Dibattito sulla ciclovia tirrenica alla Lecciona a InforDADAmiamo.

Abbiamo registrato un ora di dibattito sulla ciclovia tirrenica alla Lecciona alla nuova trasmissione “InforDADAmiamo“. Sono intervenuti: Nicola Gallione ex bagnino della Lecciona, Federica Giannini di Repubblica Viaregina, Stefania Ghignoli di Potere al Popolo Versilia, Andrea Lami del Comitato della Salvezza della Pineta, Murat Onol del Museo Popolare Giak Verdun, Gianluca Venturini del Cantiere Sociale Versiliese coordinata da Mario Giannelli di Dada Viruz Poject. La discussione oltre a far emergere le problematiche di un opera come una ciclovia all’interno di una riserva naturale, come la Lecciona, ha sottolineato come esista già un tracciato più idoneo per quella via che è il Viale dei Tigli. Si è dibattuto anche dello scellerato progetto dell’asse di pentrazione, della mancanza di sensibilità ecologica della giunta Del Ghingaro e delle mire sul parco. La difesa del parco è stato il nodo centrale di tutti gli interventi. Si è parlato anche delle esperienze di lotta del comitato della salvezza della pineta e del Museo Popolare della pineta Giak Verdun giunto alla quarta stagione. L’esperienza del museo è l’incontro tra artisti e difesa della natura in una logica artivistica come la pensava Giacomo Verde. Non sono mancate le critiche all’amministrazione per l’ assenza di spiagge libere e piste ciclabili in città, per il continuo abbattimento di alberi sani e per la mancata sostituzione di quelli malati. Inoltre, il sindaco Giorgio Del Ghingaro è stato criticato per la sua mancanza di confronto con la città e per la pessima abitudine di bannare chi lo critica. Non sono mancati, anche, i riferimenti alla grandi, medie e piccole mobilitazioni ambientali come quella dei No TAV in Valsusa, dei No Cave a Carrara per difendere le Alpi Apuane e come quella in atto in questi giorni a Pietrasanta per difendere i ventiquattro tigli di Piazza Statuto. Infine sono stati trattati temi come il ruolo del profitto su certe scelte politiche di costruzione di grandi e piccole opere, l’ipocrisia di un finto ambientalismo di facciata che si limita a tingere di verde il capitalismo e l’importanza dell’ecosocialismo come prospettiva di cambiamento per chi vuole salvare il pianeta.

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