Elezioni di Camaiore: scontro tra passato e trapassato

Alle scorse elezioni, la destra accusò il sindaco uscente Giampaolo Bertola di fare gioco di sponda con Alessandro Del Dotto e di averlo in qualche modo favorito nello scontro finale contro Alberto Matteucci. Si vociferò, a lungo, di incontri, più o meno, segreti. I camaioresi stanchi anche di dieci anni di destra caratterizzata da egoismi sociali, poca trasparenza e patetico paternalismo, affidarono l’amministrazione al centrosinistra di Alessandro Del Dotto che aveva come slogan “una nuova stagione.” Gli slogan si sa lasciano il tempo che trovano e durano molto poco ma nel caso di Del Dotto durarono veramente un battito di ciglio e la nuova stagione fu caratterizzata dalle solite spartizioni tra uomini di partito. A contribuire alla vittoria di Del Dotto, che fu di misura, fu determinante, anche, il voto della sinistra anticapitalista che al primo turno si astenne ma che al ballottaggio fece argine, anche, per impedire l’ingresso in consiglio comunale di personaggi post fascisti candidati nella lista “La Destra” di Storace che sosteneva Matteucci.

Oggi la destra riscopre Bertola e tenta una disperata operazione nostalgia sul modello Pietrasanta. Questo ci dice, essenzialmente, che non c’è un ricambio generazionale e che la politica di Forza Italia, Lega Nord e soci è rimasta ancorata al decennio passato. Di Giampaolo Bertola abbiamo però soprattutto il brutto ricordo per la sua crociata repressiva contro i centri sociali. Intanto nel corso degli anni Del Dotto ha sposato il renzismo anzi è diventato il più renziano dei sindaci della provincia. Il centrosinistra è evaporato perdendo pezzi diventando una coalizione che poggia su di un PD moderato e altezzoso. La politica di Del Dotto è stata totalmente disattenta alle tematiche ambientali. Basta vedere le condizioni in cui versa il Fosso dell’Abate a Lido di Camaiore, per non parlare della pessima raccolta differenziata. Grave anche il fatto che nonostante le varie promesse agli animalisti abbia permesso lo stesso la presenza di circhi con animali sul territorio. La piena fiducia che il sindaco poi ripone in GAIA che aumenta le bollette e da cui comitati e diversi cittadini chiederebbero l’uscita per tornare ad una gestione veramente pubblica dell’acqua ci lascia esterrefatti. Non c’è piaciuto nemmeno la riduzione in metri della spiaggia attrezzata a Lido di Camaiore e l’affidamento ai bagni limitrofi dei servizi. Lo scontro tra i due principali candidati alla carica di sindaco ci appare come lo scontro tra il passato e il trapassato un confronto che non lascia spazio ad idee innovative. A completare la rosa dei candidati a sindaco ci sono Marco Daddio, Francesco Ceragioli e Ilaria Duccini.

Marco Daddio si nasconde dietro la lista civica “Passione e idee per Camaiore” ma che è in realtà un coagulo di esponenti di una destra liberista e che vede tra i candidati anche quell’Alberto Matteucci già candidato sindaco per Forza Italia la scorsa volta.

Francesco Ceragioli è il candidato del M5S che oltre a portarsi dietro le contraddizioni che ha da tutte le parti d’Italia, ha una lista fatta di personaggi non nuovi alla politica. Lo stesso Ceragioli è stato candidato alle passate amministrative con una lista civica che prese percentuali da prefisso telefonico ma quello che maggiormente preoccupa è il fatto che i grillini camaioresi abbiano ingaggiato una accesa rivalità con i leghisti per strapparsi i voti sui temi quali immigrazione e accoglienza. A concludere i candidati a sindaco c’è Ilaria Duccini una candidatura, sicuramente, non forte ma altrettanto, sicuramente, genuina. Duccini è l’unica donna ed è l’unica giovane e non ha dietro grossi apparati di partito e spende pochissimo per la campagna elettorale che è, di fatto, autofinanziata. La lista “Camaiore è tua” che la sostiene è composta da esponenti della Rifondazione Comunista e persone provenienti dal mondo del volontariato.

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