Il PCL, a Pietrasanta, è sceso in piazza in modo autonomo e alternativo alla fiaccolata delle istituzioni.

In molte città di Italia chi è contro la guerra scende in piazza. Molte volte lo fa in modo confuso partecipando a cortei contraddittori; che da una parte invocano la pace e che dall’altra invocano il sostegno, con armi, ad una delle due parti nel conflitto. Giovedì 17 marzo per le vie di Pietrasanta promossa dai quattro comuni della Versilia Storica si è svolta una fiaccolata a cui hanno partecipato un 150 persone. In testa, al corteo, il senatore di Forza Italia, Massimo Mallegni, ed esponenti politici locali di PD, Lega, Fratelli di Italia e Forza Italia tutti appassionatamente insieme, in una ipocrita zuppa. Tra Piazza Statuto e Piazza del comune, invece, si sono mossi i militanti del Partito Comunista dei Lavoratori (PCL) che hanno dato vita ad una mobilitazione dai numeri sicuramente più ridotti ma con parole d’ordine più chiare. Così mentre in Piazza del Duomo la destra, e quello che resta della sinistra, cantavano l’ Ave Maria, in Piazza Statuto il PCL cercava di dare voce ad una vera opposizione ad OGNI guerra imperialista, per ribadire il concetto di guerra alla guerra e non lasciare ulteriore spazio al pacifismo ipocrita da salotto e che senza vergogna arma quel paese per il quale chiede il cessate il fuoco. Il volantino distribuito dal PCL termina con lo sloga:” Non un’arma, non una base, non un soldato alla guerra dei padroni.”

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