Chiamò matta una manifestante rinviato a giudizio noto direttore di giornale

Aveva definito matta una compagna ritratta in una foto pubblicata sul suo giornale online e adesso viene rinviato a giudizio. La foto ritraeva una compagna del Blocco Anticapitalista che, durante la contestazione al razzista Borghezio a Viareggio lo scorso maggio, urlava. Il semplice fatto di urlare la propria passione antifascista e antirazzista aveva autorizzato il direttore della Gazzetta di Viareggio, Aldo Grandi, a descriverla come matta. La compagna, assistita dall’avvocato Filippo Antonini del Foro di Lucca, espose querela. E adesso il signor Aldo grandi è stato rinviato a giudizio per il reato di diffamazione a mezzo stampa (art. 595 c.p.) L’udienza è stata fissata per il 10 luglio.

“Non siamo giustizialisti e non deleghiamo alla magistratura la nostra difesa” dicono quelli del Blocco Anticpitalista “Tuttavia, non potevamo rimanere inermi di fronte a chi cerca di criminalizzare continuamente i movimenti sociali. Non abbiamo mai preteso che nessun giornalista condivida quello che pensiamo ma non accettiamo insulti e calunnie.” Aldo Grandi, già più volte segnalato all’ordine dei giornalisti anche da alcuni suoi colleghi, fu anche denunciato da altri giovani perché in un altro contesto osò accostare il nome della Brigata sociale Anti Sfratto a quello delle Brigate Rosse. Di questa indagine non abbiamo però alcuna notizia.

Non sappiamo come finirà la denuncia per diffamazione e crediamo che la sentenza abbia anche un’importanza relativa. Quello che, invece, conta è che il tentativo di criminalizzare i movimenti, o peggio ancora di dipingere come opposti estremismi le lotte politiche, sia miseramente fallito. C’è chi vive di nostalgia e considera tutto ciò che incontra nel suo cammino un ritorno del passato perduto e c’è chi, invece, vive nel presente e ritiene il passato utile, solo, per la memoria che ci lascia in eredità. Nessuno di chi scrive in questo blog e lotta ha nostalgia, del comunismo sovietico, dei gulag e di qualsiasi altra idiozia novecentesca. Non siamo i nipotini di nessuno e sappiamo criticare le sinistre in modo aspro quanto sappiamo criticare le destre. I movimenti sociali di oggi vivono il loro presente che è fatto di lotte per il diritto all’abitare, per la difesa dell’ambiente contro le devastazioni delle multinazionali, di antirazzismo e antisessismo. E per quanto ci riguarda anche di mediattivismo perché crediamo ad una libera informazione che parta dal basso.

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