Addio a Bruno Ventura, rivoluzionario coerente e curioso di conoscenza.

La perdita di un compagno è sempre qualcosa di doloroso da un punto di vista umano ma la perdita di un compagno, che è stato un quadro politico, diviene anche un importante perdita politica per la collettività. La morte di Bruno Ventura è una perdita per tutti quelli che ambivano al cambiamento politico dell’esistente perché si tratta della perdita di un compagno rivoluzionario capace di analisi lucide e finissime. Bruno, attivissimo fin da giovanissimo negli anni ‘70, fu un militante di Lotta Continua e partecipò attivamente alla campagna promossa dall’organizzazione nell’aprile-maggio ’72, di contestazione dei comizi fascisti nelle elezioni politiche del 7 maggio 1972, giorno in cui Franco Serantini fu trovato morto nel carcere ‘Don Bosco’ di Pisa, dopo essere stato massacrato di botte sul Lungarno Gambacorti due giorni prima. Per uno strano scherzo del destino Bruno muore nel cinquantesimo anniversario della morte di Serantini. In mezzo secolo non ha mai dismesso l’impegno politico affrontando anche la repressione e pagando personalmnte la sua militanza politica. Negli anni ‘90 partecipò alla costruzione del Movimento Sociale Spazi Autogestiti. MoSSA che fu alla base dei primi tentativi di costruzuine di un centro sociale in Versilia. Riteneva centrale l’impegno politico inteso come impegno di autonomia fuori da ogni omologazione e ricatto istituzionale. Nel corso degli anni attraversò, portando sempre il suo prezioso contributo al dibattito e alla crescita, spazi come il Laboratorio Eskimo, il CSA Tempi Moderni di Montebello e lo Spazio Antagonista di Resistenza Sociale (SARS) di Viareggio. Fu attivo in vari comitati di lotta. Studioso e lettore instancabile cercava di comprendere la fase che viviamo e di tradurre i desideri di cambiamento in azione. Le sue principali attenzioni erano rivolte alla repressione, intesa non come semplice sfogo del potere su chi protesta ma come vera azione di controrivoluzione preventiva esercitata dalle classi dominanti per fermare la lotta di classe. Denunciava le spese militari e il riarmo e vedeva negli immigrati un elemento centrale per la ricomposizione di un nuovo proletariato internazionale. Purtroppo negli ultimi tempi le condizioni di salute erano peggiorate ma lui non aveva mai smesso di ricercare, spinto come era dalla grande curiosità che aveva per la conoscenza. La curiosità era sicuramente una delle sue qualità assieme alla coerenza e all’intuitività.

Nell’ultimo periodo assieme al Collettivo Cineasti Comunisti, di cui faceva parte, aveva realizzato alcuni lavori video importanti per la memoria storica.

Come Dada Viruz Project non possiamo dimenticare le sue tante battaglie e i suoi tanti cortei da quelli antifascisti a quelli per il lavoro, da quelli contro la repressione a quelli contro l’inceneritore. Al figlio Andrea le nostre più sentite condoglianze. Buona parte del percorso politico di Bruno Ventura rimarrà punto di riferimento per tanti compagni viareggini e non.

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