Il Cantiere Sociale Versiliese in primis e molte delle associazioni che vi ruotano attorno tra cui la Brigata Sociale Antisfratto avevano segnalato da tempo il problema. La vicenda di due persone messe incautamente agli arresti domiciliari in un cesso occupato era giunta perfino alla ribalta dei media locali ma le istituzioni avevano fatto orecchi da mercante. Finiti i domiciliari, scontati in modo alquanto bizzarro, la coppia è rimasta al solito posto contribuendo al degrado dello stabile e disturbando le numerose attività sociali che si svolgono nello stabile limitrofo. Le due persone in questione, una coppia con problemi psichici e di salute di vario genere, avrebbero dovute essere seguite dai servizi sociali del comune che in questa città latitano a prescindere da quella che sia l’emergenza in questione di volta in volta. L’ultima segnalazione sulla vicenda del Cantiere Sociale è stata protocollata all’assessore al sociale Gabriele Tomei ai primi di ottobre ma anche questa volta come le altre non erano pervenute risposte. Forse quello che è avvenuto in questi giorni si sarebbe potuto evitare se le istituzioni competenti avessero compiuto il proprio dovere. La giovane donna è stata nuovamente picchiata dal marito e costretta alle cure mediche in ospedale. Solo l’intervento risoluto del Cantiere Sociale e di una volontaria della Casa delle Donne ha permesso che non ritornasse nel luogo occupato magari nuovamente alla mercé delle violenze del marito e che trovasse momentaneamente protezione in un altro luogo sicuro accompagnata da una volante della polizia. Il marito è scappato e gli attivisti per evitare nuove incursioni hanno messo catena e lucchetto allo spazio. In attesa di nuovi sviluppi non possiamo non porci e porre all’opinione pubblica alcune domande. E’ normale che la magistratura conceda arresti domiciliari con simile faciloneria? Magari la stessa magistratura che in altre occasioni non ha esitato a sgomberare da case recuperate al degrado famiglie con bambini. E’ normale che i servizi sociali siano inesistenti e che non ci sia nel comune di Viareggio una struttura per donne che subiscono violenza? E’ normale che le periferie e in particolar modo il Varignano siano lasciate in stato di totale abbandono da parte dell’amministrazione comunale? E’ giusto che ad affrontare i problemi sociali siano solo volontari dell’associazionismo? E’ normale che non vi sia un piano concreto per l’emergenza abitativa e per il sociale più in generale? In attesa che chi di dovere risponda e in attesa che si prenda le proprie responsabilità non facendo il solito scaricabarile qualcun altro ci ha messo la faccia e dal basso ha provato ad arginare una situazione insostenibile. Viareggio non è quella vetrina scintillante che la giunta Del Ghingaro vorrebbe far credere.
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