L’amministrazione americana ha scelto Lucca per il vertice del G7 dei ministri degli esteri come prima tappa prima del vertice di fine maggio a Taormina che vedrà riunirsi i capi di governo. Mentre Washington chiede all’Italia di mettere al primo posto della discussione la questione Siriana, facendo cosi diventare la città Toscana uno snodo importante nella concretizzazione della scelta politica Trumpiana fatta nei confronti della Siria. Dopo l’attacco chimico che ha ucciso più di 80 civili, Trump nella notte di giovedì notte aveva ordinato il bombardamento della base da cui era partito il caccia siriano. Una base sui cui sono presenti anche aerei russi; per questo gli Usa hanno accusato Mosca, sostenendo “o siete complici oppure siete incompetenti, perché i siriani hanno usato le armi chimiche sotto il vostro naso”. In Siria, gli Usa e i paesi della coalizione anti-Isis colpiscono le postazioni dello Stato Islamico, che fino ad oggi non avevano mai colpito le basi di Assad. L’attacco militare americano della scorsa settimana ha avviato una nuova dinamica politica: a Lucca gli Usa proveranno a chiedere un ulteriore impegno per le trattative diplomatiche che Staffan De Mistura guida per conto dell’Onu a Ginevra, un negoziato in cui l’America tornerà a sostenere con maggior forza l’uscita di scena di Assad. I tentativi di impedire il corteo di oggi ( 10 Aprile ) da parte delle questura Lucchese sono stati insistenti e continue, non hanno fermato la volontà di girare liberamente per la città, sottoposta in questi giorni a divieti e controlli serrati. Per le strade, all’incirca 500 persone che hanno voluto gridare il proprio dissenso in primis per la città completamente blindata e che sicuramente sarà costata cara alle nostre tasche, blocchi dei voli sopra la città, droni a monitorare nel ronzio della tecnologia, polizia, blindati e tanti altri “magnifici giocattoli “. Non è però tardata la risposta degli agenti in antisommossa, che hanno caricato più volte, prima un gruppo di manifestanti che ha provato a forzare uno dei varchi che chiudeva il centro storico dove si teneva il summit, successivamente caricando a freddo in maniera indistinta fra la folla terrorizzata colpendo persino una persona in carrozzina creando il panico e provando a disperdere il corteo, conclusosi davanti alla questura chiedendo il rilascio immediato di due compagni in stato di fermo. Una città blindata impenetrabile, che accoglie chi dovrebbe parlare di frontiere e provare a risolvere il problema della migrazione dai paesi in guerra proprio come la Siria.
Alessandro Ravenna presidente del Cantiere Sociale Versiliese