“Nelle mani dello stato si muore”

Hanno sfidato il freddo e l’umido,  in una piazza del Varignano a Viareggio, di un lunedì di dicembre per solidarizzare con i detenuti in sciopero della fame contro l’ergastolo e per ricordare Riccardo Magherini, ucciso dai carabinieri in un arresto avvenuto con modalità singolari. La piazza scelta era quella dove sono stati già ricordati  in altri momenti Carlo Giuliani, Daniele Franceschi e Stefano Cucchi. Un’iniziativa militante che ha visto la performance di Ina Ripari, il reading di Claudia Galli, la proiezione di alcuni video e alcuni brevi interventi. Qui sotto pubblichiamo il volantino integrale distribuito dalle varie realtà che vi hanno aderito. 

“Nel giorno dell’anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo migliaia di detenuti, familiari e attivisti parteciperanno alla quarta giornata del digiuno indetta e sostenuta da diverse associazioni e organizzazioni tra le quali Liberarsi, Ristretti Orizzonti, Yairaiha, Osservatorio Contro la Repressione, ecc..). Il senso di questa giornata vuole essere non soltanto quello di lottare per l’abolizione dell’ergastolo, pena perpetua definita dalla popolazione carceraria “pena di morte viva” in base alla quale l’uscita dal carcere è indicata in data 31/12/9999, ma anche quello di mettere in discussione l’intero sistema penitenziario in cui la reclusione diviene l’unica risposta ai fenomeni devianti della nostra società. In una fase storica in cui l’ossessione securitaria ha sostituito la sicurezza sociale attraverso un processo di criminalizzazione dei soggetti marginali, la risposta che viene data al bisogno di stato sociale è la carcerazione di massa sia di coloro che rappresentano le disuguaglianze necessarie al sistema capitalista, sia di coloro che a tale sistema si oppongono. Il 10 dicembre è anche la data scelta da familiari e amici di Riccarsdo Magherini per chiedere giustizia e verità , ucciso mentre urlava “sto morendo” bloccato a terra dai carabinieri nel centro di Firenze, preso a calci mentre era ammanettato: dopo i primi due gradi di giudizio, in cui i carabinieri sono stati riconosciuti colpevoli della morte di Riccardo, in Cassazione sono stati assolti perché il fatto non costituisce reato. Come se fosse normale praticare un fermo a terra con quelle modalità, torturando il malcapitato con un ginocchio sopra il collo mentre grida che sta morendo soffocato. Tutti assolti. Nel nostro paese soffocare un uomo che chiede aiuto non costituisce reato, picchiarlo a terra non è reato, intimidire i testimoni non è reato. Opporci a questa vergogna infinita è il motivo per cui siamo qua oggi, perché Riccardo non sia solo simbolo d’ingiustizia. Che il potere di vita e di morte dello stato su i suoi cittadini si traduca in pestaggi che restano impuniti o nella facoltà di rinchiudere finché la morte sia l’unica possibilità di liberazione non è più tollerabile. Liberi dall’ ergastolo, liberi dalle violenze, liberi dalle galere.”

Potere al Popolo Versilia, Cantiere Sociale Versiliese, Officina Dada Boom, Repubblica Viareggina, CSOA SARS, Laboratorio Contro la Repressione “Sacko”

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