Continua il presidio contro la discarica all’Ex Cava Viti

Dal 4 luglio è in corso a Montignoso un presidio permanente contro la discarica ex Cava Viti che vede protagonisti tra l’altro le compagne e i compagni della Casa Rossa Occupata assieme a tutti quei cittadini che vogliono resistere alle nocività che le politiche di profitto e devastazione del territorio vogliono regalare. Il presidio si è dimostrato subito attivo e vivace con striscioni, volantinaggi anche in altre zone, assemblee, art jam e momenti di confronto. A portare solidarietà al presidio si sono recati anche i “No Asse” di Viareggio.

Pubblichiamo qui sotto il comunicati diffuso sulla pagina della Casa Rossa Occupata che invitava a partecipare al presidio.

Grazie alla decennale attività di monitoraggio da parte del comitato cittadino sono inoltre emersi numerosi illeciti ed infrazioni segnalati da ARPAT da parte dell’ente gestore (che ora fa capo ALIA spa) tanto da riuscire ad avviare un procedimento giudiziario alla procura di Massa Carrara e Lucca. Questi sono i fatti dai quali partire.

Nel corso dell’ultimo anno abbiamo assistito alla messa in scena di una tragicomica rappresentazione dell’effettivo allontanamento del potere decisionale dagli abitanti del territorio coinvolto. Mozioni di chiusura dei consigli comunali (Montignoso, Seravezza, Forte dei Marmi, Pietrasanta), mozione di chiusura del consiglio Regionale toscano, richieste dirette di analisi, valutazioni di impatto, risorse economiche di garanzia da parte del comitato, manifestazioni, niente di tutto ciò interferisce con i piani di una Azienda con un fatturato di 225 mln di euro all’anno che gestisce rifiuti in 59 comuni.

Come compagni e compagne crediamo che nel panorama culturale che il capitalismo cerca di imporre, la realtà distorta del pensiero unico relega ogni disposizione politica nell’impossibilità di praticare alternative. L’aziendalizzazione dei servizi pubblici, nella cornice di una rincorsa ad un modello di sviluppo estrattivo distruttivo, è solo una delle strategie politiche dei governi occidentali che producono disuguaglianze sociali, impoverimento, devastazione ambientale. Una visione economica coloniale che necessità di politiche autoritarie, repressive, di una narrazione confusa e frustrante, della disillusione di una opposizione reale e decisa. Questo è il punto di rottura dal quale partire, scrollarci di dosso la sensazione di impotenza, l’accettazione della delega come unico strumento di espressione della propria posizione politica, manifestare un’opposizione reale in grado fronteggiare il carrarmato del ‘progresso’ imposto, un nemico che dobbiamo essere sempre capaci di definire e smascherare.

In queste settimane ci troviamo in una delicata ed importante fase della situazione: il conferimento dei materiali ha quasi raggiunto la quota 43 m s.l.m. alla quale scadono le autorizzazioni rilasciate al gestore. Nonostante le mozioni di chiusura, l’azienda, in data 4 giugno, ha recapitato tramite il suo rappresentante Massimiliano Arrigoni la comunicazione dell’avviamento dei lavori per il posizionamento di una geomembrana (uno strato di isolamento) sulla quota 43 e le pareti perimetrali, per avviare successivamente una “seconda fase” di stoccaggio fino a quota 98 m. Nella lettera recapitata al comune di Montignoso, e non resa pubblica, neanche dallo zelante presidente della commissione di controllo Andrea Cella (Lega) impegnato a non interferire nella campagna elettorale di Massa e Pietrasanta, l’azienda comunica la già effettuata realizzazione delle opere a contorno per proseguire l’attività di conferimento (strada per i camion dall’alto, impianto elettrico e idraulico, dispositivi di pesa..), una serie di opere in evidente contrasto con l’impegno della Regione Toscana verso una celere chiusura, messa in sicurezza e realizzazione di un piano di bonifica. Allo stesso tempo, la realizzazione della geomembrana potrebbe impedirebbe un’analisi dei materiali stoccati in precedenza, attraverso i carotaggi o analisi specifiche ambientali facendo riferimento al procedimento giudiziario annunciato dalla procura e reso pubblico attraverso i giornali per voce del procuratore Giubilaro

Questo è l’obbiettivo che assieme al comitato ci proponiamo di raggiungere a breve termine: dimostrare la consapevolezza e determinazione di una opposizione dal basso, bloccare i lavori che si stanno svolgendo all’interno del sito fino a quando non venga avviato il procedimento di analisi attraverso i carotaggi, puntare i riflettori sulla questione per condividere una informazione oggettiva con le comunità locali. Questo sarà il piano da cui cominciare, per appropriarci della facoltà di decidere sul nostro futuro e su quello dei nostri figli.

Il presidio comincerà mercoledì 4 luglio alle ore 10.
Vieni, partecipa, porta nuove idee, condividi esperienze, lotta assieme a noi!”

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