Cosa esce realmente dalle urne?


L’unico processo di vero cambiamento sta nella capacità di unificare le lotte ed i conflitti sociali con la guida e la costruzione di una moderna organizzazione anticapitalista. Le urne danno sempre degli elementi di analisi parziali. Tuttavia, sarebbe un errore sottovalutare i risultati che escono da queste elezioni amministrative. Per la prima volta, dopo tanto tempo, Berlusconi incontra una battuta d’arresto. Il quadro generale non è molto chiaro anche a causa di una frammentazione senza precedenti, che vede alle volte nelle proiezioni di alcune città alla voce altri attribuire il 20%. Un frammentazione che, però, di fatto ferisce solo lievemente il bipolarismo che rimane in piedi. I successi di Pisapia a Milano e anche quello di De Magistris a Napoli (determinante il voto incrociato) nascono dentro un quadro di alleanza di centrosinistra e quindi di subalternità di classe. Certamente ci auguriamo che questi due candidati al secondo turno vincano contro la destra ma non siamo degli illusi da aspettarci chissà quale cambimento epocale. Il PD, nonostante la debacle di Napoli, resta il primo partito dell’opposizione anche se dovrà rivedere la sua tattica. Le affermazioni di candidati di centrosinistra appartenneti a SEL e IDV fanno tramontare l’opzione veltroniana di autosufficienza e mettono in difficoltà che quella Dalemiana di una alleanza con il terzo polo che di fatto in questo suo primo appuntamento elettorale stenta. Qualcuno parla già di nuovo ulivo!? Andando verso sinistra abbiamo una federazione della sinistra che tiene, difficile sapere quanto ha a livello nazionale ma il dato non sembra essere di molto inferiore a quello di SEL. A sinistra della Federazione, se si esclude qualche rarissima eccezione come il 4% di sinistra critica a Cattolica, c’è il vuoto. PCL, PdAC, PCSP e la stessa Sinistra Critica, non solo restano con cifre da prefisso telefonico ma in molti casi perdono voti. Speriamo che questa sia l’occasione per queste forze per avviare una profonda riflessione. Le liste della sinistra anticapitalista non riescono ad incanalare il vento di protesta cosa che invece riesce al movimento 5 stelle di Beppe Grillo. Nei prossimi anni il “grillismo” sarà un fenomeno con cui fare i conti nel bene e nel male. Il voto nazionale è caratterizzato da luci ed ombre, e non può essere interpetrato comunque con una sola chiave di lettura. Potremmo sintetizzare che dalle urne esce la voglia di cambiamento ma non il cambiamento.
Due parole le vogliamo spendere anche sulla provincia di Lucca dove il quadro ci appare più chiaro: L’affermazione, al primo turno, di Baccelli, verso il quale il cantiere sociale versiliese ha dato indicazione di voto e i buoni risultati di SEL e Fedrazione della Sinistra, altre liste di sinistra non erano presenti, ci fanno pensare cha a sinistra del PD ci sia un potenziale che si aggiri tra il 15% e il 20%
La sconfitta della destra ci rallegra moltissimo ma la costruzione di una sinistra anticapitalista è cosa ancora lontana da venire e quindi non regaliamo illusioni né cantiamo vittorie dove vittorie non ci sono. La sconfitta della destra in provincia può dare maggiore agibilità politica ad associazioni, movimenti, centri sociali ma la loro politica sarà efficiente solo se autonoma dal centrosinistra e costruita nelle pratiche di conflitto e nei movimenti sociali.
Dada Viruz Project

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