Mercoledì 18 settembre, presso il Cantiere Sociale Versiliese, sono stati ricordati Ali Fathil e Said Bahara entrambi militanti della Brigata Mutuo Sociale per l’Abitare. Due persone, con carattere diverso: Festoso ed espansivo Alì, più riservato e mite Said. Due persone che mancheranno agli amici e ai compagni per quello che hanno dato. Alì era da diversi anni attivo non solo nel sindacato ASI USB ma anche nel Cantiere Sociale Versiliese e lo diceva con Vanto. Alì si è sentito male il 29 agosto ed è morto in rianimazione a Livorno la notte del 3 settembre. Per uno strano scherzo del destino mente l’ambulanza portava via Alì ci giungeva la notizia della morte di Said ritrovato nella roulotte che aveva, con molta dignità, sistemato presso l’ex SARS. Said probabilmente era morto da alcuni giorni ma non da mesi come affermato da alcuni giornalisti.
Entrambi sono stati portati, grazie alla moschea di Viareggio, a Casablanca dove riposeranno nel cimitero.
Mercoledì durante il ricordo c’è stata molta commozione ma anche rabbia.. Sono scese le lacrime di diversi degli intervenuti. Alla denuncia politica del movimento di lotta per la casa sulla povertà e sull’assenza di diritti a partire da quello della residenza negata, con conseguente assenza di medico della mutua e possibilità di potersi curare, si è aggiunta la presa di posizione del Cantiere Sociale Versiliese che chiede al sindaco delle risposte ben precise. “Quanti poveri dovranno ancora morire in questa città?”
Oltre alla giusta indignazione, c’è stato anche il momento dei ricordi. In molti hanno voluto raccontare aneddoti di vita delle due persone che magari hanno fatto anche sorgere per un attimo un sorriso tra le lacrime. Non poteva mancare un momento di raccoglimento con la preghiera islamica per i defunti. A dimostrazione che pensiero laico e pensiero religioso possono convivere.
La triste giornata si è conclusa con tè marocchino e pasticcini ma soprattutto con la promessa che Alì e Said non saranno dimenticati.