Firenze ha vissuto, sabato 4 marzo, una bellissima giornata di sole e di antifascismo. La manifestazione promossa dai sindacati confederali è stata un successo. Si parla di almeno 50.000 persone ma qualcuno parla addirittura di 60.000. Al di là di 10.000 in meno o in più, è apparso in modo palese la voglia di partecipazione e il voler ribadire con fermezza il no alla violenza fascista. Gli episodi avvenuti davanti al liceo Michelangelo hanno lasciato un segno profondo. La chiamata dei sindacati arriva dopo due settimane di altre significative mobilitazioni. Il corteo che ha riempito Piazza Santa Croce oltre a CGIL UIL e persino CISL, seppure in numero minore, ha visto la partecipazione di tutte le forze politiche del centrosinistra e della sinistra. Presente Elly Schlein segreteria del PD, partito che cerca di intestarsi la manifestazione per rifarsi una verginità antifascista. Presente anche Conte e i cinque stelle che sentono il fiato sul collo di un PD riposizionato. Ma il grosso del corteo era rappresentato dalle molte sigle della cosiddetta sinistra radicale, da studenti, centri sociali, lavoratori GKN, ecc. Diversi gli slogan contro la guerra in corteo, non un solo accenno dagli interventi sul palco a mostrare una forte ambiguità di PD, CGIL e soci si questo tema.
La lotta al fascismo non può essere scissa dalla lotta alla guerra e dalla più ampia lotta al capitalismo che genera entrambi. Le compagne e i compagni anticapitalisti hanno fatto bene ad immergersi in questa piazza nonostante alcuni limiti oggettivi così come fanno bene a tenere canali aperti con la piazza di Torino che ha visto ancora una volta gli anarchici protagonisti della lotta contro l’odioso 41 bis, al fianco di Alfredo Cospito. Alcuni compagni con la puzza sotto il naso liquidano le due piazze una come riformista, istituzionale e funzionale l’altra come massimalista, infantile e velleitaria. In attesa che i comunisti siano in grado di costruire anche loro la propria piazza egemone, crediamo che facciano bene a sostene entrambe le piazze. Rimanere a casa non serve. Contro il fascismo, la guerra, la repressione e il capitalismo bisogna sviluppare il massimo della mobilitazione.