Terrorismo e guerra sono figli del barbaro capitalismo

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La guerra genera il terrorismo e il terrorismo genera la guerra. Le barbarie generano sempre altre barbarie in una aspirale infinita che rischia di portare il mondo intero nel baratro. Le drammatiche immagini di Parigi con tante giovani vite stroncate riverse per le strade sono una ferita alle coscienze di noi tutti. Pensare che tre secoli dopo il secolo dei lumi ci siano persone che uccidono in nome di un dio è qualcosa di incredibile quanto di nauseabondo.

Non si può non essere empatici e solidarizzare con le vittime di Parigi. Tuttavia, un conto è solidarizzare con queste vittime ed un conto è cadere nelle retorica sciovinista. In questi giorni in tanti, molti anche in buona fede, hanno esposto il tricolore francese. Pensiamo che questa scelta, seppure dettata da buoni sentimenti, faccia il gioco del governo di Hollande che da sempre ha in mente la guerra. Le vittime di Parigi non sono le uniche. Attentati di altrettanta ferocia sono avvenuti a Beirut, in Kenya, in Turchia e all’aereo russo in volo sopra l’Egitto. Gli esecutori sembrano essere sempre i taglia gole dell’ISIS. Ma chi ha armato, finanziato e sostenuto i taglia gole del califfato? Purtroppo ancora una volta il mostro è uscito dal grembo dell’occidente. Gli interessi imperialisti di USA, UE, e delle potenze regionali del Medio Oriente alleate della NATO hanno contribuito non poco a rafforzare il califfato. La Turchia ha usato l’ISIS sia in chiave anti Assad in Siria e sia contro i curdi. Il popolo curdo e la sua avanguardia di Kobane e del Rojava sono in prima linea a combattere militarmente contro l’oscurantismo del califfato ma la Turchia, membro della NATO, preferisce bombardare le postazioni dei guerriglieri comunisti piuttosto che l’ISIS ha anzi fatto passare tranquillamente a molti jahdisti i propri confini. Sullo stesso attentato di Ankara sembra che vi siano complicità tra i servizi segreti turchi e l’ISIS. Moltissimi dirigenti del PKK marciscono nelle carceri turche colpevoli di volere l’autodeterminazione del proprio popolo e l’intera società turca vive sotto una cappa repressiva di piombo. Israele l’altro cane da guardia della regione, quando non è impegnato a massacrare i palestinesi, concentra i suoi sforzi contro due nemici storici dell’ISIS i guerriglieri sciiti di Hezbollah e l’Iran. Un colonnello dei sionisti è stato arrestato in Iraq, in compagnia dei terroristi, ed è stato accusato dalla polizia irachena di avere addestrato membri dell’ISIS. L’Arabia Saudita, altro grande alleato degli USA nella regione, è il principale finanziatore assieme al Qatar di questi taglia gole ma nessuno dice niente nemmeno quando i sauditi massacrano civili inermi nello Yemen. Al Qatar si concedono pure di fare i mondiali di calcio per natale. E’ questa la potenza del dio denaro. Appare chiaro, senza bisogno che ce lo confermasse il Cremlino come ha fatto, che alcuni paesi dell’occidente e alcuni alleati degli USA finanziano l’ISIS. Armi a questi terroristi sono arrivati dalla Francia e persino dall’Italia. Il terrorismo islamico, tutto di matrice sunnita, è quindi funzionale al mantenimento dello status quo e ad impedire che le popolazioni del Medio Oriente si liberino dal giogo dei dittatori, dell’integralismo religioso e dai ricatti dell’imperialismo.

La crisi economica che investe il capitalismo mondiale non ha altre vie d’uscita se non quella della guerra per questo i capitalisti e i loro governi complici usano la religione, il nazionalismo, il terrorismo e ogni strumento in loro possesso per mantenere il potere e continuare a perpetrare i loro crimini. Le famiglie Bush e le famiglie Bin Laden erano amiche. Del resto a questi delinquenti che governano il pianeta interessa solo aumentare i propri profitti a scapito delle vite di noi tutti. Le lacrime che versano dopo gli attentati, i capi di stato e i loro lacchè, sono lacrime di coccodrillo. In realtà lor signori colgono il pretesto per bombardare nuove zone del mondo e investire nuovi capitali in operazioni di morte. Il terrorismo e la guerra infinita sono un affare colossale.

I tempi che ci aspettano sono tra i peggiori perché la tendenza alla guerra comporterà restrizione delle libertà costituzionali, repressioni sempre più forti per chi dissente e tagli allo stato sociale e maggiori investimenti in armamenti. L’Italia chiude gli ospedali per comprare gli F35. E già si annunciano divieti per manifestazioni perché la polizia sarà impegnata altrove. Provare a invertire questa tendenza è pressoché impossibile se non si mette in discussione il sistema capitalista che poggia le sue fondamenta sulle guerre e le devastazioni. Uscire dal capitalismo diviene sempre di più una necessità per salvare l’umanità e il pianeta tutto da una distruzione imminente.

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