Breve analisi sul voto

Proviamo a fare una breve analisi del voto ad alcuni giorni di distanza, evitando di avere la presunzione di raccontare verità assolute.

Quello che esce dalle urne ci parla del paese ma lo fa solo in parte. La situazione è assai più complessa e articolata delle percentuali di questo o quel partito, di questa o quella coalizione. Abbiamo deciso di procedere per istantanee.

Astensionismo fenomeno cronico ma controllabile dal sistema

La diserzione dalle urne tanto annunciata non c’è stata. Il calo di chi si è recato alle urne è significativo e conferma il trend ma rimane sempre più basso che in altri paesi. L’astensione rimane sotto il 40% Suggestivo definire gli astensionisti il primo partito ma, di fatto, non sono un partito ma solo persone che per motivazioni diverse alle volte anche opposte non si è pronunciata sulla consultazione elettorale. Il sistema quindi è in grado di gestire tranquillamente questi numeri.

La vittoria della destra ma …

In termini di percentuali il centrodestra si conferma la prima coalizione con il 43,8 ma nei voti reali perde 2000 voti. Fratelli di Italia cannibalizza gli alleati Lega, Forza Italia e i centristi. Alla sua destra non ci sono liste come in passato sul modello di Mis, Casa Pound o Forza Nuova. Il partito di Giorgia Meloni copre tutto lo spazio politico. La maggioranza degli italiani, però, non è conquistata nemmeno la maggioranza dei voti utili ma complice una pessima legge elettorale la maggioranza dei seggi si.

La sconfitta del draghismo

Perdono tutti i partiti che hanno sostenuto Mario Draghi. Forza Italia e Lega arretrano vistosamente i centristi di Lupi, Toti e Cesa, che erano tra i principali fans di Draghi non raggiungono nemmeno l’1% tutti assieme. La mancata affermazione del terzo polo, che rimane il quarto, ben lontano da quel 10% che Renzi e Calenda speravano e la sconfitta nel centrosinistra del PD ma soprattutto la scomparsa del ministro degli esteri Luigi Di Maio che ha numeri da prefisso telefonico ci dicono che l’agenda Draghi non piaceva agli italiani. Vince La Meloni che si è tenuta all’opposizione del governo e in maniera minore nel centrosnistra hanno una buona affermazione i rosso verdi di Fratoianni e Bonelli anche loro all’opposizione di Draghi. La stessa tenuta del M5S è da leggersi con l’aver staccato la spina ad un governo impopolare che piaceva solo ai massoni, alla stampa e ai poteri forti.

PD e cespugli

La sconfitta del Pd, e in particolar modo del suo segretario Enrico Letta, è netta. Tuttavia, la lista del PD è appena sotto il 20% e rimane quindi la seconda forza del paese. E’ vero che questa volta nel PD c’erano anche i socialisti e articolo 1 che non hanno portato niente in dote. Fuori dal PD dignitoso il risultato di Piì Europa che però rimane sotto lo sbarramento del 3% Il risultato di Più Europa che raccoglie tra i giovani è da leggersi come una risposta in difesa dei diritti civili. E’ gia tempo di congressi e alchimie ma difficilmente arriverrà una riflessione profonda dal PD.

La sinistra che non c’è

Purtroppo i risultati della sinistra di classe sono al di sotto delle attese. Certo simboli nuovi, il dover raccogiere le firme, il poco tempo hanno inciso ma è innegabile che la sinistra di classe rimae ai margini della scena politica. Unione Popolare aumenta anche di 40000 voti rispetto a Potere al Popolo assestandosi al 1,4% ma lontana dallo sbarramento. Un errore, però, sarebbe smobilitare e non valorizzare il processo unitario. Comunque sia 402.977 persone hanno votato per questa lista e sono tra le persone più propense alla mobilitazione. Italia Sovrane e Popolare va ancora peggio, tuttavia, anche qui rispetto al PC di rizzo c’è un avanzamento 348.024 voti pari al 1,24 % Irrisorio il risultato del PCI che non va oltre lo 0,09 con appena 26000 voti.

Non c’è spazio per no Vax, complottisti e urlatori vari

Tutte le liste di protesta che strizzavano gli occhi ai no Vax, al movimento riapro, agli antiabortisti e complottismi vari non hanno ottenuto alcun risultato degno di nota. Figuraccia per Adinolfi e Cunial ma anche Paragone, che va leggermente meglio perché sovraesposto dai media, è lontano dall sbarramento del 3%

Dalla Versilia

I risultati dalla Versilia non sono diversissimi che dal resto del paese. Il Centrodestra vola a Camaiore oltre il 50% il PD arranca, Benino i rosso verdi, Unione Popolare si aggira attorno al 2% poco sopra il dato nazionale ma lo sbarramento del 3% viene superato solo a Viareggio. Al senato il PCI raccoglie diverse centinaia di voti. Queste elezioni però passeranno alla storia per la mancata ricomgerma dei senatori Andrea Marcucci del PD e di Massimo Mallegni di Forza Italia.

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