Cinzia Dal Pino: viareggina, imprenditrice, benestante, ha ucciso Nourdine Naziki, 47enne di origini marocchina.
Il motivo per cui ha scelto – perché ha scelto – di porre fine alla vita di quest’uomo, è l’aver messo sui due piatti della bilancia furto e omicidio. Vale a dire un reato spesso frutto della necessità, con un crimine simbolo di prepotenza e sopraffazione.
Ma stiamo ai fatti: Dopo una serata passata con amiche ed amici, il furto di una borsetta. Lei rincorre chi l’ha derubata, un clochard, e pensa bene di punirlo prima investendolo, poi passando sul suo corpo almeno altre tre volte. Lei si dice “in preda al panico”, ma lo insegue, lo bracca, lo uccide.
Poi, lucida, scende dall’auto, si riappropria della borsa e se ne va di nuovo verso il ristorante: ha dimenticato di restituire un ombrello preso in prestito. É una cittadina modello, lei.
Una cittadina modello, ma soprattutto ricca. Neppure il tempo di sgualcire il vestito da sera fra commissariati e celle di detenzione, che già può riabbracciare i suoi cari nel comfort della sua casa. Lei, l’omicida, ai domiciliari; lui, un ladruncolo, sul freddo lettino di un obitorio, a disposizione dei magistrati.
Ma ci sono altri due fatti gravi in tutta questa faccenda: Il primo, la grande solidarietà data alla signora Dal Pino. Il popolino servile, da sempre, lecca la mano di chi lo percuote. La seconda è che chi commette un omicidio, se ha dalla sua i privilegi del censo, mal che vada si becca gli arresti domiciliari. Mentre le carceri continuano ad essere sovraffollate dai tanti Said, quando va bene.
Questa è giustizia? Se sei ricco, bianco e occidentale, te la svigni comunque e in qualche modo. Se sei povero, muori.
La nostra solidarietà va a Nourdine e ai suoi familiari e amici, che la terra ti sia lieve.
Mai dalla parte dei e delle Cinzia Dal Pino.
Potere al Popolo Versilia