Filippo Antonini scrive al sindaco di Massarosa Franco Mungai sul tema dell’antifascismo

Caro Sindaco Franco Mungai,

come nei mesi scorsi Le abbiamo espresso solidarietà per i gravi episodi avvenuti nei confronti Suoi e della Sua famiglia, come abbiamo apprezzato il fatto che la Sua Amministrazione abbia votato per prima, sul territorio della Versilia, le “delibere antifasciste”, oggi non posso non dissentire e criticare il Suo operato.

Ritengo, che riguardo ai fatti avvenuti a Massarosa lo scorso 8 febbraio, ci sia una profonda responsabilità morale e politica da parte della Sua Amministrazione e da parte degli organi preposti alla sicurezza sul territorio, non avendo impedito la vile provocazione dell’organizzazione denominata “CasaPound”; ciò poteva e doveva esser fatto, perché di vile provocazione si trattava.

Iniziare la campagna elettorale, non a caso a Massarosa, dopo tutto quello che era successo nei mesi scorsi; in Consiglio Comunale, la massima assise cittadina, dove era stata votata la prima “delibera antifascista”; in un Comune Medaglia d’oro alla Resistenza che ha subito molti lutti e stragi, ma anche atti di importante eroismo: Giancarlo Taddei “Beppe”, Amos Paoli, Ciro Bertini “Chittò”…

Sicuramente Lei, come ha già fatto, si trincerà dietro la legalità e i diritti, che “tutto non poteva essere impedito” ma è anche, a mio giudizio, una difesa sterile.

Quante volte -purtroppo- siamo stati costretti a dire “No” e ad andare contro le leggi dello Stato, per ripristinare quelle morali e di dignità, spesso ben più alte ed importanti. Questo ce lo insegna la Storia, ce lo insegnano i Nostri partigiani, ce lo insegna Danilo Dolci e ce lo insegna quella piccola ed indifesa donna di nome Antigone, il cui nome risuona da secoli, che andò contro tutto e tutti, per ripristinare la pietà verso i defunti.

Ci vuole coraggio, lo so, per ogni gesto ci vuole coraggio, anche piccolo, ma è quello che ci richiedono i tempi e se le istituzioni non si fanno diga contro queste degenerazioni fasciste e xenofobi, inevitabilmente qualcuno se ne farà carico, purtroppo anche sbagliando.

Ci vuole fermezza e coraggio anche da parte delle istituzioni che in passato ebbero tante responsabilità nell’ascesa del Fascismo, in quanto si dimostrarono inermi e pavide. Quest’anno -poi- cade anche un amaro anniversario, quello delle leggi “Razziali”.

D’altra parte la Storia non è cattiva maestra ma ha solo cattivi discepoli.

Per tutti questi motivi ero in Piazza l’8 febbraio, insieme a molti altri antifascisti/e, e nessuno ci può negare questo diritto, di manifestare contro il razzismo e fascismo, che tanti lutti e tragedie ha provocato nel Nostro Paese, di difendere la Costituzione nata dalla Resistenza e di onorare, a testa alta, i Nostri cari morti per la Libertà.

Filippo Antonini

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