Le vittime del nazifascismo come quelle di Sant’Anna di Stazzema si onorano tutti i giorni. Non è la retorica europeista l’eredità dei partigiani.

Giusto essere a Sant’Anna di Stazzema, giusto non dimenticare e giusto tenere stampato nella mente e nel cuore il terribile crimine nazifascista, che vide il barbaro omicidio di oltre 560 persone tra cui donne e bambini, alcuni di pochi giorni. Giusto deporre i fiori e altrettanto giusto applaudire ad ogni condanna per i rigurgiti. C’è un però che mostra l’insufficienza di questa e altre ricorrenze. La cerimonia troppo istituzionale si allontana dal sentire delle cittadine e cittadini comuni. Non si possono contrastare il populismo e il nazionalismo con la retorica. Anzi, paradossalmente la retorica, specialmente se espressa da ipocriti, rafforza il populismo e il nazionalismo che appaiono agli ingenui come nuove liberazioni. Inneggiare all’Unione Europa, per i cosiddetti 75 anni di pace cosa neanche vera perché la pace c’è stata dal ’45 al 92 e l’Unione Europea non c’era e dal 1992 i conflitti nel vecchio continente sono tornati dalla ex Jugoslavia all’Ucraina, non aiuta a sconfiggere i nuovi fascismi. L’eredità della Resistenza non è l’Unione Europea ma è la costituzione italiana, purtroppo inapplicata e adesso ancora più limitata per colpa di trattati e parametri imposti proprio dall’Unione Europea. Sentire suonare il Piave e non Bella Ciao ma ancor di più vedere sfilare dei grigi burocrati o peggio ancora dei bugiardi che nei giorni pari salgono a Sant’Anna di Stazzema ma nei giorni dispari strizzano gli occhi agli estremisti di destra o peggio ancora ne prendono in prestito il linguaggio ci conferma una cosa sola: La Resistenza è stata tradita!

Essere antifascisti è un dovere morale ma lo si è sempre, tutti i giorni si è partigiani non per chiamata di un evento istituzionale, non per una parata elettorale.

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