Rigurgiti fascisti e repressione una brutta giornata.


Quanto è accaduto Sabato 11 febbraio a Massa merita un’attenta riflessione che noi proviamo ad iniziare a fare senza avere la pretesa di concluderla. A leggere i giornali, ma questo era prevedibile, si è trattato dello scontro tra opposte fazioni di estremisti. Quando si contestano gruppi neofascisti questo rischio, di travisazione della realtà, purtroppo esiste. Poco importa richiamarsi alla costituzione tanto quella di fatto ormai è considerata carta straccia. “L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro bla, bla, bla, L’Italia ripudia la guerra bla, bla, bla, La sovranità appartiene al popolo bla, bla, bla, E’ proibita la ricostruzione del partito fascista bla, bla, bla.” E si potrebbe continuare. Di fatto viviamo in uno perfetto stato di illegalità.
Non sono passati nemmeno due mesi da quando un assasino che militava in Casa Pound ha ucciso barbaramente a Firenze due cittadini senegalesi, feriti altri e gettato nel panico e nello sgomento un’intera comunità prima. In altri paesi questa organizzazione forse sarebbe stata sciolta o avrebbe subito, almeno, delle limitazioni. In Italia, invece, è permesso a questi figli di papà che giocano a fare i fascisti del terzo millennio di avere tutto lo spazio e la legittimità che vogliono. Ci sono esponenti del PDL, di FLI ma anche alcuni del centrosinistra che flirtano con questi ragazzotti. Ed è proprio questo che gli rende pericolosi. Più volte abbiamo scritto che quando duecento persone contestano trenta persone rischiano solo di fare da cassa di risonanza a quei trenta ridicoli. Diversa però è la situazione se dietro a quelle trenta persone ci sono appoggi e sperimentazioni di settori di alcuni circoli dominanti del capitale. Per questo quando gli antifascisti massesi hanno deciso di contestare la manifestazione di Casa Pound abbiamo deciso di partecipare cercando, anche come facciamo sempre, di dare voce al movimento. Di fare quell’informazione dal basso che niente ha a che fare con gli stravolgimenti e le mistificazioni dei media ufficiali.
La nostra telecamera ha dato noia alle forze di polizia più di qualsiasi forma di antifascismo muscolare e machista. Più volte i poliziotti hanno intimato di non riprendere. Le intimidazioni non ci hanno, tuttavia, fatto recedere dal documentare parte del’accaduto. Riprendere non solo non è un reato ma è un diritto di ogni cittadino. Ma perché dava cosi noia la nostra telecamera? Noi una risposta esatta non l’abbiamo ma possiamo formulare delle ipotesi. Sappiamo cosa ci hanno detto alcuni compagni su quanto è accaduto nel tardo pomeriggio quando ormai eravamo già rientrati in Versilia e purtroppo non potevamo più riprendere scene che ci hanno riferito essere agghiaccianti. I fascisti, e sembrererebbe non solo quelli di Casa Pound ma anche quelli di Forza Nuova, hanno picchiato con la polizia che invece di intervenire ha deciso di caricare ulteriormente i compagni. Non sappiamo se con la nostra telecamera presente sarebbe accaduto lo stesso. Possiamo, tuttavia, affermare alcune cose: 1)che l’ordine pubblico è stato mal gestito 2)che non ci faremo mai censurare e intimidire continuando nei limiti del possibile a svolgere il notro lavoro di mediattivismo 3)che i fascisti godono di protezioni 4)che l’antifascismo muscolare, dello scontro per lo scontro non solo non serve ma rischia di divenire controproducente dando pretesti alla repressione 5)che necessita un antifascismo sociale che sappia divenire anticapitalismo di massa e che non parli solo a settori, per quanto genuini ma marginali, ma che parli ad ampie masse di lavoratori.
Contimueremo a seguire questa vicenda ed esprimiamo a tutte/i le/i compagne/i ferite/i la nostra piena solidarietà.

This entry was posted in Senza categoria. Bookmark the permalink.

One Response to Rigurgiti fascisti e repressione una brutta giornata.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


5 + tre =