E’ nato il Laboratorio Contro la Repressione “Sacko”

La crisi economica che viviamo è una crisi strutturale del sistema capitalistico, strettamente connessa alla legge della caduta tendenziale del saggio di profitto. Ovvero all’aumento costante del capitale corrisponde una diminuzione del profitto. Per recuperare i profitti, i capitalisti, attaccano i diritti del mondo del lavoro conquistati con le lotte dei decenni passati (la Resistenza 43-45 e la stagione del conflitto sociale negli anni 70). Precarietà e sfruttamento sono una costante nei luoghi di lavoro e gli infortuni sono in continuo aumento, molti dei quali mortali. In questo clima le forze più reazionarie alimentano guerre tra poveri deviando le masse popolari dalla necessaria lotta di classe. Il razzismo diviene elemento funzionale alle classi dominanti per dividere i subalterni. L’omicidio, in Calabria, dell’immigrato del Malì, Soumaila Sacko, sindacalista impegnato nella difesa dei diritti dei lavoratori dei campi, dopo gli omicidi di Macerata e Firenze dà il segno di quello che ci aspetta.

In questo contesto fatto di politiche liberiste, austerità e tendenza alla guerra chiunque dissente, lotta o anche solo non si omologa al pensiero unico voluto dal capitale incorre nella repressione.

Si registra un’allarmante crescita della criminalizzazione degli emarginati e dei comportamenti sociali ritenuti non congrui a questo tipo di società. Una strategia di repressione sempre più preventiva, colpisce sia le espressioni avanzate, dentro le lotte, sia quelle istanze mature che si dipingono in modo conseguente sul terreno dello scontro.

Non sono pochi i fatti che si sono verificati e che danno il chiaro e netto segnale dell’aumento della repressione anche sul nostro territorio.

Il processo, con la criminalizzazione mediatica, a cui sono sottoposti 27 compagne e compagni che contestarono il razzista Matteo Salvini nel maggio del 2015; le decine di procedimenti penali contro il movimento di lotta per la casa viareggino che da anni si riappropria di spazi della collettività lasciati in abbandono; il tentativo di perquisire senza mandato il centro sociale SARS e quello di prendere impronte digitali e imporre foto segnaletiche per indagini che non lo richiedono (questi ultimi due tentativi fortunatamente sono falliti) rendono l’idea di un attacco sistematico e scientifico da parte degli apparati repressivi ai danni delle compagne e dei compagni che quotidianamente resistono. Tra gli episodi inquietanti sottolineiamo anche l’azione squadrista compiuta dal reparto celere di Genova e dalla Digos di Imperia che in autostrada hanno caricato con manganelli un gruppo di ragazzi de “la Viareggio ultras” mandando all’ospedale una persona invalida che ha una protesi ad una gamba.

Per comprendere e contrastare questi fenomeni è nato il Laboratorio Contro la Repressione. Una struttura autonoma dalle forze politiche che non nasce come atto volontaristico ma come scelta politica consapevole delle compagne e dei compagni. Il Laboratorio contro la Repressione si prefigge diversi obbiettivi. 1)Costruire solidarietà di classe a chiunque sia colpito dalla repressione. 2)Fare una corretta denuncia e contro – informazione sulle azioni repressive. 3)Formare i militanti (studenti, lavoratori, immigrati, sfrattati, occupanti, ecc.) impegnati nelle varie lotte contro il padronato. 4)Avviare una attenta analisi politica sulla fase che stiamo attraversando.

Laboratorio Contro la Repressione “Sacko”

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