Gli avvocati Bartolini e Antonini criticano la nuova inchiesta del PM Mariotti su chi contestò Salvini.

“Alla faccia della segretezza della indagini… E’ questa la prima frase che mi è venuta in mente quando un cliente ieri mi ha telefonato facendomi presente che sul giornale si parlava di una indagine ove lui era coinvolto”. Così si esprime l’avvocato Fabrizio Bartolini, del foro di Lucca, per commentare la notizia dell’indagine bis che ha coinvolto i 25 manifestanti che contestarono Matteo Salvini, “Sabato 10 agosto…… un mio cliente che era stato accusato e poi assolto per il reato di adunanza sediziosa durante la manifestazione di Salvini a Viareggio, mi telefona facendomi presente che sulla stampa si parlava di una nuova indagine in corso nei confronti di coloro – tra cui lo stesso mio assistito – che erano stati portati a processo per la contestazione suddetta. La cosa sconcertante era che nè il sottoscritto in qualità di difensore nè tantomeno il cliente come diretto interessato ne sapeva qualocosa ma……in compenso…..lo sapevano i giornali! Eppure nel nostro codice si parla di segretezza delle indagini, di privacy e di bei concetti che però in pratica non vengono attuati. E non è certamente la prima volta che accade.” Se Bartolini sottolinea la mancanza di segretezza delle indagini un altro avvocato ricorda come non si possa processare per due volte una persona per lo stesso fatto. Filippo Antonini, legale di diversi imputati afferma: “Tutti i giovani che contestarono Salvini sono stati assolti. Non si può processare per lo stesso fatto. Non è una questione di reati, li possiamo chiamare adunata sediziosa, come nel caso del processo finito con l’assoluzione piena, o, come in questo caso danneggiamenti e violenza privata, ma il fatto è lo stesso. Che vengano rubricati in altro modo vale quanto disposto dall’articolo 649 del codice di procedura penale che dispone il divieto di un secondo giudizio. Questo è un accanimento. Al primo processo fu la stessa Procura, con il pm Lucia Ruugani, a chiedere l’ assoluzione, alla sentenza non fa fatto appello, tanto che è diventata non appello definitiva. Come mai questa nuova indagine, affidata questa volta ai Carabinieri, su quali nuove prove, visto che foto e video sono gli stessi della prima, acquisiti dalla Polizia? Sconcertante, infine, è il fatto che tra i 25 indagati il pm Antonio Mariotti abbia inserito una donna che è morta, e per la quale lo stesso giudice Gerardo Boragine, durante il processo, aveva dichiarato estinto il reato: questo fa capire come vengano svolte le indagini.

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