Il 29 marzo a Livorno c’è stata una importante e partecipata fiaccolata di solidarietà per i due operai morti: Nunzio Viola, di 52 anni, e Lorenzo Mazzoni, di 25 deceduti a causa di una forte esplosione, erano dipendenti della Labromare, azienda specializzata nelle bonifiche ambientali, mentre concludevano le operazioni di svuotamento di un serbatoio, che conteneva acetato di etile. La Procura sta indagando i vertici della Labromare e della Costieri Neri, la società titolare della cisterna che è esplosa.
Ancora il giorno di Pasqua alla ECB di Treviglio (Bergamo) hanno perso la vita Giuseppe Legnani e Giambattista Gatti: lasciano due figli ciascuno. Erano stati chiamati in azienda per un sopralluogo, dopo l’allarme lanciato da alcuni cittadini che avevano sentito un cattivo odore nell’aria.
Ad Agrigento, il 18-04 – 2018 muore un metalmeccanico di 25 anni e il giorno dopo a Palermo muore un sessantanovenne edile Emanuele Di Paola. Si continua a morire sul lavoro per colpa del profitto, si tratta di un emergenza senza fine. Gli “incidenti” avvengono tra lavoratori che, molti per superati limiti di età, si espongono così sempre di più ai rischi per bisogno e necessità, mentre i controlli diminuiscono.
All’inizio del quarto mese dell’anno sono sconcertanti i dati divulgati dall’Osservatorio Indipendente di Bologna, che da dieci anni monitora gli infortuni mortali, segnala che i morti sul lavoro ad oggi sono 151, notevolmente superiore rispetto alle 113 vittime registrate nello stesso periodo del 2017. L’Osservatorio ha indicato anche le regioni con più vittime sul lavoro a cominciare dal Veneto che conduce la tragica classifica, seguono la Lombardia e il Piemonte. Milano, con 8 decessi, è la provincia che ha registrato più vittime; subito dopo vengono due province venete, Treviso e Verona, con 7 morti.
I dati sono allarmanti ed evidenziano in modo chiaro che le norme di sicurezza non vengono applicate, se non addirittura ignorate.
Noi di Repubblica Viareggina, crediamo che servano interventi decisi e concreti e per applicare, tutte le norme di sicurezza. Pensiamo che serva una maggiore formazione alla sicurezza e che serve una strategia nazionale di contrasto a queste morti che può avvenire solo punendo più severamente i padroni.
Pensiamo, inoltre, che l’aspetto più scandaloso sia il silenzio dei partiti, con i suoi dirigenti politicanti e quello dei sindacati compiacenti, verso la classe padronale.
Vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà e il cordoglio, a tutte le famiglie delle vittime sul lavoro.
Lanciamo un appello per il primo maggio, che tutti i cittadini d’Italia si uniscano nelle piazze, in segno di solidarietà per dire:
“BASTA CON LE STRAGI SILENZIOSE! RISPETTO DELLE NORME DI SICUREZZA! NO AI PROFITTI SULLA PELLE DEI LAVORATORI!”
Repubblica Viareggina per i beni comuni