Il Comitato per la salvezza della pineta attacca PAM e Comune per difendere il pino.

“Sempre a proposito del pino antistante la Pam, nell’aiuola spartitraffico recentemente smantellata: Ci viene detto che il pino in questione non può venir salvato perché, in base al progetto di rifacimento stradale già in parte realizzato, verrebbe a trovarsi proprio in mezzo alla carreggiata (apprendiamo adesso che verrà tagliato domattina, e del resto è già stato compromesso). Ne prendiamo atto. Tuttavia, prendiamo anche atto di come questo progetto non abbia apparentemente altra utilità che il dirottamento del maggior numero possibile di automobilisti nel parcheggio della suddetta Pam: al di là di questo interesse privato, non sembra generare alcun beneficio per l’urbanistica e per la viabilità (quindi neanche per la collettività); anzi, casomai favorisce un incremento dei flussi di traffico (dunque un danno).Di questa situazione è responsabile innanzitutto il Comune, che ha approvato il progetto in questi termini unicamente per farselo realizzare a spese della Pam; ma è responsabile anche la Pam stessa, che l’ha presentato, e che in tal modo non si dimostra affatto ‘verde’ come vorrebbe propagandisticamente dichiararsi. Cosa c’è di ‘verde’, infatti, nell’accrescere il traffico abbattendo, oltretutto, parte di quegli alberi che (peraltro in una zona già di per sé fortemente congestionata e inquinata) consentono di temperarne le conseguenze? Ci sembra che il colore sia più che mai grigio asfalto…Né la Pam può ascrivere a suo grande vanto quei tanto sbandierati “quattordici lecci” che per legge ha piantato nell’adiacente parcheggio a compensazione dei pini sani barbaramente sacrificati. Quanti anni impiegheranno quei lecci per raggiungere la grandezza di questi ultimi, e quindi uguagliarne l’ombrosità, la produzione di ossigeno, il livello di assorbimento di polveri sottili? Ma soprattutto: ci arriveranno mai, abbandonati e affogati come sono in delle aiuolette microscopiche, privi delle cure adeguate e di una assidua irrigazione? Cosa ci sarebbe voluto, ci domandiamo, a lasciar loro un minimo più di respiro?Fare il lavoro in questo modo significa proprio non manifestare alcuna reale cura e attenzione: significa aver schiaffato lì allo sbaraglio degli sparuti alberelli ‘usa-e-getta’ che, se non seccherano già nei prossimi mesi, sicuramente andranno nel giro di qualche anno tagliati e (se va bene…) sostituiti, prima di essersi avvicinati anche lontanamente alle loro proporzioni adulte. Non ci parrebbe giusto lasciar passare questo minimale e svogliato adeguamento a un obbligo per chissà quale merito ambientalista!Se la Pam è veramente ‘verde’, lo dimostri: nei tempi e con le modalità opportune, pianti nel prato di Largo Risorgimento, dove avrebbero lo spazio adeguato per crescere e svilupparsi (e, perché no, anche nell’aiuola spartitraffico or ora realizzata accanto al sito della precedente), un congruo numero di pini in compensazione di quelli abbattuti, e si prenda carico di seguirli e curarli fino all’attecchimento. Allora prenderemo atto della sua buona volontà ambientalista, e saremo anche felici di riconoscerla. Fino a quel momento, per noi rimangono chiacchiere, a fronte dei *fatti *ora evidenziati.Fino a quel momento, noi proseguiremo il boicottaggio con tutti i leciti mezzi di espressione di cui possiamo disporre, affinché le nostre ragionevoli richieste vengano ascoltate.”

Comitato per la Salvezza della Pineta

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