Il 20 Luglio di Venti anni dopo Piazza Alimonda si riempie ancora.

Alla fine nonostante il caldo e il giorno lavorativo e la ripresa dei contagi da covid 19 Piazza Alimonda si riempie per ricordare Carlo Giuliani. Non sono grandi numeri ma le migliaia di persone sono un risultato più che dignitoso.

“Carlo è vivo e lotta insieme a noi, le nostre idee non moriranno mai.” Urlano i manifestanti e poi si canta “Bella Ciao.” Dal palco si susseguono gli interventi che ricordano la violenza delle forze di polizia in quei giorni di vent’anni fa a Genova. Ci sono i centri sociali che attraversano mille difficoltà. C’è l’ARCI. Ci sono i partiti della galassia comunista sempre più frantumati e incomprensibili. Ci sono i sindacati sia quelli di base che la CGIL forse consapevoli che una nuova stagione di lotte operaie sta per partire non fosse per difendere i posti di lavoro. C’è il padre di Carlo con la sua dignità. C’è pure Manu Chao. Ci sono anche dei giovani che vent’anni fa nemmeno erano nati. C’è il Movimento No TAV, forse uno dei pochi non uscito sconfitto dalla lotta di Genova. Un movimento, quello valsusino, che ha ancora da dire e insegnare. La piazza nel suo insieme, però, appare ingenua, piena di nostalgie, come incantata da un dovere romantico, quello di commemorare. Come se non avesse ancora fatto i conti fino in fondo con quei fatti. “Genova non è finita” urla qualcuno. Un bandierone tenuto dai compagni di Viareggio raffigurante Carlo Giuliani recita “Carlo vive i morti siete voi.” Alla fine parte anche un corteo che si riprende via Tolemaide, quella strada dove una generazione si scontro con il potere, e prova a parlarci di futuro invitando a contrastare il prossimo G20 ad ottobre. “Il G8 non si commemora il G 20 si combatte” recita uno striscione che prova a ad abbandonare il romanticismo e a parlarci di politica. Un altro recita “Non ci sarà mai pace fino a che vivrà un padrone.” Appare evidente che Genova 2001 non è mai finita e come potrebbe essere diversamente se le tematiche di allora sono ancora scottanti vedi migranti, debito dei paesi poveri, crisi climatica, disastri ambientali, guerre ecc..

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