Il PD è un partito spaccato. In tanti tra i democratici anche a Viareggio voteranno No.

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Le bugie hanno le gambe corte e il cerchio magico intorno a Renzi comincia ad essere nervoso. Non sono riusciti ad andare oltre la maggioranza di governo per approvare quella che chiamano riforma costituzionale ma che è solo un obbrobrio. Smentendo quanto disse Walter Verltoni, loro primo segretario, “Mai più riforme istituzionali a colpi di maggioranza.” Era il 2008 e il leader del PD diceva: “ Le riforme si fanno insieme alle opposizioni.” Ma si sa i tempi cambiano e, oggi, il PD di Renzi è allergico alle opposizioni e anche alle critiche. Si sente autosufficiente e va dritto per la sua strada nonostante si prenda le critiche da destra, da sinistra, dal centro, dai sindacati e dalle associazioni. E’ bene ricordare che ANPI, ARCI e CGIL e perfino i giuristi democratici si oppongono a quella che è giudicata come una deforma della costituzione e invitano a votare No al prossimo referendum del 4 dicembre. Ma il PD non è unito neppure come partito. Si sono schierati per il no nomi di prestigio e dirigenti importanti. Si va dall’ex presidente del consiglio Massimo D’Alema, all’ex segretario Luigi Bersani, dall’ex capogruppo alla camera Roberto Speranza, all’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, all’attuale presidente della regione Puglia Michele Emiliano, per il no anche il sociologo e parlamentare Luigi Manconi probabilmente voterà no anche la presidente della commissione antimafia Rosy Bindi insultata pesantemente da quel facinoroso del governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Ad essere schierati per il No sono almeno una ventina tra deputati e senatori del partito del Nazareno. Ma non sono solo i dirigenti ma anche molti circoli del PD ad essersi schierati per il No. A Modena sono ben 85 gli iscritti capitanati da tre consiglieri comunali e dalla senatrice Maria Cecilia Guerra che hanno annunciato battaglia. Lo scorso 8 ottobre si sono riuniti al circolo del Testaccio di Roma molti dissidenti per discutere il da farsi e hanno dato vita ai “democratici per il No.”

Anche a Viareggio ci sono noti esponenti del PD che voteranno diversamente da come vorrebbe sua maestà Matteo Renzi. Spicca tra tutti il nome dell’ex vicesindaco di Viareggio avvocato Gianmarco Romanini. Orientati al no sembrerebbero, il condizionale è d’obbligo visto che si può cambiare sempre idea all’ultimo, anche  Fabrizio Manfredi, Alessandro Caprili, Alberto Corsetti, Alessandro Cerrai, Aldo Lasagna, Roberto Manfredi, Antonio Battistini, Edoardo Manfredi, Stefano Maestrelli, Liberatore Tenna. Mistero su cosa voteranno i due ex sindaci Marco Marcucci e Leonardo Betti. Voterà si invece Giorgio Del Ghingaro e tutto il Gruppo di Viareggio Democratica di Fabrizio Miracolo ma questi ufficialmente non sono nel PD perché è bene ricordarlo le fratture in città si sono consumate non solo sul referendum ma anche sul sostegno al sindaco proveniente da Capannori. I fuori usciti, con la benedizione del senatore Andrea Marcucci e della senatrice Manuela Granaiola, sembrano essere più renziani dell’attuale gruppo dirigente di Via Regia. Anche a Camaiore e Pietrasanta molti sembrano essere orientati a votare No è il caso sicuramente di Bruna Dini ex candidata al parlamento ed ex membra della segretaria regionale del PD. Insomma si tratta di un partito lacerato, spaccato come non mai. E’ singolare che il signor Matteo Renzi voglia far approvare una costituzione che dovrebbe essere di tutti avendo spaccato in questa maniera il partito.

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