Neo-patriarcato e capitalismo viaggiano assieme per questo vanno combattuti entrambi.

I giornalisti della destra, ma non solo, ben allineati fanno muro nel negare il patriarcato. Lo fanno con la banale costatazione di sottolineare che non esiste più la famiglia patriarcale. Questa banalità può servire a confondere l’opinione pubblica ma non chi ga una analisi più approfondita.

Il patriarcato non solo è vivo e vegeto, ma soprattutto è stato in grado di ristrutturarsi e riorganizzarsi in presenza dei mutamenti effettivi dei rapporti trai sessi, sia nella sfera del privato-affettivo-familiare, che nell’area del pubblico; trasformazioni determinate non solo dala modernizzazione dei processi produttivi e sociali, ma anche dalle acquisizioni teoriche e pratiche elaborate dal femminismo a partire dagli anni Settanta. Sarebbe forse più corretto parlare di neo – patriarcato. Un neo – patriarcato che va a braccetto con il capitalismo, cancellando affettività e riducendo i rapporti ad in un perverso consumismo. Un neo – patriarcato che svolge anche una funzione di controrivoluzione preventiva alle nuove istanze del femminismo.

La narrazione post ideologica tende a nascondere tutte le ideologie, compresa quella patriarcale, ma essa è ben salda nel nucleo del sistema capitalista. Per questo la battaglia contro il patriarcato non può essere scissa dalla battaglia contro il capitalismo.

I femminicidi sono solo la punta dell’iceberg di questo sistema che va abbattuto. Salutiamo positivamente le mobilitazioni delle donne ma anche del movimento LGBTQ+ e di tutti gli uomini che con spirito critico si sono messi in discussione. Il mezzo milione di persone che hanno manifestato per le strade di Roma il 25 novembre, un autobus è partito anche da Viareggio, sono la dimostrazione che il movimento trans – femminista è in forte crescita e che sarà fondamentale per le trasformazioni del futuro. Sempre il 25 a Viareggio c’è stato un corteo promosso dalla Casa delle Donne e da Non una di Meno che ha visto oltre un migliaio di persone scendere in piazza. In tante città italiane ci sono stati appuntamenti di piazza e momenti di riflessione. Il femminicidio di Giulia Cecchettin ha messo sotto i riflettori quei sani fermenti che da tempo stavano emergendo nella società.

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