Le performance artistiche non vanno censurate.

Chi ha paura del seno delle donne nel 2018? Difficile dirlo ma evidentemente qualcuno c’è che ha paura di quella parte di corpo che allatta nuove vite. Se no non si spiegherebbero gli allontanamenti da certi luoghi di madri impegnate a nutrire i loro neonati e non si spiegherebbero le censure sui social network. Si tratta sicuramente di atteggiamenti bigotti, conservatori ma, anche, ipocriti visto che i seni, e non solo quelli, vengono, invece, ben accettati dove c’è pubblicità e mercificazione. Come sempre la nostra società rimane dentro il doppio peso di una morale ipocrita che ha un prezzo stabilito dal denaro.

Molti profili di facebook sono stati temporaneamente bloccati per alcuni giorni perché hanno fotografato o ripreso l’intensissima performance contro il maschilismo, lo sfruttamento e la mercificazione realizzata da Laura Serafin, presso l’Officina Dada Boom, in occasione dell’undicesima edizione di “Esserci senza Esserci” che ha visto tra l’altro l’esposizione di 500 opere di mail art. Sulla maglietta della performer vi erano scritte alcune parole come sfruttamento, mercificazione, ecc che lei tagliava con le forbici e bruciava volta volta con una candela. Quando alla fine è rimasta a petto nudo ha scritto su di se con la vernice rossa “tornare libera”. Una simile performance artistica non è assolutamente tollerabile che sia censurata ma purtroppo questo accade sui social che non hanno la stessa solerzia verso razzismo, omofobia e apologia di fascismo. La censura, fa comodo, esclusivamente al potere arrogante che la esercita a senso unico. Ancora una volta dobbiamo ringraziare l’Officina “Dada Boom” non solo perché continua ad essere una voce fuori dal coro ma perché cerca di coniugare l’arte con l’impegno sociale.

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