Email degli ambientalisti al presidente Giani perché non nomini Fabrizio Miracolo presidente del parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli.


Pubblichiamo integralmente il testo che alcuni ambientalisti di varie realtà tra cui il coordinamento "La Lecciona non si tocca." e il Comitato per la Salvezza della pineta stanno inviando al presidente della regione Toscana. Per chi volesse aggiungersi questa è l'email eugenio.giani@regionetoscana.it:

Egregio presidente Giani,

ci sembra preoccupante il fare ricattatorio col quale il sindaco Del Ghingaro minaccia per l’ennesima volta di far uscire dal Parco il comune di Viareggio (cosa per cui del resto non ha l’autorità) a meno che Lei non ne nomini presidente il suo fido Fabrizio Miracolo.
Lo troviamo preoccupante sia per l’arroganza in sé di tale pressione politica (le pressioni esistono da sempre, ma c’è modo e modo, qui ci pare che si sia venuti meno alla minima discrezione…), sia per altre considerazioni che esponiamo di seguito.
Innanzitutto, è curioso che Del Ghingaro lamenti la perenne emarginazione di Viareggio dalle decisioni sul Parco, quando sia l’attuale presidente Cardellini sia il suo predecessore Manfredi sono venuti da Viareggio (sarebbero quindi casomai gli altri comuni interessati a poter lamentare un favoritismo filoviareggino…); e quando, del resto, né lui stesso né Miracolo provengono da Viareggio (quest’ultimo, anzi, nemmeno dalla Toscana): evidentemente Del Ghingaro è convinto che Viareggio si identifichi in toto con la sua amministrazione, tanto da non considerare viareggino nulla e nessuno che non si allinei con le sue personali vedute!
Ma questo lo diciamo ad personam, visto che di recente l’amministrazione Del Ghingaro si è messa oltretutto a dissertare su cosa è ‘autoctono’ e cosa no nel territorio di sua giurisdizione. Cosa importa, in effetti, da dove viene il presidente, purché abbia la volontà di fare del bene all’ambiente del Parco, e la competenza per tradurla in atto? Ma proprio qui sta il problema più sostanziale.
Non solo, infatti, Miracolo non possiede nessuna competenza specifica in campo di tutela degli ecosistemi (difetto del resto condiviso con parecchi altri candidati); ma si è anche reso autore, or non è molto, di dichiarazioni preoccupanti. Si è chiesto, ad esempio, perché Viareggio non può essere una città “normale”, dove alla Lecciona (zona che, ricordiamolo, è riserva naturale e sito di interesse comunitario per le sue particolari e delicate caratteristiche, e dove già l’attuale livello di frequentazione rischia di essere incompatibile coi suoi equilibri) si prenda l’aperitivo in spiaggia “come a Formentera”!
Si può, ci domandiamo, con idee simili aspirare a una carica di alta responsabilità per la tutela dell’ambiente locale?
La verità, presidente, è che a determinate forze non è mai andato giù che, con l’istituzione del Parco, una parte consistente di Viareggio sia stata sottratta alle loro mire speculative e lasciata alla quiete della natura: e vorrebbero, non potendo cancellarlo, quantomeno neutralizzarlo per aver modo di fare il loro comodo.
Del Ghingaro e Miracolo sono espressione lampante di questo punto di vista. Del Ghingaro leva da anni alte grida sul fatto che il Parco avrebbe “soffocato” la voce di Viareggio (piagnisteo, va detto, in parte sottoscritto anche dal PD toscano, nel suo tiepido e ambiguo tentativo di mediazione): ma in che senso, ci domandiamo? Quando mai? Che cosa ci si aspetta da un’area protetta, se non che porti avanti il suo lavoro di tutela? Un’area protetta deve occuparsi di mantenere, difendere e se possibile incrementare il valore naturalistico e paesaggistico dei contesti che le sono affidati: punto e basta. È così che a lungo termine assicurerà il vantaggio anche economico delle comunità coinvolte (la buona salute dell’ambiente e del territorio rappresenta ormai anche una risorsa economica, sebbene alcuni si ostinino a considerarla sacrificabile in nome del profitto): non certo asservendosi a interessi terzi o trasformandosi in una ‘gallina dalle uova d’oro’. Un parco naturale non è non può essere un parco di divertimenti!
È per questo che certe lamentazioni sulla ‘pastoia’ che il Parco avrebbe costituito per Viareggio ci sono sempre parse inquietanti: cosa vuol mai fare Del Ghingaro, che il Parco gli abbia impedito e che sia compatibile con la tutela dell’ambiente? Le parole di Miracolo, ci sembra, chiariscono in maniera inequivocabile (e, vorremmo dire, beatamente ingenua) a cosa si mira: a un Parco ‘addomesticato’, che avalli localini, collegamenti asfaltati, parcheggi, musica ad alto volume, e chi più ne ha più ne metta nel campo di quel che una miope e superata idea dello ‘sviluppo economico’ e della ‘valorizzazione turistica’ può suggerire. Ma questi non sono certo la finalità e lo spirito in base ai quali il Parco, ormai da quarant’anni, è stato istituito.
Caro presidente, non ceda alle pressioni, non si renda complice di una tale manovra, non apra la strada a una tale devastazione proprio adesso che in tutto il mondo si invoca la necessità di una ‘transizione verde’; e nomini alla presidenza del Parco un ambientalista vero, che ne conosca il territorio e consideri la sua preservazione un obbiettivo primario, non un ostacolo da aggirare facendo della ‘tutela’ un nome vuoto e derisorio!
Sicuri della sua attenzione e della sua comprensione, Le auguriamo buon lavoro.
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