Lezione di illuminismo o di come si cucina il cacciucco?

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Il giorno dopo la contestazione a Salvini ne leggiamo di cotte e di crude ma tutte indigeribili in quanto figlie di quell’informazione addomesticata che sta sempre dalla parte del political correct e che non prova mai a mettersi nei panni della gente che riesce a fare due cose assieme ragionare e incazzarsi. Sono rari quelli che ragionano, un po di più quelli che incazzano. Sono rarissimi quelli che prima ragionano e poi si incazzano. Tra i contestatori di Salvini per noi ci sono persone in grado di fare entrambe le cose ma sui giornali abbiamo dovuto leggere le solite ovvietà per lo più crude e non masticabili. Lasciando da parte gli insulti gratuiti di certi siti di informazione on line a cui non vale nemmeno la pena fare pubblicità. L’articolo più interessante, si fa per dire, è stato l’editoriale di Enrico Salvatori sulla cronaca di Viareggio della Nazione. Una lezione sull’illuminismo che ci lascia molto perplessi. Inizia con la frase scontata che tutti conosciamo e che viene attribuita a Voltaire. “Non la penso come te ma darei la vita per farti dire quello che pensi.” E poi battezza non illuministi i contestatori. Premesso che la patente di illuminista non la danno certo i giornalisti della Nazione come di nessun altro giornale. Sarebbe opportuno non ridurre l’illuminismo ad una frase.
L’illuminismo fu un movimento politico, sociale, culturale e filosofico molto complesso sviluppatosi intorno al XVIII secolo in Europa che raggiunse il suo apice in Francia. Il termine è passato, poi, a significare genericamente qualunque forma di pensiero che voglia “illuminare” la mente degli uomini, ottenebrata dall’ignoranza e dalla superstizione, servendosi della critica della ragione e dell’apporto della scienza. Salvini e la Lega Nord ci rientrano a pieno? Ci sembrerebbe proprio di no anzi a vedere le loro idee sull’omosessualità, sull’immigrazione, sulle altre religioni sembrerebbe non ci rientrino nemmeno di striscio. Intendiamoci non vogliamo essere noi a dare la patente di illuminista. C’è chi dice che fascismo e antifascismo appartengono al secolo scorso e che sono categorie che andrebbero superate e adesso ci si ripropone categorie di tre secoli fa. L’illuminismo ha avuto molti figli e i figli si sa camminano con le proprie gambe specie quando il padre muore. Sono figli dell’illuminismo il giacobinismo e la rivoluzione francese compreso la ghigliottina. Ma è figlio dell’illuminismo anche il dispotismo illuminato ovvero il governo assolutista di una monarchia illuminata. E proprio nella Toscana, che ieri Salvini e Borghi hanno oltraggiato con la loro vuota retorica, uno di questi regimi a disptismo illuminato abolì la pena di morte il 30 novembre 1786. Magari Borghezio e qualche altro parlamentare leghista la vorrebbero reinserire ma queste sono quisquiglie.
Per qualcuno democrazia è far parlare tutti e si cita in modo del tutto decontestualizzato l’illuminismo ma l’illuminismo c’è stato secoli prima del nazifascismo e delle dittature del ‘900. Per Sandro Pertini, democrazia non era dare la parola a tutti ma fare incontrare la libertà con la giustizia sociale. Non siamo perché Salvini non parli. Può dire tutte le castronerie che vuole ma è un diritto democratico anche contestarlo. “Libero fischio in libera piazza” diceva, sempre, Sandro Pertini che nel luglio 1960 guidò le manifestazioni contro il congresso del MSI nel capoluogo ligure.
L’editoriale di Salvatori prosegue con altre contraddizioni parlando di città friendly che non può diventare improvvisamente intollerante. La domanda che ci poniamo è questa: “si diviene più intolleranti se si contesta degli intolleranti o se si lascia Salvini che è contro il friendly pronunciare parole omofobe senza alcuna critica?” La risposta ci appare scontata.
La strana lezione di storia si  trasfroma poi in una lezione di cucina e in particolar modo nella ricetta di come si cucina il cacciucco. Salvatori, infatti, mescola notizie di cronaca giudiziaria come il grave episodio di violenza ad una competizione sportiva con la contestazione a salvini. Ognuno è libero di pensarla come vuole ma non si può stravolgere la realtà facendo passare centinaia di viareggini indignati che protestavano per un manipolo di esaltati. Del resto se nello stesso giorno prima a Massa e dopo a Pisa altri sono scesi in piazza ci sarà un perché e forse questo perché è più illuminante e illuminato di quanto pensi il signor Salvatori.

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