La prevista seconda ondata della pandemia di Covid 19 e le conseguenti restrizioni dei vari governi hanno provocato malumori sempre più crescenti in ampi settori della popolazione mondiale. Non è interesse di questo articolo parteggiare o condannare con certe proteste ma cercare di capire cosa sta accadendo. Infatti la crisi sistemica che viviamo ha conosciuto un’ulteriore accelerazione. I governi occidentali sono stati incapaci durante quest’estate di potenziare la sanità pubblica e adottare quelle norme che servivano a prevenire o quanto meno contenere il secondo round della pandemia. I tagli alla sanità nel nostro paese, ma in tutti i paesi neoliberisti, vanno avanti da decenni. In Italia si è poi proceduto allo smantellamento del sistema sanitario nazionale per favorire RAS e potentati locali dando poteri ad autoproclamati governatori, che altro non sono che i presidenti di regione. Spinti dagli interessi di Confindustria e di personaggi squallidi come Flavio Briatore, (un vero e proprio nemico di classe), quest’estate c’è stato un bomba libera tutti specie nelle regioni frequentati dai ricconi, come la Sardegna. Non casualmente anche personaggi come il già citato Briatore o il mafioso di Arcore, Silvio Berlusconi, sono stati contagiati dal virus dopo le loro serate mondane.
La pandemia si va innestare su di una crisi economica che perdura dal 2008 e aggrava le condizioni dei soggetti sociali più deboli, in particola modo disoccupati e precari che purtroppo sono in ritardo nelle lotte perché abbandonati dal sindacato confederale. Chi invece ha fatto sentire la propria voce sono quei settori di piccola borghesia come commercianti, ristoratori e partite IVA. La loro protesta è stata immediatamente strumentalizzata da chi ha cercato di infiltrarvisi ma soprattutto è stata delegittimata da un’informazione disonesta che ha liquidato le proteste di questi giorni come tutte piene di fascisti o camorristi. Niente di più falso. A Napoli, nelle piazze contro i deliri dello sceriffo De Luca, si è manifestata una rabbia popolare diffusa con presenze di lavoratori whirlpool e attivisti di centri sociali, precari, disoccupati, ecc.. Proteste ci sono state anche in altre città. Si tratta di proteste confuse senza una direzione precisa dove può capitare, come a Roma, che la presenza di Forza Nuova, (organizzazione che andrebbe sciolta come in Grecia hanno fatto con Alba Dorata) non solo si infiltri ma prenda il controllo della piazza. Tuttavia la composizione di queste piazze è plurale e articolata. La narrazione di Repubblica, del PD e dei giornalisti filo istituzionali è falsa. Non si può liquidare la protesta come in mano alla malavita o ai fascisti. Niente è più strumentale di questo modo di raccontare i fatti. Così come non si può spacciare la vetrina del miliardario Gucci, infranta da un sasso, come la vetrina di un esercente comune.
Prese le distanze da chi calunnia e attacca le proteste non possiamo, tuttavia, non denunciare che quelle piazze sono essenzialmente piccolo borghesi e che in molti casi hanno parole d’ordine sbagliate come: “ riapriamo tutto” o addirittura da settori di quelle piazze partono attacchi ai lavoratori dipendenti. La piccola borghesia, vittima anche essa del capitalismo, deve scegliere se indirizzare la sua lotta contro il grande capitale e le multinazionali oppure svolgere come spesso ha fatto un ruolo reazionario attaccando i lavoratori dipendenti e gli operai. Questo paese non ha bisogno di una nuova guerra tra poveri. I padroni del mondo (multinazionali e grandi gruppi bancari) sono sempre più ricchi, perché il loro profitto passa sulle nostre vite. Secondo alcuni calcoli le 10000 persone più ricche del mondo hanno più soldi di 5 miliardi di persone assieme. Le disuguaglianze stanno aumentando per questo la piccola borghesia deve decidere da quale parte stare se continuare a credersi ingenuamente imprenditori pure loro con le banche che gli inseguono per i debiti; riprendere a coltivare l’ormai decrepito sogno americano e quindi sfruttare i lavoratori dipendenti divenendo funzionale al disegno del grande capitale che poi la sacrificherà in qualsiasi momento di crisi oppure può scegliere di diventare una classe alleata del proletariato internazionale e contribuire alla redistribuzione delle ricchezze. Naturalmente senza un proletariato in lotta diretto da un soggetto realmente anticapitalista e da una nuova internazionale, la piccola borghesia non avrà sponde e finirà per forza nelle mani della reazione. Serve quindi che i marxisti trovino il modo di superare le lori divisioni e avanzino oggi una proposta politica realmente rivoluzionaria e socialista.