Massa:Il revisionismo non passa

Non ci interessa qui ripercorre un pezzo di Novecento e meno che mai fare un articolo di cronaca ma smontare le strumentalizzazioni politiche. Con questo spirito siamo andati in piazza a sostener gli antifascisti massesi che hanno presidiato la loro città mentre i fascisti di Casa Pound e Forza Nuova accompagnati dai “parenti per bene” della destra istituzionale cercavano nuovamente legittimazione usando la vicenda delle Foibe. Il video che segue non vuole essere un resoconto della giornata antifascista e nemmeno ambisce a ricostruire verità storiche vuole provocare l’idiozia che una certa destra uscita dal ghetto ostenta. Le Foibe decontestualizzate, e strappate dai processi logici e cronologici della storia, rispondono a quei meccanismi di par condicio tanti cari al potere. Dopo il giorno della memoria per condannare i crimini nazifascisti ecco il giorno del ricordo per condannare i crimini “comunisti”. Un meccanismo perfetto che funziona come un orologio seppure in ritardo di oltre mezzo secolo. La guerra scompare dai radar della storia magari per riapparire come ricetta anticrisi in qualsiasi area periferica del pianeta. Rimane l’accusa alle ideologie come se i bombardamenti di Dresda o Cassino per non parlare delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki fossero altro rispetto alle barbarie della seconda guerra mondiale. Come se, oggi, non vivessimo in un’epoca ideologica. Ecco che se è giusto stare dalla parte dell’antifascismo, contro il fascismo, è insufficiente se non si sta, anche, contro chi il fascismo lo ha generato. Per questo riaffermiamo oggi la critica al sistema capitalista che nel corso del secolo passato ha generato due guerre mondiali e numerosi conflitti locali. Senza la guerra imperialista degli anni ’90 che ha smembrato la Jugoslavia oggi saremmo qui ad ascoltare un’altra storia. Le opinioni sono opinioni ma ad attaccare i popoli slavi, ad umiliarli fu per primo il fascismo e questa non è un’opinione ma un fatto. Chiamiamo oggi a testimoniare proprio quel Benito Mussolini tanto rimpianto dai fascisti del terzo millennio. «Di fronte ad una razza inferiore e barbara come la slava, non si deve seguire la politica che dà lo zuccherino, ma quella del bastone. I confini dell’Italia devono essere il Brennero, il Nevoso e le Dinariche: io credo che si possano sacrificare 500.000 slavi barbari a 500 italiani» In questo breve discorso pronunciato dal duce d’Italia; e non dal truzzetto che tifa Lazio e che pensa che i migranti rubino il lavoro agli italiani; c’è una grande di verità. A storici preparati e precisi come la Alessandra Kersevan lasciamo il compito di difendere la storia dai volgari tentativi di riscrittura noi ci permettiamo di sdrammatizzarsi su come faceva Sabina Guzzanti:” E allora le Foibeeee?”

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