Presidio, a Pisa, sotto il parco per la Lecciona. Il presidente del Parco Bani ha incontrato una delegazione.

“Lo striscione di 200 metri quadrati, simbolo del Coordinamento La Lecciona non si tocca è approdato oggi alla sede del Parco Migliarino San Rossore insieme a circa oltre un centinaio di persone, una nutrita delegazione di rappresentanti di tutte le realtà ambientaliste, politiche e cittadine, provenienti da Viareggio e da Pisa, che difendono tutte le riserve naturali del Parco dall’ipotesi di attraversamento della ciclovia tirrenica e che hanno discusso del tracciato nella sua globalità, nello specifico per quelli attraversamenti all’interno di zone sensibili. Si è svolto un incontro con il presidente del Parco Lorenzo Bani, che per altro non si è sottratto ad una “foto ricordo” con lo striscione. E’ stato un confronto aperto e cordiale, protrattosi per oltre un’ora, durante il quale è emersa una sostanziale unità di vedute circa la assoluta non opportunità del passaggio della ciclovia Tirrenica dalla Lecciona e dalle altre riserve naturali, con parere favorevole al passaggio dal Viale dei Tigli anche chiedendo di trasportare più a est, ovvero più a monte, tutto il tracciato del comune di Vecchiano e Pisa. Sono state prese in esame sia le criticità tecniche, sia le questioni strettamente ambientali, ma anche quelle sociali e politiche che, da qualunque punto di vista le si osservi, non ammettono tale tracciato, e rilanciano invece quello sul Viale dei Tigli.

I rappresentanti del Coordinamento hanno ricordato il corteo del 4 settembre scorso quando duemila persone sfilarono in città in difesa della Lecciona, ma anche l’attualità che vede proprio in questi giorni l’approvazione della modifica della Costituzione con l’inserimento dei principi in difesa dell’ambiente, della flora e della fauna. Il Presidente, che pure personalmente si espresso in più occasioni, a titolo personale, contrario al passaggio alla Lecciona, ha ribadito che una posizione ufficiale del Parco potrà essere espressa solo quando sarà ufficialmente richiesta dalla Regione, tuttavia, ha aggiunto, nulla vieta che quando il Ministero dei trasporti consegnerà il suo parere sui tracciati, possa essere richiesto e reso pubblico il parere del Comitato Scientifico del Parco.”

Coordinamento “La Lecciona non si Tocca”

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E’ ripresa, con un presidio sotto il Matteotti Occupato, la lotte per le residenze a Viareggio.

“Il diritto alla residenza dovrebbe essere garantito a tutte e tuttii, per questo dopo il presidio dello scorso 21 dicembre sotto il municipio, come Brigata Mutuo Sociale per L’abitare abbiamo promosso il presidio assemblea sotto il Matteotti Occupato. Alcune decine di persone hanno partecipato per sottolineare l’importanza dell’assegnazione di Via dei Vageri a chi non ha la residenza ma anche per chiedere la regolarizzazione degli spazi occupati e recuperati al degrado dal movimento di lotta per la casa viareggino. Sono intervenuti compagne e compagni di AS.I.A. USB, Non una di Meno Viareggio, Cantiere Sociale Versiliese, Collettivo “Dada Boom” Partito Comunista, Potere al Popolo e Repubblica Viareggina. La lotta per garantire il diritto alle residenze e quindi avere un medico di famiglia, poter iscrivere i bimbi a scuola, riscuotere la pensione ed esistere come individuo continua perché è una lotta di civiltà che solo un’amministrazione arrogante può negare. Ci chiediamo: “A quale capitale della cultura può ambire ad essere Viareggio se non rispetta i diritti sanciti dalla carta costituzionale?”

Brigata Mutuo Sociale per l’Abitare

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Il coordinamento “La Lecciona non si tocca” risponde al progetto dell’amministrazione sulla ciclovia.

“Plaudiamo senza riserve alla decisione della giunta di dare finalmente avvio alla realizzazione della ciclopista cittadina che collega il centro città alla Marina di Levante. Ciclopista cittadina, di questo si tratta, e non della Ciclovia Tirrenica, perché come noto la Ciclopvia Tirrenica ha le caratteristiche di una sorta di autostrada per biciclette, e certo non può essere paragonata a un percorso interno alla città. Ci attendiamo quindi che il sindaco e i suoi assessori mettano mano quanto prima e con il medesimo entusiasmo alla realizzazione del tratto viareggino della Ciclovia Tirrenica sul Viale dei Tigli. È esso infatti, con la sua bellezza mozzafiato, la sede naturale di tale importanza sovrastruttura internazionale. Temiamo, perché a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca, che questa ciclopista cittadina ribattezzata dalla giunta Ciclovia Tirrenica sia una scusa per premere sullo Stradello della Lecciona. Speriamo che così non sia e tuttavia, se così fosse, rinnoviamo le nostre richieste di incontro, alle quali fino ad ora il sindaco non ha mai risposto, affinché voglia ascoltare le nostre ragioni: vorremmo infatti illustrargli, serenamente e pacatamente, quali sono i motivi che oggettivamente impediscono il passaggio della Ciclovia Tirrenica dalla Lecciona. Abbiamo inoltre predisposto un’istanza al Parlamento Europeo, in quanto l’Europa ha suo tempo investito fondi ed emanato norme puntuali proprio per tutelare le riserve naturali di cui fa parte la Lecciona e riteniamo quindi che si opporrà ad un progetto che viola tali protezioni. In ogni caso faremo nuovamente sentire la nostra voce anche agli enti più vicini, cioè la Regione il Parco, con presidi e flash mob che abbiamo sospeso solo per il riaccendersi della pandemia e che riattiveremo fra breve.”

Coordinamento “La Lecciona non si tocca”

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Il Partito Comunista Italiano scrive alla direttrice dell’ASL su alcune questione aperte sulla sanità in Versilia.

Pubblichiamo questa lettera che ci è pervenuta.

Viareggio, li 31 gennaio 2022

Alla Direttrice Generale

Azienda Sanitaria Toscana Nord Ovest

e p.c All’Assessore alla Salute Regione Toscana

Al Presidente Conferenza dei Sindaci della Versilia

Agli Organi di Informazione

OGGETTO: Sanità in Versilia, alcune questioni aperte.

Gentile Direttrice

in diverse occasioni ci siamo rivolti a lei per esternare le nostre preoccupazioni sull’impostazione, sull’assetto e sulle prestazioni del Servizio Sanitario Regionale, riflessi di scelte nazionali che hanno di fatto impoverito la sanità pubblica, che comportando effetti diretti e tangibili sulle attività che ricadono tra le sue competenze territoriali direttamente la riguardano.

Tralasciamo quindi volutamente ancora una volta le considerazioni di natura politica e tutto quanto attiene ai possibili nuovi disegni della Sanità che viene ipotizzata all’ombra della pandemia e del PNRR, che saranno oggetto di una specifica riflessione, per rivolgere l’attenzione su questioni specifiche che riguardano la sua gestione e per le quali è in suo potere intervenire.

E cominciamo quindi dall’assetto della Medicina Territoriale e di Prossimità. Più volte si è detto come questo particolare ambito sia stato pesantemente trascurato e mai promosso come sarebbe stato necessario per dare molte delle risposte necessarie, quali ad esempio creare i giusti presupposti per sollevare i Pronto Soccorso da accessi impropri, cosa più volte denunciata per quello dell’Ospedale Versilia.

Sebbene questo sia forse il principale ambito interessato dai faraonici progetti del PNRR, ci domandiamo come mai non sia stato dato corso al progetto di apertura di posti letto di cure intermedie presso l’ex ospedale Tabarracci, già oggetto di programmazione. Ci domandiamo peraltro se la Conferenza dei Sindaci abbia sollevato la questione che di fatto avrebbe un grosso rilievo anche nella fase, tuttora aperta, legata alla gestione del Covid-19.

Rimanendo in questo ambito, anche in questo caso tralasciando le questioni oggi sul tappeto relative al profilo generale della Medicina di Base, ci chiediamo come non sia tempo di pensare a percorsi strutturati che mettano realmente in relazione i medici di medicina generale e gli specialisti in modo tale che questo non avvenga in ragione di rapporti personali e quindi privilegiati tra professionisti, ma che garantiscano un confronto certo, questo sì nell’interesse della gestione del paziente e delle risorse impiegate.

Su un piano del tutto generale di deve notare poi come rimanga davvero problematica la gestione delle richieste di accesso ai Servizi CUP e nel suo complesso la possibilità di comunicazione da parte dell’utenza con l’Azienda, tanto più in questo periodo, fatti che mostrano l’inadeguatezza delle risorse assegnate e la mancanza di una regia di fondo

E veniamo quindi alla questione del Laboratorio Antiblastici dell’Ospedale Versilia. Più volte abbiamo sottolineato l’importanza che laddove si somministrino terapie oncologiche infusionali debba essere presente un laboratorio dedicato, che mostri caratteristiche strutturali e dotazioni di personale tali da garantire la qualità delle preparazioni e del loro trasporto, all’altezza e nel rispetto della sicurezza dei lavoratori, delle lavoratrici, delle e dei pazienti.

Qualora l’attuale struttura non risponda ai requisiti richiesti e necessiti di adeguamenti, in modo che sia garantito il rispetto di quanto indicato, è tempo che l’Azienda dia corso alle necessarie modifiche senza indugi. Parimenti, per consentire l’esecuzione di tali lavori si dovrà prospettare solo un temporaneo spostamento delle attività di preparazione, che dovranno quindi essere riportate nella loro sede nel più breve tempo possibile, mettendo da parte ogni altra scelta che, in nome dell’economicità, potrebbe sacrificare tra l’altro gli stessi interessi dei pazienti onco-ematologici.

Riteniamo incomprensibile che a fronte di ripetute dichiarazioni di intenti si continui a operare scelte che di fatto impoveriscono la sanità pubblica, trattata al pari di un settore di Mercato.

Nello specifico non possiamo che sottolineare la necessità che al territorio della Versilia e all’Ospedale Unico siano destinate l’attenzione e le energie perché siano mantenute strutture, relative direzioni e servizi perché non si perda il patrimonio di competenze e di garanzie indispensabili alla comunità, interrompendo il processo di impoverimento al quale stiamo assistendo; e in questo pensando al ripristino dei servizi “perduti”, quali il Centro Ausili.

Rimanendo in attesa del suo fattivo intervento, ringraziamo per l’attenzione e porgiamo cordiali saluti

p. Dipartimento Sanità – PCI Federazione Lucca e Versilia

Paolo Alessio Annale

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Rinviato a marzo lo sfratto di una donna incinta all’ex Campo D’Aviazione a Viareggio.

“Sfratto rinviato al’ex Campo di Aviazione a Viareggio. Una donna incinta di sei mesi e con una altra bambina di 5 anni a causa di una morosità incolpevole rischiava di finire in mezzo ad una strada. Per il momento il pericolo è sventato. Lo sfratto è stato rinviato al 18 marzo ma potrebbe servire più tempo per trovare un giusto alloggio alla madre. Per questo il 18 marzo saremo mobilitati per sostenere questa donna. Troviamo gravi le mancanze dei servizi sociali del comune di Viareggio che non sono in grado di predisporre una accoglienza adeguata per queste drammatiche situazioni di emergenza. Purtroppo niente di nuovo sotto il sole.”
Brigata Mutuo Sociale per l’Abitare

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La Fondazione Carnevale rinvia solo di una settimana l’inizio del carnevale.

Il rinvio di una sola settimana dell’inizio del carnevale di Viareggio sa di presa in giro. Un provvedimento del tutto inutile visto i dati, ancora alti, della pandemia. In molti in città avevano chiesto un rinvio più consistente. Si era pronunciata in tal senso anche Repubblica Viareggina che ha pure appeso uno striscione in Piazza Mazzini.

Noi non ci meravigliamo della scelta della Fondazione Carnevale che mette davanti il profitto del resto ricordiamo che a Ottobre hanno fatto uscire i carri e iniziare un corso, poi subito interrotto, in mezzo alle trombe marine. Solo la buona sorte evitò una tragedia.

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Operai e studenti uniti nella lotta. A Livorno in tanti per il corteo promosso da USB e altre sigle.

Ampiamente riuscita la mobilitazione promossa da USB a Livorno lo scorso sabato 29 gennaio. Almeno 500 persone, forse qualcosa di più, ha sfilato per le vie di Livorno. Nata a seguito di un’assemblea svoltasi di fronte al varco Valessini il 14 gennaio scorso quando portuali e dipendenti del settore della logistica, impegnati in alcune vertenze, hanno lanciato un appello unitario alle lavoratrici e ai lavoratori in appalto. Il corteo oltre alla presenza dei lavoratori ha visto la partecipazione di un buon numero di studenti per protestare contro l’alternanza scuola lavoro. Molti gli slogan per ricordare Lorenzo, il ragazzo morto a Udine a soli diciotto anni nell’ultimo giorno di stage. In piazza oltre ad USB anche le bandiere di Potere al Popolo, del Partito Comunista Italiano, della Federazione Anarchica Livornese, della Rete dei Comunisti, di OSA e dei sindacato ORSA, USI e di AS.I.A. Al corteo anche alcuni rappresentanti dei lavoratori della GKN di Firenze. Le responsabilità della crisi occupazionale che attraversa oggi il paese è in primo luogo delle scelte del governo Draghi, il quale ha deciso di sospendere anticipitamente il blocco dei licenziamenti in questo appoggiato dai sindacati confederali sempre più complici e supini. Dalle scuole alle fabbriche lo sfruttamento portato avanti dal sedicente governo dei migliori va contrastato con l’unità d’azione tra studenti e operai.

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Scuola, lavoro, reddito, residenze e ambiente. Striscioni di Repubblica Viareggina in città.

Banner tour di Repubblica Viareggina per la città. Striscioni su ambiente, reddito, diritto alla residenza, scuola, lavoro, sanità e carnevale. I diritti vanno garantiti con politiche sociali diametralmente diverse da quelle di questa amministrazione locale e di questo governo nazionale.

Basta tagli alla sanità. Basta abbattere alberi pensare ecosocialista per difendere l’ambiente, estendere il reddito di cittadinanza, dare le residenze a chi non le ha in via dei Vageri, abrogare l’alternanza scuola lavoro che uccide e rinviare il carnevale.

Queste sono le priorità oggi

Repubblica Viareggina

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Nessun Penny Wise al Quirinale ci rappresenterà.

La rivuoi la tua barchetta non è vero? Certo che la rivuoi e ci sono anche lo zucchero filato, la cioccolata, le giostre e tante altre sorprese qui sotto e tanti palloncini di tutti i colori e galleggiano tutti e anche tu galleggerai …”

Le elezioni del presidente della Repubblica giungono in un momento particolare per la vita del paese. Siamo in un periodo in cui alla crisi sanitaria, alla crisi economica, alla crisi climatico ambientale va aggiungersi, anche, la crisi internazionale con rischi di guerra in Ucraina. A queste crisi va aggiunto il tentativo di pezzi di potere economico e politico di dare l’ennesima spallata alla nostra costituzione. Infatti le aspirazioni di chi ambisce a trasformare la repubblica parlamentare, nata dalla Resistenza, in una repubblica presidenziale che risponda sempre di più a poteri forti sono sempre più evidenti. Tutte queste crisi e tutte queste malsane aspirazioni sono figlie del modello capitalistico. Dal referendum del 1993, quello che ha inserito il sistema maggioritario impedendo una plurale rappresentanza democratica invalidando milioni di voti e che ha favorito la nascita di partiti personali guidati da leader con conflitti di interesse ed ego smisurati, la Repubblica viene chiamata seconda. Questa seconda repubblica ha reciso molti dei legami con i padri costituenti. In questi quasi 30 anni ci sono stati altri tentativi di restringimento della partecipazione popolare, alcuni falliti come la riforma Renzi, alcuni riusciti come l’inserimento del pareggio di bilancio in costituzione e la riduzione del numero dei parlamentari. Qualcuno parla di terza repubblica ma a prescindere dal numerino che la precede la crisi della Repubblica è sotto gli occhi di tutti. La politica è passata da essere il maggiordomo dell’economia al ruolo di semplice cameriere. I presidenti del consiglio vengono scelti dalla Banca Centrale dell’UE e solo ratificati da un parlamento sempre più opaco e debole. Dopo i danni di Monti è arrivato Draghi ma questa volta il signorino è anche più arrogante. Se Monti ha eseguito alla lettera i compiti assegnategli dalla BCE con manovre di lacrime e sangue; con Mario Draghi la situazione assume un aspetto ancora più drammatico, non solo perché l’opposizione parlamentare sembra essere relegata solo nelle mani di un partito post fascista come quello di Giorgia Meloni ma, anche perché il signorino ambisce direttamente al Quirinale. Se Super Mario, il dio dei banchieri, venisse eletto presidente della Repubblica avremmo un unicum nella storia reopubblicana. Per la prima volta avremmo, infatti, un presidente del consiglio che dovrebbe dare le dimissioni nelle sue stesse mani in quanto nuovo eletto presidente della repubblica. La cosa però ancor più grave sarebbe il fatto che sceglierebbe direttamente il suo successore. Siamo di fronte ad un qualcosa non solo di bizzarro ma di anomalo dal punto di vista costituzionale.

Non sappiamo se alla fine Draghi riuscirà a salire al Quirinale o se la spunterà qualche altro vecchio arnese della politica. Poco cambia nella sostanza se non si invertono i rapporti di forza tra le classi sociali.

Intanto nelle televisioni continua il ciacciare di sedicenti esperti che fanno nomi di presunti papabili. Non dedichiamo molte righe per descrivere la mediocrità di un certo giornalismo ma quello che appare evidente è l’enorme distanza tra il paese reale e l’establishment.

Purtroppo la sinistra di classe non ha alcun peso in questa partita. I parlamentari che fanno riferimento a quest’area si contano sulle dita di una mano. Il centrosinistra e il PD in primis puntano su di un uomo dell’ establishment che garantisca la continuità dimostrando di essere il vero perno della conservazione del regime. Il centrodestra appare diviso. Ad impallinare Berlusconi sono stati, proprio, Salvini e Meloni. Il M5S, che è ancora il partito con il maggior numero tra deputati e senatori, mostra tutta la sua incapacità a dare le carte confermando la subalternità alle altre forze politiche. Altro che aprire il parlamento conme una scatola di tonno.

Non ci avventuriamo nel toto presidente. Quello che sappiamo è che chiunque verrà eletto non ci rappresenterà! Sarà un filo americano, sarà un clown ballerino ma soprattutto sarà spietato visto i tempi che ci attendono. Chi corrisponde a queste caratteristiche? Ognuno immagini chi peferisce. Noi, di sicuro, non ci sentiremo rappresentati da questo Penny Wise in veste presidenziale.

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Filippo Antonini confermato alla presidenza provinciale dell’ANPI.

Filippo Antonini è stato confermato in modo unanime presidente provinciale dell’ANPI. L’elezione è avvenuta, online in rottemperanza delle norme anti covid, lo scorso 21 gennaio. Al confermato Filippo Antonini facciamo i più sinceri auguri di buon lavoro sicuri che saprà tenere vivi i valori fondamentali dell’antifascismo e che sarà in prima linea nel difendere la carta costituzionale nata dalla Resistenza.

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