Fa discutere l’azione di net art del Dada Boom

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Ha creato non poche discussioni fuori e dentro il web l’azione di net art promossa dal “Dada Boom” Pubblichiamo qui integralmente il lungo comunicato che spiega l’esperimento e l’azione finale
I corpi di Luca Fani, Michele Marrone e Sara Marrone, tre personaggi inventati da l’Officina Dada Boom, sono stati esposti in piazza Piave, a Viareggio, come simbolo della loro morte. Si è così concluso l’esperimento situazionista di net art iniziato ad agosto e sviluppatosi su Facebook e alcune pagine locali. L’intento era quello di rendere espliciti alcuni malsani meccanismi del “dibattito in rete”. Chi pensa che la democrazia e la partecipazione si possano fare con internet non si rende conto che in rete chiunque si trasforma in un personaggio, un tuttologo spesso ignorante dell’argomento su cui esprime le proprie opinioni e pronto a scagliarsi contro ogni “diverso” di turno. I tre personaggi erano stati creati con il preciso intento di provocare discussioni e con la loro morte si spera di attivare, almeno nelle persone che si sono sentite coinvolte, una seria riflessione sul ruolo della rete nella creazione di idee ed opinioni.
Domenica 27 dicembre avranno luogo i funerali di Luca Fani. All’happening artistico “Cattivi natali” presso l’Officina Dada Boom, dove erano state esposte due sue opere. Mentre tutti come pappagalli avranno finito di augurare Buon Natale e si prepareranno a dire Buon anno noi faremo “Cattivi Natali”. E se qualcuno pensa che siamo anche contro il natale rispondiamo come farebbe Luca Fani: “Quale natale? Quello cristiano che festeggia la nascita di Gesù? Quello pagano che festeggia il dio Sole? O quello capitalistico che festeggia il dio denaro?”.
Di seguito potete leggere la descrizione dettagliata del nostro “esperimento artistico di comunicazione social”.
Comunque Buone feste!!
Con l’azione di esporre dei manichini in piazza Piave a simboleggiare la morte di Luca Fani, profeta viareggino, e del suo ragazzo Michele Marrone uccisi per mano di ignoti e di Sara Marrone suicidatasi con una overdose di eroina; l’officina d’arte fotografica e contemporanea “Dada Boom” ha posto, di fatto, fine ad un esperimento di situazionismo e net art iniziato ad agosto.
Luca Fani, Michele Marrone e Sara Marrone sono tre personaggi inventati di sana pianta. Ad ognuno di essi è stata attribuito un profilo psicologico ben preciso. Luca Fani era il più carismatico, un fanatico di religione in particolar modo di quel cristianesimo avventista che si risvegliò nel diciannovesimo secolo negli USA e che ha prodotto decine di nuove chiese cristiane le più famose sono la chiesa avventista del settimo giorno e la congregazione dei testimoni di Geova. La scelta su questo filone del cristianesimo non è stata casuale ma voluta per diversi motivi. In primo luogo perché sono religioni legate allo studio dei testi ritenuti sacri più che alla tradizione orale e scritta tramandata dal clero, in secondo perché sono le cosiddette religioni cristiane materialiste non credono nell’anima e in regni ultraterreni ma nella resurrezione del corpo alla fine dei tempi e in fine perché sono minoranze spesso discriminate e derise.
La figura di Luca Fani è stata creata in modo da essere avvenente, egocentrico e un poco vanesio con dei leggeri sensi di colpa per questo. Qualcuno lo ha definito un icona gay e flirtava nelle chat con donne e uomini ma i suoi gusti propendevano decisamente per questi ultimi. Luca Fani è stato pensato gay perché questo apriva una contrasto con il suo essere cristiano. Inoltre, lo faceva appartenere ad un’altra minoranza. Se la cavava con bizzarre invettive sulla sodomia e su battute inneggianti al sesso orale. Insomma il peccato era solo la penetrazione anale e non le altre pratiche sessuali. Luca Fani cercava di ricorrere ai testi sacri e ad una primitiva teologia russelliana. Michele Marrone, il suo ragazzo, più giovane di lui è stato pensato come un tipo sportivo, tifoso della fiorentina, era impulsivo con atteggiamenti da bullo. Voluti alcuni suoi strafalcioni letterari per renderlo più povero culturalmente. Tendenzialmente ripeteva a pappagallo gli slogan di Luca Fani in modo da apparire plagiato forse per amore. Michele doveva apparire più realista del re e aveva il compito di strafare. Era geloso e spesso litigava con Luca Fani in chat collettive e nelle pagine.
Sara Marrone, sorella di Michele, trentunenne è l’ultima entrata in scena. Abitante a Firenze e con un passato non del tutto risolto da tossicodipendente. Sara era stata colpita dall’annuncio evangelico del ragazzo di suo fratello.
Tutti e tre fortemente antirazzisti cercavano di denunciare le continue esternazioni discriminatorie e intolleranti che circolano in rete.
Questi personaggi venivano coadiuvati da altri personaggi reali che alle volte sostenevano le loro tesi e altre volte contrastavano di proposito. Oltre che sui propri profili Facebook l’intervento è stato sviluppato su alcune pagine locali. L’obbiettivo non era come qualcuno ha erroneamente pensato di danneggiare il dibattito che avveniva in quelle pagine. Definire questa azione l’azione di troll malvagi è sicuramente banale e non veritiero. Non si è trattato neppure di uno scherzo ben riuscito anche se le caratteristiche della burla ci sono tutte. Si è trattato invece a tutti gli effetti di una provocazione artistico sociologica finalizzata a mettere in risalto una molteplicità di aspetti. La differenza tra il mondo virtuale dei socialnetwork e la realtà di un vivere quotidiano. Questa può apparire un’ovvietà ma, di fatto, non è così. Il confine labile tra fiction e realtà, già accorciato dalla televisione, si ripresenta ampliato dietro un PC. Se è vero che chiunque può partecipare quel chiunque può assumere le forme più impensabili e imprevedibili.
Chi pensa che la democrazia e la partecipazione si possano fare con internet non si rende conto che la rete tende a trasformare le persone in personaggi e molte volte in personaggi pirandelliani. Il dibattito nella rete non è il dibattito nelle università ma non è nemmeno il dibattito di una sala mensa di una fabbrica o di un ambulatorio del proprio medico. Si tratta molto spesso di una gara tra tuttologi che tendono a colpire il diverso. L’esperimento conferma che la maggioranza, confusa e omologata, che invoca la difesa delle proprie origini e tradizioni escludendo chi viene percepito, a torto o ragione, come straniero in realtà ignora le stesse e proprie usanze e costumi. L’ignoranza in materia di religione tocca picchi altissimi. Non solo le persone non conoscono qual’è la differenza nel mondo islamico tra uno sciita e un sunnita ma nemmeno sono a conoscenza delle differenze tra le varie chiese cristiane. Parlare di radici giudaico – cristiane assume quindi il significato di una vuota astrazione demagogica. Il menefreghismo verso la conoscenza delle differenze nella cristianità non significa però il protagonismo di un pensiero laico bensì l’affermazione dell’ipse dixit. Non conoscono i vangeli ma non toccate loro i presepi e gli alberi di natale! L’albero di natale deriva della tradizione pagana ed è quindi, a ragion di logica, sicuramente più anticristiano di un corano che fa nascere Gesù sempre da una vergine ma invece che sotto una grotta sotto una palma.
Siamo di fronte al bar dove tutti parlano di pallone e nessuno ha ancora capito come funziona la regola del fuorigioco. Dopo i gravi attentati di Parigi sui socialnetwork tutti sono diventati esperti di politica internazionale e magari solo perché hanno seguito un telegiornale o perché hanno fatto una vacanza a Sharm El Sheik. Alla stessa identica maniera di come si diviene CT della nazionale di calcio senza, magari, mai avere indossato un paio di scarpe con i tacchetti. L’atteggiamento del tifoso inferocito prevale su quello dell’esperto ecco che oggi l’immigrato ma anche l’omosessuale o altre categorie rimangono il bersaglio preferito degli uomini della caverna che navigano in internet. Le battute omofobe e sessiste non sono mancate. magari non raggiungevano i consensi e la quantità di quelle contro gli stranieri ma rimane, di fatto, in ampi settori un atteggiamento di intolleranza e maschilismo. Nelle pagine Facebook, nonostante la buona volontà di chi le gestisce, si cade quasi sempre nell’opinionismo dove i fatti scompaiono e le opinioni sono punti per conquistare il trofeo del voler avere ragione mortificando la ragione. L’opinionismo, senza mai entrare nel merito dei fatti, porta ad esternare frasi del tipo “Ti devi vergognare” “Fai pena”, ecc.
Viviamo in una società liquida dove tutto corre ad una velocità impressionante e dove le verità vengono masticate e sputate senza tenere conto di alcuna dialettica.
In questo esperimento abbiamo visto nuovamente la facilità con cui i giornalisti intervistano e pubblicano notizie senza accertarsi delle fonti. Perfino i giornalisti della RAI erano pronti ad intervistare Luca Fani. Avevamo già dimostrato con il falso concerto di Gino Paoli dell’agosto 2014 come i media non stiano attenti alle fonti. Forse può apparire superfluo ma per l’ennesima volta ripetiamo l’invito a diffidare di qualsiasi notizia. Infatti se in passato per nascondere la verità non si davano informazioni ora si cerca di darne tante forse troppe e alle volte controverse, appunto opinioni e non fatti.
Il punto centrale però della provocazione era un avvenimento salvifico, il ritorno di Gesù o la fine del mondo per certi versi paragonabile ad una ora X che segna uno spartiacque nella storia. Gesù era molto più uomo che divino, visto come un condottiero e un generale pronto a guidare una guerra di liberazione forse proprio come era visto da tanti che lo acclamarono come il re dei giudei quando entrò in Gerusalemme la Domenica delle Palme. Su questo punto che è sicuramente quello centrale è bene spendere alcune parole. Oggi fortunatamente non siamo nel medioevo e molta gente non crede alla fine del mondo ma il motivo per cui la gente non ci crede è un motivo veramente razionale? “Luca Fani era da TSO”, “era da far internare” in disprezzo della civilissima legge Basaglia ma chi annunciava la fine del mondo nel 2012 o chi ogni giorno fa i soldi pubblicando e vendendo oroscopi o leggendo tarocchi magari gode di seguito. Ancora una volta la motivazione è da ricercare nella forza della comunicazione e non nella verità logica. Non abbiamo la controprova ma possiamo immaginarci che se domani un famoso un leader politico o religioso annunciasse la stessa cosa che annunciava Luca Fani e che tra l’altro annunciano veramente molti cristiani avventisti in molti lo crederebbero. Del resto seppure sulla dita di una mano qualcuno che ci credeva a quello che affermava il Fani c’era.
Qualcuno ha detto che questa nostra azione ha mancato di rispetto alla religione. Niente di più falso. Per mettere in risalto le contraddizioni del pensiero unico è stato scelto proprio un personaggio con una fede religiosa profonda e per questo deriso da tutti quelli che si credono post ideologici e che sono invece immersi fino in fondo nell’ideologia dominante, l’ideologia più forte che sia mai esistita quella che fa credere di non esistere, quella del mercato e del profitto. Ecco che la frase “la religione è l’oppio dei popoli” più volte pronunciata contro i nostri personaggi era decontestualizzata e destrutturata rispetto alle origini. Un certo ateismo che non si alimenta di dubbio è oggi più funzionale delle religioni di un tempo al pensiero dominante che celebra i suoi nuovi riti religiosi nei centri commerciali, nei supermercati, negli store.
La morte di Luca e del suo ragazzo Michele uccisi da ignoti dopo avere annunciato la volontà di sposarsi, nella chiesa cattolica che aveva celebrato i funerali di Licio Gelli, sono una forte critica all’oscurantismo religioso che non è la religione.
Ma chi ha ucciso Luca e Michele? La storia non lo dice forse dei terroristi come l’ISIS o forse i servizi segreti americani? Non si sa. Certo è che erano vestiti d’arancione come i taglia gole dell’ISIS vestono le loro vittime ma anche come gli USA vestono i condannati a morte.
Loro chiamavano nazipagani i nemici del messaggio evangelico e dentro questa categoria stavano un’infinità di tipologie.
Diversa è la morte di Sara Marrone giunta per un suicidio di overdose dopo avere appreso la notizia della morte del fratello e del profeta viareggino.
La scelta di Piazza Piave non è stata casuale. In quella piazza anni fa un signore anziano con problemi psichici, più volte, aveva scritto sui muri con un pennello frasi contro la chiesa e la pedofilia inneggianti al ritorno di Gesù. Inoltre, in questa piazza, molte volte è avvenuto spaccio e consumo di droghe. La lettera che Sarà Marrone ha scritto prima di suicidarsi è un grido di dolore e un’invettiva a come questa città lasci sole le persone. Troppi giovani viareggini sono caduti nella droga o si sono suicidati. Insomma con questa azione abbiamo voluto parlare di argomenti scomodi che la gente cerca di omettere troppo impegnata a disquisire di una buchetta in una strada, o a criticare questo o quell’assessore. Si perché in questo nostro paese dove tutti in rete sono commissari tecnici, esperti di geopolitica, psichiatri che consigliano TSO sono anche ottimi amministratori comunali peccato poi che quando c’è da assumersi delle responsabilità politiche tutti rifuggano.
Qualcuno con spocchia, a voler denigrare tutta l’operazione, ha detto Luca Fani non è un artista. Ma Luca Fani nemmeno esiste. Evidentemente c’è chi confonde un personaggio con l’intera fiction che è il vero prodotto artistico di questa azione di net art.
La nostra avventura finirà domenica 27 dicembre con i funerali di Luca Fani che avranno luogo durante l’happening artistico “cattivi natali” presso l’Officina d’arte fotografica e contemporanea Dada Boom. Mentre tutti come pappagalli avranno finito di augurare Buon Natale e si prepareranno a dire Buon anno noi faremo “Cattivi Natali”.
Alcuni anni fa un amministratore locale per avere scritto sul proprio profilo Facebook che non amava questa festa subì un vero e proprio linciaggio e per poco non fu quasi costretto a dimettersi. L’ipocrisia che è intorno al natale non ha eguali. E’ questo il periodo dell’anno con il maggior numero di suicidi. Se è vero che per molti è una festa spirituale dove vengono compiute azioni caritatevoli o un momento per rilassarsi e stare con le persone care è altrettanto vero che è anche una festa violenta che entra nelle nostre case attraverso le insopportabili musichette della pubblicità che fanno arricchire le multinazionali. Qualcuno adesso dirà che siamo anche contro il natale. Se non lo avessimo fatto morire faremmo rispondere Luca Fani e sicuramente lui risponderebbe: “Quale natale? Quello cristiano che festeggia la nascita di Gesù? Quello pagano che festeggia il dio Sole? O quello capitalistico che festeggia il dio denaro?” Poi ci ricorderebbe che i cattolici festeggiano il natale il 25 dicembre, gli ortodossi il 7 gennaio e che milioni di cristiani evangelici, avventisti e di altre confessioni non lo festeggiano proprio. La cose non sono bianche o nere ma hanno molti colori e ogni colore ha molte tonalità chi tenta di appiattire tutto dividendo tutto in due soli campi sbaglia. Il senso della nostra provocazione artistica era questo.
Siamo consapevoli che la maggioranza non capirà ma chi ha detto che la maggioranza ha ragione. Siamo anche consapevoli che qualcuno denigrerà il nostro modo di intendere l’arte, il sociale, l’impegno, la critica: liberissimo di farlo ma intanto l’obbiettivo di fare discutere lo abbiamo pienamente centrato.
Officina d’arte fotografica e contemporanea “Dada Boom”
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