Perché non vengono tutelate le mamme sole?

I servizi sociali molto spesso sono latenti quando dovrebbero essere presenti; altre volte, invece, sono invadenti andando a violare privacy, dignità e diritti di un genitore. La storia che stiamo per raccontare può apparire incredibile ma ci conferma solo come la bieca repressione, il falso moralismo e l’arroganza del potere spesso si saldino assieme regalando dolore a chi ha la sola colpa di vivere non omologandosi al pensiero dominante.

Il fatto che vi raccontiamo si è verificato nella civilissima, si fa per dire, Firenze e ha come protagonista, suo malgrado, una donna che ha avuto la forza di reagire, con coraggio e determinazione, a quello che è un vero e proprio sopruso. Patrizia anarchica ha una bambina di undici anni che ha cresciuto da sola tra mille difficoltà economiche e a cui non ha mai fatto mancare niente. Chiunque la conosce nel quartiere ne parla bene ma il 6 aprile succede un fatto strano. La bambina era andata a pallavolo con una amica ma quando torna è accompagnata da 8 carabinieri che fanno irruzione in casa. Due carabinieri portano la bambina in camera dove inizia ad urlare mentre gli altri spingono la madre in cucina. Alla bambina viene somministrato un farmaco e viene portata via. La madre viene accompagnata in caserma dove viene indagata assieme ad un amico per alcuni reati. Rilasciata torna a casa ma alle 4.30 del mattino arriva la polizia che la preleva per un Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO). Dopo 7 giorni di psichiatria, e un esito negativo alle analisi tossicologiche, Patrizia viene rimandata a casa dove trova i sigilli alla porta. Dove è finita sua figlia? I servizi sociali non hanno intenzione di rivelarglielo. Intanto i giornalisti a caccia di macabri scoop dipingono la donna come un mostro emettendo una condanna ancor prima che ci sia un rinvio a giudizio. Il comportamento di certa informazione lo conosciamo bene e non ce ne meravigliamo. Ma con il seguente poniamo l’attenzione sul malfunzionamento dei servizi sociali. Nella Firenze di Renzi, il problema dell’emergenza abitativo è endemico e gli assistenti sociali del comune hanno la nomina di volere distruggere i nuclei famigliari dividendo i genitori e mandando in case famiglie o in altre strutture i figli. Una di queste assistenti sociali sembrerebbe avere preso di punta la protagonista della nostra storia. Infatti nel 2011 dopo che Patrizia s’era sentita male e a causa di uno svenimento era stata ricoverata con il 118, chiamato proprio dalla bimba, quando tornò a casa non trovò più sua figlia. Chiamando i servizi sociali si sentì rispondere: “E’ in un luogo sicuro.” Il luogo sicuro era un convento di suore dove la bimba era costretta a pregare e dove sembra abbia anche preso i pidocchi. La madre per riavere la figlia dovette iniziare un vero e proprio braccio di ferro con l’assistente sociale che culminò con una vittoria in tribunale. Il giudice dovette riconoscere l’idoneità della madre nell’accudire la figlia.

Adesso la medesima assistente sociale, molto criticata a Firenze da chi ci ha avuto a che fare, sembra tornare alla carica per una rivincita. M la partita si gioca sulla pelle di una bambina e questo è inaccettabile.

Questa storia di cui siamo venuti a conoscenza, è solo una delle tante, che vedono madri sole non aiutate o peggio ancora attaccate da un servizio che più che sociale sembra essere poliziesco. Viviamo ancora in una società patriarcale che vive di pregiudizi su tutto questo occorre riflettere. Continueremo a seguire questa vicenda come anche altre dove si ravvedono soprusi da parte del potere.

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