Le note dell’Internazionale intergalattica, i petardi e lo spirito reo – dadaista hanno accompagnato Giacomo Verde al cimitero di Ponte San Pietro.

Accanto ai pioppi, in un piccolo cimitero tra Lucca e Viareggio, come da sue espresse volontà, riposa da ieri 7 maggio Giacomo Verde. A salutarlo in tanti, ma sarebbero stati di più senza l’emergenza sanitaria del covid.

Giacomo è morto vivo, lo diciamo volendo fuggire ad ogni retorica. Giacomo è morto dopo avere celebrato il 25 aprile, aver fatto gli auguri per il 1 maggio anzi facendoci già quelli per il 2021 e partecipando fino all’ultima riunione quella di giovedì 30 aprile. Giacomo è morto il 2 maggio lo stesso giorno in cui è morto Leonardo da Vinci, nel centenario delle giornate rosse viareggine e nel settantacinquesimo anniversario della bandiera rossa sul Reichstag di Berlino. Dopo essere stato cremato è stato tumulato nel cimitero di Ponte San Pietro il 7 maggio, giorno in cui nel 1972 moriva assassinato a Pisa l’anarchico Franco Serantini, a cui proprio Giacomo Verde aveva dedicato il video “S’era tutti sovversivi.” Date, numeri, probabilmente coincidenze e non cabala. Quello che però non è coincidenza è la commozione che si leggeva nei volti di almeno tre generazioni di artisti, e non, che sono venuti a portare l’ultimo saluto a Giacomo. In realtà poi non sarà nemmeno l’ultimo, perché Giacomo sarà ricordato come da lui volutamente espresso all’Officina Dada Boom appena ci saranno le condizioni e perché tante saranno le iniziative in sua memoria, in tutta Italia, per tenere vivi i suoi insegnamenti. Nel piccolo cimitero di Ponte San Pietro hanno parlato il fratello Sabatino, il figlio Tommaso, i compagni del Dada Boom e del Collettivo SuperAzione. Si è esibito anche il coro intergalattico Stella Rossa Dadaista, una cosa fortemente voluta da Giacomo. Ed è stato toccante sentire le note dell’internazionale con le parole della versione intergalattica e non potevano mancare lo scoppio dei petardi tanto cari a Giacomo. Un encomio per un grande uomo ancor prima che per un grande compagno e artista che aveva il senso dell’ironia. I pappagalli per le urine con il simbolo del reo – dadaismo appoggiati sulla tomba, anche questa sua esplicita richiesta hanno strappato un altro sorriso ai presenti.

Giacomo Verde ha cessato la sua vita di uomo qui sulla terra ma il suo pensiero artistico e politico è ancora vivo e ci regalerà ancora tante emozioni.

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