Il 15 marzo inaugurazione dell’officina Dada Boom

    Sabato 15 marzo in via Minghetti al Varignano aprirà l’Officina di Arte Fotografica e Contemporanea “Dada Boom” Ci sarà una mostra Collettiva “Fuori Tema” e un aperitivo per inaugurare. Abbiamo posto alcune domande ad Alessandro Giannetti che è il presidente di “Dada Boom”


    1)Come nasce l’idea dell’officina d’arte fotogfafica e contemporanea?

    L’ Officina nasce da esigenze diverse che viaggiano su binari paralleli. Alle esigenze professionali mie e della mia maestra e collega Anna Da Prato si sono aggiunte quelle di tipo aggregativo culturale. Abbiamo quindi deciso di investire nella costruzione di un’associazione culturale e condividendone lo statuto e l’impegno sociale, ci siamo affiliati all’ARCI.

    Riteniamo che serva uno spazio aperto alle nuove frontiere dell’arte, un ambiente di ritrovo dove giovani artiste ed artisti possano incontrarsi, confrontarsi e magari collaborare in progetti collettivi. Il territorio versiliese è ricco di giovani talenti, ma spesso sono scollegati tra loro a causa della carenza di spazi aggregativi, dove possano maturare in una collettività.

    Un altro motivo è racchiuso invece nel lunghissimo nome: Officina di Arte Fotografica e Contemporanea “DADA BOOM”.

    Nomi più corti ne potevamo trovare a bizzeffe ma ci tenevamo che fosse rappresentato lo scopo culturale principale, cioè far conoscere la fotografia come arte contemporanea ancora troppo sconosciuta nel territorio. Se è vero che nell’ambito della fotografia tradizionale la Versilia è piena di fotografe e fotografi di qualità, da un punto di vista prettamente artistico il pensiero fotografico è rimasto agli anni ’50 dello scorso secolo, escludendo di fatto i contributi contemporanei di artiste e artisti (fotografi/e) come Nan Golding, Jeff Wall, Gabriel Orozco, Thomas Struth, John Divola e molti altri/e che rappresentano le colonne portanti della fotografia come arte contemporanea. Tra questi, un omaggio particolare, è stato rivolto al precursore di tutto questo, il fotografo ed artista Man Ray, esponente del movimento Dada che rappresenta le radici nostre e di una gran fetta dell’ arte contemporanea.


    2) La scelta del quartiere Varignano è casuale o ha delle motivazioni specifiche?

    Per niente casuale. Il Varignano è un quartiere che ho avuto modo di conoscere grazie all’esperienza del Cantiere Sociale Versiliese, in cui sono lieto di essermi speso ed in cui intendo continuare a spendermi come presidente. Questo quartiere popolare, abitato da famiglie che vivono sulla propria pelle i segni della crisi, è l’esempio lampante di abbandono e del becero tentativo istituzionale di trasformazione in quartiere ghetto. Per fortuna, vuoi per il lavoro delle associazioni e laboratori che ogni giorno lavorano per la costruzione di un modello alternativo e di resistenza ai tagli al sociale, vuoi per il fatto che il Varignano è un quartiere cosciente, con una capacità di auto-difendersi piuttosto rara, questo tentativo è miseramente fallito. È in questi luoghi che l’arte svolge tutto il suo ruolo sociale, è in questi luoghi che l’aggregazione e la comunicazione svolgono il compito più utile alla società, ad esempio rivalorizzando le più grige vedute periferiche oppure sviluppando lo spirito critico e creativo utili per il progresso culturale dell’ intera umanità.

    L’ “arte per arte” è un concetto puerile, l’arte è per il popolo!” questo non lo dico io ma Charles Baudelaire mentre partecipava attivamente alla rivoluzione del 1848 a Parigi.

    Questa affermazione passò alla storia perchè stravolse ovviamente il pensiero generale dell’arte introducendoci a quello contemporaneo ripreso più tardi dalle avanguardie.


    3) Ci sembra di intendere che l’arte e il sociale non siano cosi sganciate con quali soggetti del territorio intendete collaborare e in che modo?

C’è un mercato imponente dell’arte che è scollegato dal sociale e c’è l’arte fuori mercato che viene direttamente dai soggetti sociali.

Per quanto ci riguarda a noi interessa l’arte fuori mercato e siamo assolutamente disponibili alla collaborazione con le realtà che già vivono il territorio come il Cantiere Sociale Versiliese, Il Laboratorio 21 con cui abbiamo già stretto ottimi rapporti e l’Anfiteatro Fabio Chiesa. Un sogno personale sarebbe lavorare tutti insieme per la costruzione di un festival artistico itinerante tra le varie realtà del Varignano, dimostrando quanto detto precedentemente, il progresso del pensiero artistico futuro partirà dalle periferie.

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