Fiducia si ma in noi stessi!


La battaglia politica, e non, di Roma è trascorsa da poche ore e tutti si affannano a darne le interpetrazioni più disparate. Non ci interessa stare qui a discutere delle sorti del governo del mafioso di Arcore e nemmeno stare a ipotizzare scenari futuri che sono imprevedibili come imprevedibile è questa crisi capitalistica. La battaglia di Roma avviene dopo le battaglie di Atene, Parigi, Dublino, Londra e non può essere letta scindendola da esse. Chi vuole banalizzare il tutto con un ridicolo antiberlusconismo si accodi all’opposizione di sua maestà fatta dal PD di Calearo e dall’Italia dei Valori di Scilipoti e Razzi. Proprio grazie a questi tre signori, eletti anche da chi ha preferito alle ultime elezioni politiche votare per il centrosinistra (PD e IDV) invece che per altre forze con la scusa del voto utile per battere Berlusconi, il governo rimane in piedi e compierà altre malefatte.
Parliamo invece di noi e facciamolo senza remore, timori. Facciamolo con i mille dubbi che deve avere chi ha una mente critica e non cadiamo nelle “verità preconfezionate” da qualunque parte arrivino ma facciamolo. Conquistiamo fiducia nei nostri mezzi e smettiamo di pensare che qualcuno o qualcosa risolverà i problemi per noi. Il centrosinistra in tutte le sue forme ha già governato questo paese e i disastri da esso compiuti sono sotto gli occhi di tutti. Il centrosinistra governa in Grecia e in Spagna eppure le cose in quei paesi non vanno meglio. Forse è giunto il momento di rifondare una sinistra e per farlo bisogna partire da un elemento centrale la rottura con il pensiero perverso delle delega. Intendiamoci non siamo diventati anarchici e non rifiutiamo aprioristicamente l’idea del voto. Stiamo solo dicendo che rompere con la destra significa principalmente rompre con l’idea che qualcuno metta a posto le cose per noi. Non sarà un messia a salvarci ma la partecipazione di chiunque si assumerà le proprie responsabilità. Ogni essere umano è politico ed ogni azione è politica. Quando comprendiamo questo siamo già ad un buon punto. Dopo la manifestazione dei “militonti”; del PD di sabato scorso che apparivano apatici, ingenui, inglobati; è arrivata la manifestazione dell’opposizione sociale di ieri. E le differenze si sono viste. In piazza è sceso un popolo combattivo. Questo popolo è plurale e non è riconducibile ad un partito. Questo popolo è in movimento ed è critico non si beve tutto quello che gli raccontano. Questo popolo è pronto ad assumersi le proprie responsabilità mettendo i gioco i propri corpi. Così mentre i corrotti Scilipoti e Razzi e il corruttore Berlusconi tengono in vita il governo più reazionario della Storia repubblicana decine e decine di militanti vengono feriti o arrestati perchè fronteggiano la polizia schierata a difesa dei palazzi del potere. La nostra solidarietà agli arrestati è totale e la richiesta di scarcerazione per tutti immediata. Troviamo ridicole le tesi che a sinistra oggi parlano di Black Block o di infiltrati. E’ stata, infatti. un’intera piazza che ha deciso di assediare i palazzi del potere e che ha praticato l’autodifesa. Se qualche “anarcoide” ha esagerato o se qualche “sbirro” ha infiltrato il movimento si tratta di eccezioni che non sminuiscono il dato politico. La stessa ironia che ha caratterizzato gli studenti ribattenzandosi book block spazza via le analisi degli opportunisti di turno. Il dato che emerge è che la piazza di Martedì 14 non solo è incompatibile ma è alternativa a quella di Sabato del PD. Certo a molti dirigenti dei tradizionali partiti della sinistra che volevano cavalcare il movimento per poi andare a trattare con il PD successivamente, dopo ieri, si trovano in maggiore difficoltà perché i salotti buoni non possono accettarli. L’opportunismo non paga. O si sta con il PD o si sta con i movimenti. Lo avevamo detto dopo il 9 giugno 2008 in occasione della visita di Bush in Italia lo ridiciamo oggi.
A prescindere da quale decisioni prenderanno i vari partitini sara bene che i movimenti ripongano fiducia solo in se stessi autorganizzandosi e autogestendosi. La necessità di una politica anticapitalista avanza in tutta Europa e guai a rimanere indietro.

This entry was posted in Senza categoria. Bookmark the permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


8 − = quattro