Pineta, Italia Nostra, Legambiente, Repubblica Viareggina, Collettivo Dada Boom, Cantiere Sociale Versiliese, USB e Giovani Europeisti Verdi Toscana, Apuane Libere e GriG Apuane.

La riunione ha avuto come tema principale il Jova Beach Party e i suoi innumerevoli impatti sulla società e sul territorio della città e del litorale viareggino. Si è discusso di come l’evento, basato sull’idea oggettivamente originale e accattivante di un grande concerto sulla spiaggia, che ha molta presa sulla giusta voglia di divertimento e di libertà delle persone, nasconda in realtà aspetti oscuri e inquietanti.

La prima questione, dalla quale è partita la mobilitazione contro la localizzazione del Jova Beach Party sulla spiaggia del Moletto (o del Muraglione, come è diventata più nota sulla stampa) è quella ambientale. Studi scientifici indipendenti attestano che sulla spiaggia si sta formando un ambiente dunale embrionale, con oltre un ettaro di superficie vegetata e ben 3 habitat di interesse comunitario, con l’annessa presenza di diverse specie animali. Tali studi hanno generato lo stop dei lavori da parte della Soprintendenza dei Beni Culturali, che ha chiesto una relazione integrativa in proposito. E’ da rilevare che la relazione di Arpat sbandierata dal Sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro come “chiusura del discorso e della solita polemica estiva”, non corrisponde alla richiesta della Soprintendenza e non risponde nemmeno nel merito della problematica sollevata in quanto si limita ad affermare che l’area del Muraglione non è zona protetta (il che non esclude che vi siano specie da proteggere in base alla direttiva comunitaria). Inoltre, le rassicurazioni da parte degli organizzatori sul fatto che la spiaggia sarà ripulita e la vegetazione sarà ripiantata risultano non pertinenti e non efficaci ad una vera ripresa degli ecosistemi attualmente in via di sviluppo. Ricordiamo anche che la Procura di Lucca ha aperto un’indagine sull’ipotesi di danno ambientale.

Ma è anche sul piano economico-sociale che emergono tratti a dir poco controversi. Partiamo con la considerazione del fatto che il Comune di Viareggio ha stanziato ben 250000 € per l’evento. Una somma ingente di denaro PUBBLICO, tolta ai servizi destinati ai cittadini di Viareggio per essere messa a servizio di un evento PRIVATO che ha generato e genererà enormi incassi. Impossibile non pensare allo sceriffo di Nottingham… Tant’è vero che tra i provvedimenti presi dall’amministrazione vi è anche lo sgombero di coloro che abitavano nelle roulotte in sosta nel parcheggio della piscina, che sarà interamente dedicato all’evento. Se pensiamo poi alle persone ingaggiate per lavorare all’evento, al netto di coloro che hanno rinunciato denunciando che la paga non bastava nemmeno come rimborso spese (vedi Anpas Toscana che si è rifiutata di fornire l’assistenza sanitaria), è da rilevare che la sistemazione per il pernottamento predisposta per loro è nientepopodimeno che… la palestra.

Tutto ciò ci sembra paradossale, anche considerato che stiamo parlando di Lorenzo Jovanotti, un artista che si è sempre detto non solo ecologista, ma anche sensibile alle tematiche sociali e ai bisogni degli “ultimi”. Quello che emerge dall’ideazione e dalla gestione del Jova Beach Party, è invece un quadro a tutt’altre tinte: come nelle operazioni di marketing standard è stato creato un bisogno, quello di assistere ad un concerto “con i piedini nella sabbia”. Una cosa accattivante, lo ammettiamo, ma non certo una questione di vita o di morte. Su questo bisogno è stato costruito il prodotto del Jova Beach Party, un prodotto destinato non certo agli “ultimi”, considerati i prezzi dei biglietti e delle vivande acquistabili all’interno della zona concerto tramite “tokens” a prezzi tutt’altro che modici, ma che trascura e svilisce proprio gli ultimi, i lavoratori e l’ambiente. Non ci piace. Non siamo contrari al concerto, anzi il concerto si deve fare, ma nei luoghi e con le modalità adatte, non solo agli spettatori, ma anche alla città e al contesto sociale e ambientale in cui si svolge.”

Coordinamento Il Moletto non si tocca

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