“No war happening” per le vie della Darsena di Viareggio.

Dando continuità all’assemblea dello scorso 7 aprile tenutasi, al Cantiere Sociale Versiliese, si è svolta, sabato 23 aprile, una passeggiata contro la guerra e la repressione per le vie della Darsena. Neppure la pioggia ha fermato il “No War Happening” promosso dal Collettivo Super Azione e dal Collettivo “Dada Boom”. Quasi 200 persone si sono ritrovate presso l’ex CSOA SARS spazio sgomberato dal comune di Viareggio ma rioccupato dai movimenti anticapitalisti viareggini. La scelta di far partire da questo luogo è stata una scelta simbolica molto forte sia per riaffermare che gli spazi non si sgomberano, sia perché quello spazio fu figlio della stagione delle lotte contro la globalizzazione e le guerre in Afghanistan e in Iraq di venti anni fa. I simboli hanno caratterizzato la passeggiata artivistica che ha avuto alcune tappe come il luogo dove da anni si svolge il Museo Popolare Giak Verdun nato per contrastare il progetto speculativi dell’asse di penetrazione. In questo punto si è svolto la performance “chi semina Pellet raccoglie asfalto” di Murat Onol ed Eugenio Sanna, è stato, inoltre, esposto uno striscione contro l’asse di penetrazione. Seconda tappa davanti ad una casa sgomberata dove anni fa aveva trovato dimora una famiglia con due bambini piccoli. Qui i reodaisti hanno appeso uno striscione: “Profughi delle case sgomberate” e hanno acceso un fumogeno a voler denunciare l’ipocrisia e la violenza del potere ma anche il razzismo di chi oggi accoglie i profughi biondi con gli occhi azzurri provenienti dall’Ucraina ma che ogni giorno se ne sbatte dei tanti migranti che muoiono nel Mediterraneo o che sono vittime di guerre dimenticate come quelle in Siria, Yemen e Palestina. “Solidarietà al popolo Ucraino ma non al burattino degli USA Zelensky e ai suoi amici nazisti. Espropriare la villa a Zelensky e a tutti gli oligarchi russi e ucraini e investire quei soldi nel sociale. ” Recitava un cartello della Brigata Mutuo Sociale per l’Abitare. Brigata che ha sfilato con le proprie bandiere dietro allo striscione: “I soldi per le spese militari usiamoli per costruire nuove case popolari.” Diritto alla residenza e no agli sgomberi delle case occupate le parole d’ordine di questo spezzone. Il modo di investire i soldi del PNR da parte del governo Draghi non convince. Un altro striscione recitava: “190 milioni di ragioni per investire in sanità e scuola.” Proposta concreta alla faccia di chi afferma che in piazza scendono solo quelli del “No”. Dietro ogni No si nasconde un Si. E il no alla base di Coltano è un si alla difesa del parco. Se difendiamo il parco dalla follia di far passare la ciclovia tirrenica dalla zona protetta della Lecciona o dal continuo abbattimento di alberi ancora più importante è contrastare una base militare all’interno del parco. E quindi lo striscione di alcuni attivisti ambientali “Coltano Luogo di Pace No Military Zone” non poteva mancare. Al corteo erano presenti bandiere di Potere al Popolo, di Repubblica Viareggina, del Partito Comunista dei Lavoratori, di Sinistra Anticapitalista, di USB, di Unione Inquilini, di ma anche bandiere di popoli che resistono come quello palestinese, quello curdo, quello cubano e la bandiera di uno stato che non esiste più come la Jugoslavia, perchè distrutta dall’imperialismo di USA ed Europa. Una passeggiata che è divenuta un piccolo corteo internazionalista. Anche lo striscione di Porti Aperti riaffermava questo valore: “Senza armi niente guerra. Senza Confini nessun clandestino.” In Piazza anche Non una di Meno Viareggio, con un carrello.Le donne in guerra sono ancora più vittime di violenza e stupri. I carrelli sono stati la forma espressiva degli artisti che si sono cimentati in questo art happening mobile. Per chi non li avesse visti il 25 aprile al Cantiere Sociale, prima o dopo il pranzo, sarà l’occasione per farlo assieme alla mostra i crimini di guerra degli USA realizzata da Dada Viruz Project. La sfilata ha proseguito per via Coppino dove lo scrittore e poeta Giancarlo Micheli ha letto una sua poesia. Alla chiesina dei Pescatori c’è stata la performance “Ex voto” della Temibile che ha messo in risalto l’altrrnativa tra ecosocialismo e barbarie. Diversi gli artisti che hanno realizzato un carrello. Dalla Temibile a Murat Onol; da Federico Andreuccetti al pittore viareggino Daniele Emilio Cinquini; fino ad arrivare al carrello della mail art o se preferite arte postale di Vittore Baroni. A cimentarsi con questa protesta artistica anche alcuni collettivi come Non Una di Meno e la Brigata Mutuo Sociale per l’Abitare che ha realizzato due carrelli. Alla chiesina dei pescatori storico simbolo di pace e dei preti operai viareggini come Don Sirio Politi c’è stato il saluto di Don Luigi Sonnefeld poi è intervenuto Karim per la Comunità Marocchina che ha parlato in Arabo, ai migranti presenti, di pace e diritti. Ci sono stati poi gli interventi di Camabiare Rotta organizzazione giovanile comunista, Potere al Popolo, Assemblea contro la guerra di Pisa,Unione Inquilini, Partito Comunista dei Lavoratori, Non Una di Meno e Repubblica Viareggina. La giornata ha poi proseguito al CRO Darsene con un aperitivo di autofinanziamento e con la performance conclusiva “L’artista è il regalo” di Robert Panicovich. Una giornata intensa aperta dallo striscione “Colpevole è il profitto.” Infatti, pandemia, crisi economiche, disastri ambientali, cambiamenti climatici, morti sul lavoro, ingiustizie sociali, miseria, guerre e repressione hanno un unico responsabile il profitto capitalista.

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