Il Tirreno sputa veleno contro i giovani che frequentano l’ex SARS. Ristabiliamo le verità.

Ennesimo weekend all’insegna del divertimento e della socialità per molti giovani, tanti venuti anche con il treno, all’ex SARS. Questo a qualcuno, però, non piace e vomita dalle pagine di un piccolo giornale di provincia tutto il qualunquismo e l’odio piccolo borghese. In un articolo fazioso e scritto pure male si legge di punk a bestia e musica techno che uscirebbe misteriosamente dai container. I soliti stereotipi e una misteriosa penombra per spaventare sono la ricetta ideale per confezionare la consueta propaganda di criminalizzazione della gioventù. Nessuno pretende che tutti possano conoscere la cultura che sta dietro un movimento musicale che ha più di quaranta anni di storia, né che si debba condividere i gusti dei giovani, però, chi ambisce ad essere chiamato giornalista dovrebbe, almeno, sapere cosa avviene sul territorio. Proviamo per amore della verità, e per il disprezzo verso i luoghi comuni e il pressapochismo a dire noi mediattivisti che giornalisti non siamo e mai vorremmo esserlo, come stanno realmente le cose.

  1. La musica non viene da container misteriosi ma dall’EX SARS che è stato nuovamente liberato da una serie di realtà anticapitaliste e da Smash Repression da marzo.
  2. Non si tratta di rave ma di feste di musica elettronica.
  3. Il luogo è isolato e la musica non la sente nemmeno chi sta in auto fuori
  4. In quanto al degrado troviamo ridicolo puntare il dito contro chi fa aggregazione, invece che contro un’amministrazione che proprio in quell’area ha lasciato che stadio e piscina andassero alla malora.

Lo Spazio Antagonista di Resistenza Sociale (SARS) è esistito per più di vent’anni ha superato incendi, sgomberi e processi. L’omissione della sua stessa esistenza nell’articolo, può essere dovuta solo a cialtroneria o malafede. Tuttavia, questo non deve meravigliare perché ci ricordiamo benissimo quella meravigliosa “perla” di articolo di quando nacque. Era il maggio 2003 e nonostante i tanti comunicati inviati dai ragazzi del centro sociale, che spiegavano la nascita attraverso l’occupazione, allora al Varignano, e la scelta del nome, che giocava sul virus cinese, uscì un articolo insensato. In quell’occasione si parlava di uno striscione con la scritta SARS accanto ad un ristorante cinese, che avrebbe fatto scappare dei turisti che pensavano alla malattia. Sono tante le cose assurde scritte in vent’anni da lor signori su questa esperienza o le altre simili in città. Ricordiamo nomi di compagni deceduti che risultavano essere rinviati a giudizio. Poi con il passare del tempo, come la maggioranza dei viareggini, abbiamo smesso di comprarlo e leggerlo. Siamo venuti a conoscenza di questo delirante articolo solo perché diversi lettori del nostro blog ce lo hanno segnalato.

Se chi ha scritto questo pezzo si fosse recato sul posto avrebbe visto qualche striscione e bandiera No Asse, (siamo curiosi di vedere cosa scriveranno il 14 silla manifestazione No Asse) e solo tanti giovani che ballavano ma il giornalismo moderno non sta sul campo si limita a raccogliere voci, quasi sempre false, da dietro una scrivania.

Non ci siamo meravigliati e rispondiamo a tutti con una battuta ma perché leggi “Il Tirreno se sei nel mar Ligure, Lo vedi che la verità è assente già nel titolo di questo giornale,”

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