Finalmente a Camaiore è finita l’era Bertola


Dopo dieci lunghi anni finisce l’era Bertola e Camaiore prova a voltare pagina. Il risultato delle urne è netto. Già al primo turno (6 e 7 maggio) si era intuito che il centrodestra camaiorese aveva un destino comune a quello del centrodestra nella maggior parte dei casi del paese. Il disincanto tra i cittadini era stato altro con il 37% che disertava le urne e con quasi un altro 4% che annullava la scheda. Tra i voti validi di lista si vedeva un netto crollo del PDL che non raggiungeva nemmeno il 20% ma non arrivava nemmeno la, tanto annunciata, vittoria del UDC che si fermava sotto il 10%. Il passaggio del sindaco uscente, il factotum Giampaolo Bertola, dal PDL al partito di Casini non giovava a nessuno dei due. Le liti, le accuse di scarsa lealtà e i continui sospetti, anzi, danneggiavano l’intera coalizione del centrodestra e soprattutto il candidato a sindaco Alberto Matteucci che prendeva il 6% in meno dei voti delle liste che lo sostenevano. Al turno di ballottaggio (20 e 21 maggio) si arrivava perché ad Alessandro Del Dotto mancavano qualche centinaio di voti quelli della sinistra anticapitalista (PCL e Sinistra Critica) che avevano dato indicazione al primo turno di annullare la scheda. Al secondo turno con l’obbiettivo di battere la destra e liberarsi finalmente di Bertola questi voti confluivano sul candidato Alessandro Del Dotto. Le schede nulle al primo turno erano 647 al secondo turno scendevano a 281 a dimostrazione che esiste una sinistra anticapitalista a Camaiore che ha un potenziale di voti che si aggira attorno al 2,4% presto riscontrabile anche dal calo della lista della federazione della sinistra che si ferma al suo minimo storico con il 5,6%
Alessandro Del Dotto al ballottaggio surclassava Alberto Matteucci di quais 3000 voti. Pur non facendosi molte illusioni sul centrosinistra, la sconfitta della destra e l’esclusione di Bertola dal consiglio comunale ci rallegrano non poco. Finisce cosi la buia stagione di Bertola caratterizzata da un eccessivo decisionismo, dal culto dell’immagine e dell’apparire, da una supponenza e una presunzione politica difficile da riscontrare altrove, da inchieste giudiziarie, da politiche speculative, da criminalizzazione e repressione dei movimenti.
La storia del centrodestra a Camaiore iniziò il 10 giugno 2002 dopo aver vinto il turno di ballottaggio grazie al ribaltone di Pezzini che dalle primarie del centrosinistra passò all’appoggio al centrodestrra. Il giorno dei festeggiamenti vide subito un’intimidazione di alcuni simpatizzanti del centrodestra sotto casa di alcuni compagni del centro sociale “Tempi Moderni” ma a distanza di tempo la cosa fu ribaltata in un processo farsa che vedeva imputati i compagni per minacce con coltello al figlio del sindaco. Per la gioia dei pennivendoli di regime la farsa durò 7 lunghi anni ma si concluse con due assoluzioni piene per i compagni. La testimonianza del sindaco in aula portò i legali dei compagni a presentare un esposto alla procura per falsa testimonianza, archiviato dagli inquirenti. Dopo pochi mesi dall’insediamento Bertola si lanciò nel progetto dell’eco – mostro all’Arlecchino. Per fortuna le mobilitazioni dei cittadini impedirono che si realizzasse questa sciagurata opera. Tra esternazioni demagogiche, soldi spesi per la scorta l’amministrazione di centrodestra proseguiva nella cementificazione del territorio grazie allo strumento del financial project. La realizzazione del pontile, su cui la magistratura ha aperto più di un inchiesta, rispondeva all’esigenza di un città vetrina dove tutto luccica. Ma come dice il proverbio non è oro tutto quel che luccica e cosi negli anni arrivavano le rotture con Pezzini e poi quella con il suo vice sindaco Alessandro Santini scaricato su due piedi. E arrivavano scandali che coinvolgevano alcuni dirigenti comunali. Intanto continuava, nonostante tutto, la propaganda ma non tutti se la bevevano e l’avventura dopo dieci anni finiva con un sindaco uscente che non riusciva nemmeno a farsi eleggere in consiglio comunale.
Insomma finisce un epoca buia e ce ne rallegriamo.

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