
E anche nel quarto anniversario della morte dell’artivista Giacomo Verde, i suoi compagni e le sue compagne lo hanno ricordato in modo R3O DADAISTA, al cimitero di Ponte San Pietro. L’inventore del teleracconto è stato omaggiato da poesie, inni e balli. Sono stati fatti anche dei doni tra cui alcune ciocche di capelli. Giacomo Verde venne a mancare il 2 maggio 2020 ma quest’anno a causa delle avversità meteo la ricorrenza è avvenuta sabato 4. Per l’occasione era presente anche un cardinale alla faccia di chi dice che il rito per ricordare l’artista è sacrilego e blasfemo. Niente di più falso. Il rito è R£ODADA e quindi inclusivo perché il simbolo, e non solo il simbolo, di questo pensiero è la “E” rovesciata. Quindi c’è stato spazio per un cardinale ma anche per un pirata e persino per una zebra e una mucca. Non potevano mancare i pappagalli intesi come orinatoi tanto cari a Giacomo. Musica e colore contro la morte. Nessuna mancanza di rispetto come, invece, vorrebbe affermare un pensiero fariseo e baciapile. Il male sta nell’occhio di chi guarda e nell’orecchio di chi sente. Noi saremo polvere nell’universo, quella polvere che siamo sempre stati. Il pensiero di Giacomo, però, è sopravvissuto alla sua morte terrena e lo provano le tante persone che anche quest’anno lo hanno ricordato con affetto. Non sono mancati i mortaletti e i petardi e poi una piccola processione per il paese dove il nostro ha vissuto gli ultimi suoi anni.