DASPO a 4 tifosi viareggini colpevoli di esprimere ciò che pensano in tanti

Esprimono solidarietà alla mamma di Federico Aldrovandi e forse si vedranno affibbiati il DASPO. La storia potrebbe sembrare incredibile ma è avvenuta a Viareggio la scorsa domenica. Durante la partita Pisa Viareggio di Lega Pro, tra l’altro le due squadre sono unite da uno storico gemellaggio, in gradinata, settore chiuso, è stato appeso uno striscione con su scritto “SAP Vergogna Aldrovandi vive.” E’ stato sufficiente questo motivo per identificare quattro ultras viareggini e far scattare, probabilmente, il provvedimento di DASPO. Potremmo perderci in mille disquisizioni sulla costituzionalità o meno del DASPO quello che, però, ci preme sottolineare è il fatto che questo strumento arbitrario (non lo decide la magistratura) di repressione non viene utilizzato per contrastare la violenza ma per impedire la libertà di espressione. Agli ultras viareggini va, ovviamente, la nostra piena solidarietà.

La polizia che diffida chi critica civilmente con uno striscione è la stessa che alcuni giorni prima ha permesso che al palazzetto di Viareggio un tifoso del Bassano, con una svastica tatuata sul collo, provocasse indisturbatamente.

Alle proteste dei tifosi viareggini: “quello ha una svastica” un agente rispondeva con ignoranza: “Non è reato.” e un altro con inopportuna ironia “mica posso tagliarli la testa.” Come sempre si usano due pesi e due misure.

I gravi fatti di Roma, strumentalizzati ad arte da un informazione che soffia sull’odio e il razzismo, vedono scomparire dalle pagine dei giornali che un fascista ha sparato a diversi chilometri dallo stadio sui tifosi napoletani e si concentrano su di un certo Gennaro colpevole di avere un soprannome ridicolo “A Carogna” e rappresentare la tifoseria napoletana preoccupata solo per i propri amici feriti.

Questi fatti sono stati funzionali a distogliere l’attenzione dal SAP, il sindacato di destra della polizia, che ha applaudito degli assassini che hanno avuto la possibilità di rimettersi la divisa. Quelli applausi hanno indignato e meravigliato tanti. Se capiamo l’indignazione meno la meraviglia. Basterebbe conoscere la storia del SAP e ricordare la mattanza del G8 di Genova e le prese di posizione di questo sindacato per non stupirsi. Oppure basterebbe ricordarsi quali figure hanno avuto la tessera di questo sindacato come quel Marino Occhipinti, uno dei membri della uno bianca, condannato all’ergastolo e a 9 mesi di isolamento diurno per aver partecipato a rapine ed omicidi assieme ad altri suoi colleghi di lavoro.

Marino Occhipinti motivò la sua presenza nella banda con il fatto che riteneva insufficiente lo stipendio da poliziotto.

La recessione economica e il degrado morale della politica stanno portando ad un’accelerazione della crisi per questo l’ipotesi della “democrazia autoritaria” rimane un’opzione valida per le classi dominanti. Dentro questo schema rientrano la richiesta di nuove leggi su spinte emozionali; la criminalizzazione di ampi settori della gioventù, nello specifico gli ultras, e lo studiare le reazioni della società a certe esternazioni di uomini di potere; rientra soprattutto, però, la mistificazione che stampa e TV fanno degli avvenimenti. Cosi il dito medio del sindaco Fassino agli ultras del Torino diventa, secondo il servo Bruno Vespa, una normale reazione mentre i fischi di protesta all’inno nazionale un grave atto di inciviltà. Insomma siamo alla solita propaganda di regime.

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