Chi dimentica non solo perde il passato ma perde anche il futuro per questo in tante e tanti sono tornati a Piazza Alimonda a Genova perché il terrore di quei giorni è ancora vivo. Anzi è più forte che mai con le guerre, il terrorismo, il razzismo, la repressione e soprattutto con la morte. Si la morte: quella sui posti di lavoro per mancanza di sicurezza, quella in mare per chi fugge dalla fame e dalla guerra, quella nelle carceri per la violenza degli apparati repressivi, quella di chi pensa al profitto e preferisce costruire armi e chiudere ospedali. In tanti sono tornati per ricordare un compagno e un fratello che fino all’ultimo è rimasto davanti perché Carlo Giuliani non si è fatto disperdere ma ha deciso di fare resistenza alla violenza dei potenti che in quei giorni pianificavano gli incubi e gli orrori che ci hanno regalato in questi quindici anni.
A qualcuno fa rabbia che dopo quindici anni ci sia chi ricorda e rende omaggio ad un partigiano del ventunesimo secolo ma mai come quest’anno era doveroso perché tra il “popolo di Genova” è affiorata nuovamente la consapevolezza che avevamo ragione. Erdogan e le “cose turche” sono passate da noi quindici anni fa come la guerra globale e il liberismo che ha creato la crisi dentro la quale siamo ancora dentro. Anche da Viareggio, come ogni anno, una delegazione è salita ad onorare Carlo Giuliani. Presenti i militanti del Cantiere Sociale Versiliese e i ragazzi del Gruppo Autonomo Viareggio che si sono presentati, in una piazza gremita, con le loro bandiere. Il giorno precedente a Viareggio Communia ha attaccato striscioni con scritto “Genova 2001 avevamo ragione!”