Dini e Trasatti di Toscana a Sinistra intervengono Sullo stadio dei Pini. Il 14 arriva Mister Ulivieri.

“Anche le grandi opere hanno bisogno di manutenzione e invece rimangono lì, alle intemperie e al lavoro corrosivo dell’incuria istituzionale. Sembra che la politica veda le grandi opere come colossali spot elettorali – colossali per dimensioni e per capitali spesi – di cui dimenticarsi se si sono vinte le elezioni ma anche se si sono perse; da dimenticarsi in ogni caso. E comunque siano andate le cose nei lontani anni ’50, di sicuro ai giorni nostri qualcuno si è dimenticato dello Stadio dei Pini di Viareggio. Eh sì, perché uno stadio non ha una data di scadenza raggiunta la quale, ahimè, è da buttarsi. Fuor di metafora, se ad un certo punto l’agibilità dello stadio è stata negata ed è intervenuta la magistratura, ciò non è frutto del caso, né del proverbiale destino cinico e baro, ma di una precisa scelta politica.
Che ci sia di mezzo l’asse di penetrazione? Le ultime nuove, provenienti dall’amministrazione di Giorgio del Ghingaro – anzi: dal sindaco in persona – sembrano proprio negarlo. Lo stadio si farà o, meglio, si rifarà! Non resta che stare a guardare: ai posteri! Ai posteri! Perché, se di cattedrali nel deserto è piena l’Italia, neppure mancano le opere fatte e disfatte nel giro di un valzer.
Nel frattempo, negli ultimi anni, la cittadinanza è stata privata di un luogo che è stato vanto sportivo, con la sua pista in tartan (la prima in Italia!), con la Coppa Carnevale , un evento sul cui prestigio sarebbe inutile insistere, con i record mondiali di Alessandro Andrei.
Soprattutto, è stata privata di un luogo che è divenuto simbolo di una città intera: del suo dolore, della sua voglia di verità, del suo grande cuore quando, il 7 luglio del 2009, trentamila persone commemorarono le vittima dell’infame strage di Viareggio.
Per finire, però, e a pensarci bene… No! Non rimarremo a guardare. Perché lo Stadio dei Pini possa ritornare ad essere centro di socialità – non di solo sport vive lo stadio ma di musica, all’occorrenza, o della voce dei bambini durante i giochi della gioventù, ad esempio – e soprattutto perché lo stadio sia consacrato guardiano di un bene pubblico, come la pineta, contro ogni speculazione che abbia nell’interesse privato, e nel profitto, l’unica ragione.
IL nostro impegno, in regione, sarà anche quello di tutelare lo sport come patrimonio collettivo, come bene pubblico. Perché, se lo Stadio dei Pini oggi assurge a simbolo di una collettività e delle sue lotte, non possiamo dimenticarci del valore pedagogico dello sport soprattutto nelle periferie, perché l’incuria dei governi, anche e soprattutto di quelli cittadini, non le raggiunga mai più. Chi parla di sicurezza, si ricordi che, a monte, una società sana è una società inclusiva e la si difende soprattutto con l’integrazione, in ogni sua forma; anche quella sportiva.”

Andrea Dini, Francesca Trasatti

(Toscana a Sinistra)

Toscana a Sinistra ha intenzione di insistere sullo stadio e per il 14 settembre alle ore 18 davanti alla gradinata che dovrebbe essere demolita in que giorno ha invitato Renzo Ulivieri ex allenatore del Bologna e di Roberto Baggio.

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