Quando scadrà il suo prossimo settennato avrà 94 anni. Chissà se qualcuno dopo il bis proporrà il tris? Battute a parte la rielezione di Napolitano è la fotografia impietosa di un paese che non sa rinnovarsi e di una casta politica che cerca disperatamente di sopravvivere a se stessa. Gli anziani non vanno in pensione, i giovani non trovano lavoro, i partiti cambiano nome ma i politicanti restano sempre i soliti. Nelle televisioni guitti e clown continuano lo show. La volontà popolare è sotto i piedi perché la partitocrazia ha deciso di ubbidire per l’ennesima volta ai poteri forti. La BCE ringrazia e a noi tutti ci attendono anni di sacrifici. La rielezione di Napolitano ci dice che il sistema politico è in un impasse senza precedenti. Il PDL del mafioso di Arcore incassa un grande successo e le responsabilità di Bersani e del PD sono enormi. Oggi appare impossibile che i democratici abbiano fatto la campagna elettorale sul voto utile al PD per battere la destra. Il PD si è confermato per l’ennesima volta il migliore alleato di Berlusconi. Nel giro di pochi mesi Bersani e il PD hanno inseguito prima delle elezioni Mario Monti, poi dopo le elezioni Beppe Grillo. In una logica da inciucio con il PDL hanno poi proposto Marini alla presidenza della Repubblica, poi se lo sono affossati spinti dai mal di pancia della base. Hanno, allora, cosi deciso di candidare Prodi cercando apparentemente lo scontro frontale con il PDL ma hanno affossato anche questa candidatura. Alla fine dal cilindro hanno tirato fuori re Giorgio Napolitano, l’uomo che ha garantito Berlusconi e che assieme a Monti ha dato le chiavi del nostro paese al capitalismo tedesco. La rielezione del presidente, primo caso nella storia repubblicana, avviene con i voti di PD, PDL, dei centristi di quel massone di Monti e dell’ormai insignificante Lega Nord. La proposta di eleggere Stefano Rodotà sostenuta dal Movimento Cinque Stelle da SEL ma soprattutto da ampi settori di società civile e movimenti che hanno a cuore i beni comuni è stata del tutto ignorata dalla burocrazia del PD.
In tutta Italia si sono susseguite presidi e manifestazioni che invitavano i grandi elettori a votare Rodotà. A Viareggio alle 16, convocata tramite il web, un centinaio di persone si sono presentate davanti al municipio scandendo il nome di Rodotà. Oltre ai militanti di SEL e del M5S erano presenti anche i giovani del circolo Caracol, i militanti del Cantiere Sociale Versiliese e diversi Giovani Democratici in forte dissenso con il loro partito. Alcuni Giovani Democratici, che in settimana avevano persino occupato la sede del proprio partito, stanno valutando se riconsegnare o meno la tessera. Intanto Il Coordinamento Anticapitalista Versiliese ha appeso sul cavalcavia uno striscione: “Ambiente, Lavoro, Casa: il PD sta da un’altra parte quella del capitale”.
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