I familiari della strage ferroviaria contestano Paolo Mieli a Viareggio

I familiari della strage ferroviaria di Viareggio, con molta dignità e determinazione, hanno contestato, domenica 31 luglio, il presidente del premio Repaci Viareggio, Paolo Mieli. Il noto volto televisivo, senza alcuna sensibilità, aveva difeso Mauro Moretti uno dei principali responsabili della strage ferroviaria di Viareggio dicendo: “chi li restituisce la vita dopo tutti questi anni di processo? “ Il giornalista si riferiva non alla vita di chi è morto bruciato tra enormi agonie ma alla vita di chi in questi anni è stato premiato con il cavalierato del lavoro, retribuito e liquidato da incarichi prestigiosi con cifre con tanti zei. Mieli si era spinto anche oltre definendo i viareggini degli urlatori. Parole che hanno offeso non solo i familiari della strage ma l’intera città. Quando i familiari si sono presentati con tanto di striscione il signor Mieli in modo ipocrita ha chiesto un minuto di silenzio per i familiari della strage ma Daniela Rombi del mondo che vorrei gli ha urlato: “In silenzio ci dovevi stare prima.”

Del Ghingaro, che ha nominato Mieli presdiente del premio Repaci, è lo stesso sindaco che ha rinunciato a costituirsi parte civile nella la strage. Del Ghingaro, Mieli, Moretti ma la lista dei politicanti potrebbe essere più lunga appartengono, seppure in modo diverso, a quella casta di intoccabili lontani dalle istanze popolari che si spalleggiano tra di loro. La sacrosanta contestazione di ieri al revisionista e guerrafondaio Paolo Mieli, lacché dei padroni va salutata come un toccasana da parte di tutte quelle persone che non chinano la testa di fronte alla narrazione dei dominanti e all’insensibilità di un potere che si autoassolve sempre.

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