Il 29 giugno a Viareggio è il giorno del ricordo e lo rimarrà per sempre. Sono passati quattro anni ma nessuno ha dimenticato perché non si può e, soprattutto, non si vuole. Viareggio attende giustizia per quella strage, figlia del profitto, che ha strappato alla vita trentadue persone innocenti che vivevano nelle loro case in una serata d’inizio d’estate. Quarto anniversario e almeno diecimila persone in piazza che sfilano in silenzio con striscioni che ricordano e denunciano quanto accaduto. Ci sono i famigliari delle vittime, con la loro dignità che accompagna il loro dolore immutato. Ci sono le delegazioni delle altre stragi d’Italia, rimaste impunite, come i famigliari della strage della Moby Prince di Livorno. Ci sono i ferrovieri e tra loro c’è Riccardo Antonini, da sempre, in prima fila per chiedere sicurezza e giustizia e che per questo è stato licenziato dal signor Mauro Moretti. Mauro Moretti non c’è. Non ha il coraggio di guardare negli occhi i famigliari delle vittime del suo maledetto treno. Definì la strage di Viareggio uno “spiacevole incidente” e questa frase vigliacca a Viareggio non è stata dimenticata infatti lungo i muri delle strade ci sono manifesti contro l’amministratore delegato delle ferrovie. Il corteo sfila tra ali di folla che guardano tristi. Ci sono i volontari che danno acqua. Molti sono gli stessi che quattro anni fa si prodigarono per portare i soccorsi. La Croce Verde sfila con la foto del suo presidente, Milziade Caprili, recentemente scomparso. Il corteo è chiuso dai compagni dei centri sociali e dagli anticapitalisti, alcuni giunti persino da altre città, ci sono anche gli occupanti del Colombo e tantissimi precari. Tutti sfilano dietro allo striscione: “Sicurezza e giustizia per Viareggio. Sicurezza, Casa, Lavoro”. Il corteo fa il cavalcavia e giunge al parcheggio della Pam dove si alternano diversi interventi. Oltre al sindaco Leonardo Betti parla il vicesindaco Gloria Puccetti nonché madre di Matteo Valenti, il giovane che perse tragicamente la vita nell’incendio della Mobil Oil. Parla anche Daniela Rombi, madre della giovanissima Emanuela morta diversi giorni dopo quella maledetta strage e, presidente dell’associazione “il mondo che Vorrei”. Emanuela Menichetti e la sua compagna Sara Orsi frequentavano il centro sociale SARS e non sono state dimenticate dai compagni. Daniela parla dell’importanza di essere in piazza e lo fa con una forza e una grinta che non possono lasciare indifferenti. Tocca poi alla bravissima Elisabetta Salvatori emozionare con uno spettacolo che fa venire il nodo in gola a molti dei presenti. Intanto i treni passano e salutano con un suono lungo e straziante. Poi arriva l’ora fatidica e vengono letti i nomi delle trentadue persone uccise da quel treno bomba. Molte persone si fermano alla casina dei ricordi altre se ne vanno. Per molti viareggini l’appuntamento è per l’anno prossimo. Quello che è certo che l’Assemblea 29 giugno e l’associazione “il mondo che vorrei” continueranno la loro lotta, invece, quotidianamente. Continueranno a seguire l’andamento del processo auspicandosi che si accertino, fino in fondo, le responsabilità degli imputati. Viareggio vuole giustizia e soprattutto vuole che stragi simili non si ripetano.
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