Manifestante monta su di un albero. Taglio dei tigli sospeso e nuovo tavolo a Pietrasanta.

L’amministrazione comunale di Pietrasanta, dopo la gaffe, sul chiamare la festa della Liberazione festa della Repubblica, si eclissa sulla questione tigli da abbattere. Dopo non aver rispettato gli accordi con una delegazione di cittadini voleva riprendere velocemente ad abbattere gli alberi ma ha trovato una piazza sempre più compatta e decisa a non arrendersi. Dopo il “Bella Ciao” tra i tigli il 25 aprile che non deve aver fatto piacere al sindaco Giovannetti, stamani martedì 27 aprile una giovane ragazza con coraggio e determinazione è entrata nel cantiere ed è salita su di un albero. Erano prima delle 8 quando Serena è salita su di un tiglio che stava per essere abbatuto. Man mano la piazza si è riempita e i manifestanti hanno inneggiato a Serena salutandola con ripetuti applausi. Alcuni ragazzi, con lo striscione “Pietrasanta non è il vostro parco giochi”, hanno improvvisato un piccolo corteo per la via di mezzo. Intanto stamani le scale del comune di Pietrasanta sono state riempite dalla segature dei tigli. Insomma proseguono gli atti di disobbedienza civile per difendere i tigli. Tra mezzogiorno e l’una, dopo che l’amministrazione ha deciso di sospendere momentaneamente i lavori e aprire un nuovo tavolo, la ragazza è scesa tra gli applausi della gente. Il cantiere è stato dosmesso. Nei prossimi giorni vedremo come evolverà la situazione. Gli insegnamenti che però emergono sono due. Il primo che la lotta paga. Il secondo che la repressione non deve intimorire.

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La soddisfazione di Rifondazione Comunista per questo 25 Aprile.

“È stato un bel 25 aprile, in cui abbiamo avuto un assaggio di cosa può il nostro popolo.

Un popolo orgoglioso, che ha riempito di fiori le strade dedicate ai partigiani, che è sceso in piazza con le precauzioni contro il virus che flagella la nostra epoca, che ha risposto in tutta la Versilia e in tutto il paese alla chiamata di quei partigiani da cui è nata la nostra Repubblica, con la sua Costituzione antifascista del ’48.

Un popolo che quando entra in gioco sovrasta e riduce al silenzio ogni provocazione, da quelle dei neofascisti da operetta che fanno i leoni da tastiera sui social, a quelle di chi ha infangato la memoria della resistenza aggrappandosi ai caduti della prima guerra mondiale o ha tentato di infiltrare provocatori e no-mask nelle piazze.

Su una cosa hanno ragione tanti fenomeni da baraccone che di fronte alla ripresa della partecipazione popolare si sciolgono come neve al sole: il 25 aprile è divisivo.

Perché divide i veri patrioti antifascisti da chi ancora non si fa una ragione del fatto che viviamo in una Repubblica nata dalla Resistenza.

Sulla miseria di amministratori che in una bella domenica di sole non hanno avuto di meglio da fare che ordinare di togliere lo striscione alla Torre Matilde di Viareggio, che hanno di proposito evitato di posare i fiori sulla lapide per la liberazione davanti al municipio di Massarosa, o che come a Pietrasanta hanno modificato cinque volte il post sulla pagina del Comune prima di pronunciare a fatica la parola “Liberazione” stendiamo un velo pietoso: essi sono stati il frutto del sonno della ragione, e saranno presto dimenticati da una generazione che si sta svegliando e che ricostruirà il mondo dopo la pandemia come quei ragazzi che nel ’45 fecero la Resistenza sui monti.”

Nicolò Martinelli segretario di federazione della Versilia di Rifondazione Comunista

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Dalla carta stampata scompaiono i fatti e la chiamano informazione. Forse servirebbe un’altra liberazione.

Alcuni anni fa l’Italia si era classificata al 77° posto nel mondo per libertà di informazione. Nonostante qualche posto sia stato risalito, rimane sempre dietro a paesi come Ghana e Burkina Faso e tra gli ultimi dell’Unione Europea. Conoscendo questi dati non ci meravigliamo più di quello che scrivono e nemmeno di di quello che non scrivono sui giornali. Sappiamo come certi giornalisti siano pronti ad attaccare e distruggere chiunque entri nel loro mirino ma anche di come siano allergici ad essere criticati. Siamo di fronte ad un paradosso di un’informazione spesso altezzosa e corporativa che difende i propri privilegi e, con il pretesto degli attacchi alla libertà di stampa, pretende di non essere mai messa in discussione. Ma è proprio questa assenza di autocritica che rende i giornalisti una casta servile e l’informazione meno libera. Non siamo certo i primi e non saremo gli ultimi a chiedere l’abolizione di un anacronistico albo. Da mediattivisti pensiamo che l’informazione, oggi, ognuno abbia il diritto di farsela da se, magari dotandosi di quegli strumenti anti fake news di cui tutti abbiamo bisogno perché in internet purtroppo si ha il problema opposto. Non è, però, la parzialità che contestiamo ai giornalisti. Ognuno ha le sue opinioni e possono essere le più svariate, da dare sui fatti, anche bizzarre e astruse. Contestiamo, invece, la scomparsa dei fatti.

Capita così che in una città come Viareggio un presidio con oltre trecento persone, il 25 aprile, scompaia dalle cronache. Capita così che un bandierone rosso di oltre trenta metri appeso nel monumento più importante della città, la Torre Matilde, e accompagnato da fuochi di artificio non faccia notizia. Eppure sui social in tanti postano le foto raffiguranti quell’azione magari anche per esprimere disappunto non per forza condivisione. La realtà scompare dai giornali ma in compenso si può leggere di Bamba il cane che va al cimitero, notizia falsa creata ad arte da un reodadaista per dimostrare quanto siano creduloni e melensi questi professionisti dell’informazione. Il 25 aprile come festa di popolo scompare dalla carta stampata. Solo in Versilia ci sono state altre decine di iniziative che non hanno avuto menzione. Rimane qualche breve articolo sulle celebrazioni ufficiali. Roba da comunicato mandato da un addetto stampa, copiato e incollato senza nemmeno rendersi conto di errori e inesattezze come quella che a Pietrasanta chiamano festa della Repubblica la festa della Liberazione. Questo è lo stato dell’informazione anche da noi in Versilia. Niente di nuovo sotto il sole. Certo ci rimane l’amarezza che se nel fascismo non c’era assoluta libertà di informazione non è che oggi la liberazione da quel regime ci abbia risolto definitivamente questo problema. I fatti continuano a scomparire e rimangono i tormentoni, le fitte su quello che serve ad orientare e non informare. Permetteteci, seppure in ritardo, di fare un augurio di buon 25 aprile a tutti quelli che non omettono la realtà ai tanti mediattivisti che provano ad arrivare dove il professionista della carta stampata non vuole o non può arrivare. La resistenza continua anche contro questa disinformazione.

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Il presidente provinciale dell’ANPI, Filippo Antonini, scrive ai giovani di Pietrasanta che difendono gli alberi per esprimere loro apprezzamento.

Lettera ai giovani di Pietrasanta
Care ragazze e cari ragazzi di Pietrasanta
che in questi giorni state manifestando pacificamente e democraticamente contro il taglio
degli alberi di P.zza Statuto; non è mia premura entrare nel merito della questione specifica
del taglio delle piante o del progetto di ristrutturazione della piazza da parte
dell’amministrazione comunale.
Ritengo -tuttavia- che il Vostro agire e la Vostra mobilitazione sia sintomo -giustamente- di
questioni ben più profonde e radicate: quali una sensibilità ambientale su tematiche di
grande attualità e gravità, ma ancor di più un desiderio di condivisione e di partecipazione, a
maggior ragione in questo difficile momento storico che stiamo -purtroppo- attraversando.
Partecipare, dibattere, mobilitarsi, anche opporsi a delle leggi ingiuste ed esprimere il
proprio dissenso, ci vuole coraggio ma sono il sale della democrazia e del progresso; ce lo
insegna Danilo Dolci, la piccola ed indifesa Antigone o i Nostri partigiani/e che a giorni
andremo a festeggiare.
Pertanto, con questo breve messaggio e nel ringraziarvi, Vi auguro buon 25 Aprile.
Filippo AntoniniPresidente Provinciale Anpi di Lucca

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Non una di meno Viareggio in bicicletta per “cambiare” la toponomastica della città con nomi di partigiane.

“Oggi, 25 aprile 2021, per la 76 esima ricorrenza della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, ci preme ricordare una parte di Resistenza oscurata e celata per tanto tempo, onorando la memoria di tutte quelle donne che ne furono protagoniste senza ottenere gli adeguati riconoscimenti da parte della nostra storia, sempre troppo declinata al maschile.La partecipazione femminile fu fondamentale per la lotta di Liberazione e rappresentò una delle prime occasioni in cui le donne parteciparono in prima fila, insieme agli uomini, a un momento cruciale della storia italiana.Abbiamo deciso di farlo dedicando loro le piazze più famose della nostra città.Lo facciamo quotidianamente portando avanti la nostra lotta,la nostra liberazione, che ci vede impegnate in prima linea contro patriarcato, disuguaglianze, discriminazioni di genere, di etnia e di status sociale. Lo facciamo ogni volta in cui rivendichiamo i nostri diritti. Lo faremo fin quando questa società si dividerà in sfruttati e sfruttatori. In questo senso: La resistenza continua!”

Non una di Meno Viareggio

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Circa 300 persone rispondono all’appello di Viareggio Meticcia. C’è voglia di antifascismo in citta.

Il sole di aprile scalda il prato di Largo Risorgimento e alla fine sotto il monumento che omaggia la Resistenza sono tantissime e tantissimi ad avere risposto all’appello di Viareggio Meticcia. L’appuntamento “Insieme per la Liberazione” è a Largo Risorgimento per le10:45 ma già dealle 9:30 ci sono persone. Il presidio autorizzato è vivace e ben colorato e mostra la voglia di tante e tanti giovani viareggini di scendere nuovamente in piazza. Alla fine circa 300 persone parteciperanno. Ci sono i ragazzi di Libera da sempre impegnati contro le mafie, quelli dei Giovani Comunisti, ci sono i militanti di Rifondazione Comunista con le bandiere rosse, c’è Repubblica Viareggina che volantina, c’è Potere al Popolo, La Casa delle Donne, L’ANPI, L’ARCI, ci sono alcuni ragazzi del Cantiere Sociale Versiliese che la notte prima hanno appeso uno striscione sulla Torre Matilde come viene ricordato anche dall’intervento iniziaele. C’è il circolo Partigiani Sempre con uno stand ma soprattutto ci sono tante e tanti cittadini comuni che hanno voglia di respirare il profumo dell’antifascismo. Dopo il discoro introduttivo di Michelangelo Di Beo il programma ha visto l’intervento di Michele Nardini studioso di Resistenza e autore del libro “I comandamenti della montagna”. Visto il difficile momento che stiamo vivendo, con cinema, teatri e luoghi di cultura chiusi da mesi, è stata data voce anche ad alcuni giovani attori e attrici, tra cui Anna Solinas, che ha letto diversi brani. Poi c’è stato l’intervento di Lucca Coccoli dell’ANPI di Viareggio, che ha ricordato l’importanza dei valori della Resistenza. Alla fine sono arrivate in bicicletta le compagne di Non una di Meno cantando Bella Ciao. Assente il sindaco e gli esponenti della maggioranza ma nessuno ha sentito la loro mancanza. Unico consigliere comunale presente, il consigliere di opposizione Tiziano Nicoletti. Era anni che a Viareggio non si vedeva una cerimonia così partecipata e non è venuta dalle istituzioni.

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Azione di PaP all’ex colonia Laveno a Pietrasanta. Critiche a Giovannetti e Mallegni per sgomberi, abbattimento di tigli, chiusura PCA e molto altro.

“Il fallimento della litigiosa e antipopolare giunta Givannetti è sotto gli occhi di tutti. Persone senza fissa dimora sgomberate da dietro l’ex ospedale Lucchesi, riaffermando ipocritamente che il decoro viene prima dei diritti e del sociale. Intanto la città è un cantiere a cielo aperto con notevoli disagi per i cittadini e per chi deve attraversarla. Sottopassi che si allagano, edifici scolastici che chiudono. Il Progetto Comunità Aperta, strumento utilissimo nell’aiutare i tossicodipendenti a provare a liberarsi del loro problema chiuso nonostante le promesse. E adesso i 24 tigli di Piazza Statuto che si vuole abbattere contro il buonsenso e il volere della cittadinanza. In maggioranza litigano ma il sindaco rimane incollato alla sua poltrona prendendo ordini dal vero boss della città, il senatore e suo ex assessore Massimo Mallegni. Quel Massimo Mallegni, sempre pronto ad attaccare le esperienze che nascono dal basso come la Casa Rossa Occupata di Montignoso. Quel Massimo Mallegni che ad inizio pandemia in modo irresponsabile diceva di tenere tutto aperto. Pietrasanta merita di meglio di questa classe dirigente che fa saluti romani ai funerali e che pensa solo a nuove speculazioni. Purtroppo l’alternativa non può venire nemmeno dal Partito Democratico incapace di ascoltare le vere esigenze della città. Pensiamo che Pietrasanta possa rinascere solo mettendosi in movimento e denunciando tutto quello che non va a partire dagli spazi in degrado e abbandono. Oggi per celebrare il 25 aprile festa di liberazione noi lo abbiamo fatto attaccando alcuni striscioni ad uno stabile simbolo come l’ex Colonia Laveno Mombello – Richard Ginori sul viale Apua, chiusa da troppo tempo e che potrebbe essere recuperata nell’interesse di un’intera comunità.”

Potere al Popolo Versilia

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Blitz del Cantiere Sociale alla Torre Matilde. Per celebrare la Liberazione, bandierone e fuochi di artificio.

“Alla vigilia del 25 Aprile abbiamo deciso di compiere una forte azione simbolica nel cuore di Viareggio (Torre Matilde) per ribadire ancora una volta un concetto molto chiaro: W la Liberazione! Con queste semplici parole abbiamo voluto festeggiare la Liberazione dal nazi-fascismo, compiuta grazie al contributo inestimabile delle formazioni partigiane che hanno dato vita alla Resistenza italiana: con il loro sacrificio, portato avanti nel nome dei valori dell’antifascismo e della libertà, hanno riscattato un Paese intero dalla vergogna di vent’anni di fascismo. Nessun revisionismo storico potrà mai mettere sullo stesso piano gli oppressori e chi ci ha liberato.Ma crediamo anche che oggi più che mai abbiamo bisogno di nuove Liberazioni. Innanzitutto è assolutamente urgente liberare il pianeta da un sistema produttivo che ci sta portando verso l’auto-distruzione delle società umane: la drammatica pandemia che stiamo vivendo è il campanello d’allarme più evidente delle conseguenze portate dalla distruzione degli ecosistemi naturali e dal cambiamento climatico. Solamente una prospettiva eco-socialista potrà impedire che l’attuale sistema economico collassi su sé stesso. Ma è necessario liberarci anche dall’oppressione del patriarcato e del razzismo. Da anni i movimenti femministi e per i diritti LGBTQI lottano a livello globale per sradicare la cultura patriarcale che da secoli attanaglia tutte le società. Così come il razzismo è insito nella struttura stessa degli equilibri di potere mondiale, dove la stragrande maggioranza della popolazione del sud del mondo è vista esclusivamente come eccedenza da governare con politiche neo-coloniali sempre più oppressive.Infine crediamo sia necessaria una liberazione dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, alla base del mondo in cui viviamo: finché il lavoro sociale di tutte e tutti noi non sarà orientato al bene collettivo, ma solo al profitto di pochi, non potremo essere veramente liberi.In un momento storico così drammatico come quello che stiamo vivendo, che si ripercuote così in profondità sulle vite e sullo stato d’animo di tutte e tutti noi, non possiamo che festeggiare una data del passato così importante per noi come il 25 Aprile, guardando al futuro, impegnandoci per ottenere nuove Liberazioni. W la Resistenza! W il 25 Aprile!”

Cantiere Sociale Versiliese

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Ancora un presidio, a Lido di Camaiore, in sostegno al PCA.

A distanza di nemmeno dieci giorni, gli operatori del Progetto Comunità Aperta di Pietrasanta sono tornati nuovamente in piazza per chiedere che una simile esperienza non sia cancellata per sempre. Davanti a villa Pergher a Lido di Camaiore, diverse decine di persone tra cui militanti del Comitato Sanità della Versilia e della Rete Versiliese contro la crisi hanno appeso striscioni e distribuito volantini. Un servizio importante per aiutare chi ha problemi di tossicodipendenza scompare anche per colpa dei sindaci della Versilia in primis il sindaco di Pietrasanta Giovnnetti che non ha mantenuto le promesse.

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Tensioni a Pietrasanta. Contro i giovani che difendono i tigli hanno militarizzato la piazza.

Continua, a Pietrasanta, il braccio di ferro tra l’amministrazione Giovannetti e i cittadini che vogliono difendere i tigli di Piazza Statuto. In modo ottuso e ostinato il primo cittadino prosegue sulla sua strada rifiutando ogni proposta di dialogo. I tigli secondo alcune deliranti dichiarazioni di esponenti dell’amministrazione della città, andrebbero abbattuti perchè non sono allineati. Nemmeno noi siamo allineati e continueremo a dare voce ad un’altra narrazione. Non a quella di chi opprime, non a quella del profitto, non a quella dei prepotenti ma a quella di chi resiste e difende la natura senza se e senza ma. Venerdì 23 aprile ci sono stati nuovamente momenti di tensione con una piazza militarizzata all’invero simile per fronteggiare la disobbedienza civile di alcuni giovani coraggiosi, che si sono sdraiati in terra. I giovani che hanno a cuore l’ambiente vanno ascoltati e non derisi come fa il sindaco di Pietrasanta. Alla fine il taglio delle piante è stato nuovamente sospeso ma la lotta non è ancora finita.

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